I beneficiari dell’ADI nell’Ambito del Magentino
I PUC possono rappresentare una reale opportunità di inclusione?
Carla Dessi | 10 Luglio 2025
Qual è l’identikit dei beneficiari dell’Assegno di Inclusione nell’Ambito del Magentino? Quali le principali differenze rispetto a RdC? I Progetti Utili alla Collettività, pur non più obbligatori secondo la norma, possono comunque rappresentare un’effettiva opportunità di inclusione e di sviluppo di comunità?
A 18 mesi dall’avvio della nuova misura, vediamo insieme la scelta del territorio di investire sui PUC, attraverso una co-progettazione rivolta agli Enti del Terzo Settore.
Chi sono i beneficiari dell’Assegno di Inclusione nell’Ambito del Magentino
Il passaggio dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno di Inclusione, ha, com’è noto, registrato un significativo “cambio di rotta” relativamente al target di potenziali beneficiari circoscrivendo l’accesso a determinate categorie e passando a tutti gli effetti da misura “universale” a “categoriale”.
Quali ricadute ha avuto questa scelta in termini di “ingaggio” dei beneficiari attraverso i Patti di Inclusione Sociale e di attivazione di percorsi possibili di inclusione coerentemente con il disegno stesso della misura?
Nell’Ambito del Magentino, territorio di poco più di 130.000 abitanti nell’ovest Milanese al confine con il Piemonte1, la fotografia attuale2 in merito all’Assegno di Inclusione vede 384 nuclei familiari beneficiari per un numero medio di componenti pari a 2.
Rispetto alle tipologie dei nuclei va precisato che il 26,4% ha almeno un componente con meno di 18 anni di età, il 34,1% almeno una persona con disabilità e il 52,2% almeno un componente over60. A dare evidenza della complessità dei nuclei familiari intercettati dalla misura, laddove c’è un componente over60, nel 30,7% dei casi vi è anche la presenza di un componente con disabilità.
Un primo bilancio, a 18 mesi dall’avvio della misura e quindi a chiusura della prima tornata di benefici economici erogati per coloro che hanno potuto usufruirne dall’avvio nel 2024, mostra una fotografia ben diversa rispetto ai nuclei in precedenza beneficiari nell’Ambito del Reddito di cittadinanza (vedi Tabella 1): se trova conferma l’incidenza % dei nuclei familiari con minori, varia sensibilmente la quota dei nuclei con persone over60, di fatto raddoppiata, così come la quota dei nuclei con al loro interno persone con disabilità3.
Tabella 1. Tipologia nuclei beneficiari Reddito di Cittadinanza e Assegno di Inclusione Ambito del Magentino
Tipologia nucleo |
Nuclei familiari beneficiari Reddito di Cittadinanza* (% sul totale di 598) |
Nuclei familiari beneficiari Assegno di Inclusione (% sul totale di 384) |
Nuclei familiari con almeno un figlio in minore età |
26,2% |
26,4% |
Nuclei familiari con persone con disabilità |
8% |
34,1% |
Nuclei familiari con over 60enni |
26,0% |
52,2% |
*dati relativi ai nuclei beneficiari estratti dalla Piattaforma GePi con domande fino al 30/11/2023
Il passaggio dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno di Inclusione ha visto pertanto di conseguenza, in linea con le tipologie dei nuclei familiari intercettati, una significativa riduzione dei nuclei con persone “attivabili” al lavoro registrando, al contempo, un incremento di coloro “non tenuti agli obblighi”4 (pari al 67% sul totale), con cui, tuttavia, la scelta condivisa come Ambito è stata di valutare comunque una presa in carico e la sottoscrizione del Patto di Inclusione nel caso di espressa volontà dei beneficiari di sentirsi parte attiva.
Coerentemente con gli interventi presenti nell’Ambito, le principali misure di sostegno attivate con i nuclei beneficiari sono state:
- i tirocini di inclusione;
- il programma P.I.P.P.I. con i relativi dispositivi (es. educativa domiciliare e laboratorio genitori-figli);
- percorsi di educazione finanziaria;
- assistenza domiciliare.
