La Summer School sul benessere e la sostenibilità delle città


Lamberto Bertolé | 2 Dicembre 2019

Nell’ambito della collaborazione fra Welforum e la Summer School di Milano sul benessere e la sostenibilità delle città, promossa da ASviS e da Milano2046, pubblichiamo tre contributi che mettono a fuoco alcune delle sfide che la nostra società si trova ad affrontare e le opportunità di una pianificazione di lungo periodo, che vede le città come protagoniste attive. Partiamo con l’articolo di Lamberto Bertolè, Presidente del Consiglio del Comune di Milano, che descrive gli obiettivi di Milano2046 e della Summer school tenutasi a settembre, per poi proseguire con un intervento di Alessandro Rosina, che illustra le sfide sociali che i cambiamenti demografici pongono alla programmazione delle politiche pubbliche. Concluderemo infine con un contributo di Sergio Sorgi, che propone 7 passi per il perseguimento del benessere sociale.

 

Il laboratorio “Milano 2046”, promosso dalla Presidenza del Consiglio comunale, è nato a partire da alcuni punti fermi, collocandoli nel “piccolo” della nostra città, con l’obiettivo di alzare lo sguardo dalle urgenze del presente per tentare, in una visione di lungo periodo, di immaginare e progettare un futuro per la nostra città sempre più improntato al benessere dei cittadini e alla sostenibilità ambientale, nella consapevolezza che è proprio quando si sta attraversando una fase positiva di crescita e fiducia, oltre che di grandi cambiamenti, come sta accadendo attualmente a Milano, che bisogna farlo.

 

Oggi godiamo dei benefici di scelte importanti fatte dalla politica molto tempo fa e scontiamo problemi e difficoltà che nessuno ha saputo prevenire, disponendo interventi adeguati quando era il momento di farlo. Il presente riflette inevitabilmente le politiche del passato.

La politica e le istituzioni devono non solo affrontare al meglio le contingenze e il quotidiano, le urgenze e le emergenze, come è doveroso fare per chi amministra, ma devono anche farlo mantenendo uno sguardo diretto al futuro, avendo chiari gli obiettivi che devono essere raggiunti nel lungo periodo e intervenendo in modo pianificato e consapevole per contrastare rischi e laddove ci sono carenze, e favorendo i processi di crescita e miglioramento laddove si manifestano. L’aspirazione a un futuro non subito passivamente ma pensato e, per quanto possibile, definito da una visione progettuale dentro alla cornice del “benessere” (le 12 dimensioni del Bes), è la direttrice del nostro progetto. Parallelamente intendiamo considerare e mettere a fuoco i possibili rischi e scenari negativi che possano insidiare questa aspirazione.

 

Uno sguardo e, in fondo, un’etica, orientata al futuro è quanto ci ha proposto con forza il filosofo Hans Jonas nel suo fondamentale “Il principio responsabilità”, uscito quarant’anni orsono e quanto mai attuale. In presenza di un cambiamento rilevante della natura dell’agire umano, sostiene Jonas, deve cambiare anche il nostro modo di confrontarci con le nostre scelte, in modo tale che gli effetti delle nostre azioni “siano compatibili con la continuazione di una vita autenticamente umana”. Se le nostre azioni diventano irreversibili nei loro effetti a causa delle rivoluzioni tecnologiche, evidentemente devono essere definite entro una cornice nuova. Questa consapevolezza rende improcrastinabile lo slancio etico di cui parla Jonas: un’estensione della nostra responsabilità al futuro, anche remoto, nei confronti di quelle generazioni di esseri umani che erediteranno il mondo da noi.

Il pensiero e la progettazione del futuro mirano al benessere dei singoli cittadini e collettivo: la questione ambientale e della sostenibilità sono pertanto una priorità assoluta. La questione ambientale e quella sociale vengono viste spesso, se non in contrapposizione, come distinte. Non è così, a mio avviso. I problemi ambientali non possono che portare a ulteriori difficoltà sociali, provocando di conseguenza instabilità politica, povertà, ingiustizia. Viceversa, tutela ambientale e giustizia sociale possono essere sinergiche e procedere insieme, sostenendosi attraverso quello che può offrire l’innovazione, in ogni campo, orientata da un’ideale di benessere comune. Sempre seguendo Jonas, dobbiamo far sì che l’etica diventi una parte della nostra visione della natura e del mondo materiale.

 

Perché questo accada occorre impegnare il meglio della nostra intelligenza e della nostra creatività, sostenute da un impegno etico nei confronti delle future generazioni. Come possiamo predisporci a questo? Come possiamo iniziare a creare i presupposti perché questo accada?