Il principale strumento per numero di nuclei beneficiari raggiunti è stato sicuramente il tirocinio di inclusione, occasione in particolar modo per coloro che sono fuoriusciti da diverso tempo dal mondo del lavoro e necessitano di un percorso di avvicinamento graduale e prezioso in un’ottica di reinserimento sociale ma con limiti evidenti in termini di effettivo inserimento all’interno del mondo del lavoro: solo in rari casi a seguito di un tirocinio si registra, infatti, un passaggio a un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Tra le variabili che concorrono a questo fenomeno: la fragilità delle persone prese in carico e la conseguente necessità di dedicare ulteriore tempo a percorsi di accompagnamento finalizzati all’inserimento lavorativo e le reali opportunità presenti nel territorio.
Alcune ulteriori riflessioni in merito ai nuclei familiari intercettati attraverso l’Assegno di Inclusione e alle criticità riscontrate vedono:
- La complessità nell’attivazione lavorativa dei beneficiari di origine straniera, prevalentemente donne, sia per problemi linguistici che logistici negli spostamenti, in particolare se provenienti dai paesi limitrofi;
- Una difficile attivazione dei giovani, soprattutto coloro che non hanno assolto l’obbligo scolastico;
- Il difficile coinvolgimento e costruzione di un percorso di inserimento sociale per i beneficiari ultra sessantenni.
Un “rilancio” per l’Ambito dei Progetti Utili alla Collettività è connesso proprio a questi ultimi elementi per cui i PUC si ritiene possano rappresentare una effettiva occasione di socializzazione e avvicinamento alla comunità.
Ad avvalorare questa scelta è stato, altresì, il confronto costante e periodico con il Centro per l’Impiego e l’opportunità di ampliare l’offerta presente per quella fascia di cittadini beneficiari del Supporto Formazione Lavoro che fanno fatica, per molteplici motivazioni, ad aderire alle proposte esistenti.
Il precedente timido avvio dei Progetti Utili alla Collettività
L’attivazione dei Progetti Utili alla Collettività nell’Ambito del Magentino ha incontrato in passato una serie di difficoltà che ne hanno ostacolato una effettiva diffusione in tutti i Comuni dell’Ambito: sono stati, infatti, 4 Comuni su 13 a vedere l’attivazione di PUC. Sono stati in particolar modo gli aspetti amministrativi e rendicontativi previsti dalle “Linee guida per l’impiego della Quota Servizi del Fondo Povertà” a scoraggiare le amministrazioni comunali per cui, dopo un triennio di investimento dal 2020 al 2022, si è giunti progressivamente ad una loro interruzione dall’anno 2023.
Attraverso questa prima esperienza di Progetti Utili alla Collettività a titolarità dei Comuni sono stati coinvolti complessivamente 56 cittadini, adesione che ha risentito di un difficile match con le proposte esistenti e del timore di una “stigmatizzazione” da parte dei beneficiari nello svolgere un’attività all’interno del proprio Comune.
Da questa esperienza di non semplice implementazione con il Reddito di Cittadinanza l’attuale “scommessa” come Ambito è che il coinvolgimento di Enti del Terzo Settore, che di fatto diventano i principali soggetti attuatori dei Progetti Utili alla Collettività, possa rappresentare un’occasione per rilanciare e dare nuovamente vita a questo strumento puntando sui seguenti fattori facilitanti:
- una maggiore dinamicità da parte di Enti del Terzo Settore nel farsi promotore di progetti di interesse per i beneficiari dell’Assegno di Inclusione/Supporto Formazione Lavoro;
- una maggiore dimestichezza rispetto alle amministrazioni pubbliche relativamente ai vincoli amministrativi e rendicontativi legati all’utilizzo della Quota Servizi Fondo Povertà.
La situazione attuale: fasi e scadenze della co-progettazione
Il percorso di co-progettazione attivato nell’Ambito del Magentino è articolato nelle seguenti fasi:
- Fase 1 – Individuazione dei soggetti partner: raccolta delle candidature attraverso Avviso pubblico di manifestazione di interesse rivolto a Enti del Terzo Settore di cui all’art. 4 C. 1 D. Lgs. N. 117/2017;
- Fase 2 – Coprogettazione: costituzione del Tavolo di coprogettazione coordinato dall’Ufficio di Piano dell’Ambito del Magentino e finalizzato alla definizione dei Progetti Utili alla Collettività (PUC) e delle relative voci di spesa rimborsabili come da “Linee Guida per l’impiego della Quota Servizi del Fondo Povertà”.