Nell’ambito delle molte attività promosse da Milano2046, sono stati aperti tavoli di confronto e approfondimento con gli interlocutori rappresentativi delle competenze, dei bisogni e degli interessi della città. Uno di questi tavoli è stato realizzato con i delegati delle Università milanesi (Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Milano – Bicocca, Politecnico di Milano, Università Commerciale Luigi Bocconi, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università Vita-Salute San Raffaele, Università IULM, Humanitas University).

È stato nell’ambito di questo incontro che è nata, in collaborazione con l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), l’idea di promuovere la “Summer School sul benessere e la sostenibilità delle città”. Le Università sono il cardine della cultura e della ricerca di un Paese, e sono il luogo in cui si formano le nuove generazioni. All’interno del mondo universitario molte energie vengono dedicate, nei diversi campi scientifici e di applicazione, all’indagine e all’anticipazione delle possibilità del futuro. È stato quindi “naturale” condividere con il mondo universitario i presupposti e gli obiettivi del laboratorio (pensare e progettare il futuro in termini di benessere, all’interno della cornice dei domini del BES e degli obiettivi di sostenibilità dell’ONU, con un approccio scientifico all’indagine).

La proposta ha raccolto grande favore tra i responsabili delle università e ha portato, dopo un attento lavoro preparatorio di progettazione e messa a punto, alla prima edizione della Summer School. Il piano didattico, che intendeva promuove i contenuti dell’Agenda 2030, è stato costruito seguendo un’ambizione di trasversalità ai diversi ambiti disciplinari e scientifici. Si è articolato sul sapere (le conoscenze necessarie per una comprensione sistemica e integrata di benessere e sostenibilità), sul saper fare (le competenze e le metodologie per studiare e pianificare il futuro) e il saper essere (i valori che improntano un pensiero del futuro in termini di bene comune e sostenibilità).

Come linee di riflessione e di progettazione transdisciplinare sono stati messi a fuoco i temi centrali su cui si fonda la proposta di Milano 2046: valori e atteggiamenti nei confronti delle dinamiche sociali ed economiche, sostenibilità, benessere, lo specifico del contesto metropolitano e della qualità dell’ambiente urbano. Si è passati infine, su un piano più strettamente progettuale, alla lettura delle buone pratiche realizzate nei diversi ambiti, in una prospettiva di possibili, e auspicabili, scenari futuri della dimensione umana nel contesto sociale delle città.

L’intento della scuola è quello di diffondere nella società, e nello specifico all’interno delle sue istituzioni, sensibilità a un approccio non passivo ma progettuale e proattivo al futuro, declinato in termini di benessere e sostenibilità, per far sì che questa cultura informi le politiche e la programmazione cittadine.

L’offerta si è rivolta pertanto, in particolare, agli amministratori pubblici, ai docenti, ai dottorandi e ai rappresentanti di organizzazioni e associazioni che si occupano di politiche territoriali, i quali sono stati loro stessi resi protagonisti dell’esperienza. La Summer School li ha infatti coinvolti in modo attivo, promuovendo una progettualità condivisa e portando amministratori e ricercatori a ragionare insieme sul futuro.

La prima edizione è stata realizzata anche in collaborazione con la Fondazione Eni Enrico Mattei, e si è tenuta dal 31 agosto al 7 settembre scorsi.

È stata un’esperienza ricca e positiva che intendiamo replicare. Un’occasione di confronto e approfondimento sul futuro delle città che, fatta all’interno della cornice della sostenibilità e del benessere, trova la chiave giusta per rispondere alle sfide non rinviabili che abbiamo di fronte. La sostenibilità non è solo una questione ambientale, come abbiamo detto, ma anche sociale e in ultima istanza democratica. La capacità di “anticipare” il futuro di una metropoli, per evitare collassi improvvisi come avvenuto in altre grandi metropoli dopo periodi di sviluppo, risiede infatti in modo determinante nel suo “capitale sociale”, che è proporzionale al benessere e alla consapevolezza dei suoi singoli abitanti.

 

È nostra convinzione che promuovere uno sguardo verso il futuro sia un’azione benefica anche e soprattutto per il presente, per quanto le cose che affrontiamo giorno dopo giorno possono essere arricchite da un’attenzione a quanto accadrà o potrebbe accadere.

Individuare obiettivi desiderabili e delineare possibili rischi da evitare, immaginare un futuro di qualità, genera infatti necessariamente una maggiore cura nelle decisioni e nelle scelte che facciamo al presente.

La nostra ambizione, per la Summer School, è quella di creare un sistema permanente di attenzione e pensiero sul futuro, una nuova cultura del pensare per le politiche cittadine che, a partire da Milano e da Milano2046, si diffonda nelle altre città.