Il percorso, avviato nel mese di aprile 2025, è giunto alla seconda fase: hanno aderito alla co-progettazione n. 5 enti del Terzo Settore già presenti nel territorio e aderenti al Tavolo di Consultazione del Terzo Settore del Piano di zona. Esito del Tavolo di co-progettazione sarà la costituzione del “Catalogo dei Progetti Utili alla Collettività (PUC) dell’Ambito del Magentino” che sarà sottoposto ad approvazione dell’Assemblea dei Sindaci e a seguito del quale si procederà con la stipula degli accordi convenzionali con i singoli ETS coinvolti e con l’inserimento dei beneficiari di Assegno di Inclusione o Supporto Formazione Lavoro.
I Progetti in fase di definizione che confluiranno all’interno del “Catalogo” verteranno, indicativamente, sulle seguenti aree tematiche:
- sociale (tutti gli enti aderenti);
- formativo (4 enti su 5);
- culturale (2 enti su 5);
- ambientale (un solo ente);
- tutela dei beni comuni (un solo ente).
Ogni ETS ha dato la disponibilità a presentare progetti su almeno due aree tematiche e, nel dichiarato, ad ospitare da un numero minimo di un beneficiario ad un massimo di 5 beneficiari (comunque in media uno per progetto).
L’importo impegnato come Ambito a valere su più “Quote servizi” del Fondo Povertà è pari a € 291.352,83 per un numero stimato di 116 beneficiari da raggiungere, salvo eventuali proroghe, entro la chiusura del Piano di zona in vigore prevista per il 31/12/2027.
Incertezze e aspettative per questo nuovo avvio
L’avvio di questa nuova fase per i Progetti Utili alla Collettività nell’Ambito non è privo di incertezze, principalmente connesse a chi potrà effettivamente beneficiarne:
- dal punto di vista dell’Ambito il passaggio dal Reddito di cittadinanza all’Assegno di inclusione ha visto il venir meno dell’obbligatorietà nell’adesione a questa proposta da parte dei beneficiari, aspetto che si ritiene possa influire nell’interesse effettivo e che richiederà alla figura del case manager la costruzione di un rapporto di fiducia che faccia sì che la partecipazione all’interno dei PUC venga vista come un’opportunità (anche solo di socializzazione);
- da parte degli Enti del Terzo Settore aderenti c’è la volontà e il desiderio di essere parte attiva, seppur con qualche timore in merito ai beneficiari con cui avranno modo di lavorare e all’onere per gli operatori e per l’organizzazione nel suo complesso;
- l’aspettativa da parte del Centro per l’Impiego è che i Progetti Utili alla Collettività possano rappresentare un’opportunità per i beneficiari del Supporto Formazione Lavoro da loro intercettati e le cui fragilità ostacolano, sempre più frequentemente, una reale ricerca di un’occupazione.
I PUC vengono, dunque, visti come un ulteriore e valido strumento in un’ottica di riavvicinamento al mondo del lavoro, un mondo del lavoro che muta sempre più velocemente e che risulta poco accogliente, se non espulsivo, nei confronti di alcune categorie di cittadini. Ulteriore elemento visto come facilitante per i beneficiari presi in carico dal Centro per l’Impiego è l’obbligatorietà di aderire a un percorso formativo o di attivazione lavorativa (tra cui per l’appunto i PUC) e il connesso contributo economico mensile pari a € 500, peraltro incrementato con il 2025 rispetto ai € 350 inizialmente previsti con il Decreto istitutivo.
I prossimi mesi, contestualmente con le domande di rinnovo per l’accesso all’Assegno di Inclusione, saranno un interessante primo banco di prova per tutti gli attori coinvolti.
- Vedi qui
- Dato estratto dalla dashboard della Piattaforma GePi, dati aggiornati al 03/07/2025 relativi alle domande fino al 31/05/2025.
- Quest’ultimo dato, è opportuno precisarlo, potrebbe essere parziale e non rappresentativo di tutti i nuclei familiari effettivamente presi in carico a causa di aspetti connessi al sistema di rilevazione tramite Piattaforma GePi, strumento per l’attuazione delle attività di competenza dei Comuni rivolte ai beneficiari delle nuove misure di inclusione sociale e lavorativa (vedi qui.
- Si ricorda che rientrano in questa categoria: i beneficiari titolari di pensione diretta o comunque di età pari o superiore a 60 anni; i componenti con disabilità, fatta salva ogni iniziativa di collocamento mirato; i componenti affetti da patologie oncologiche; i componenti con “carichi di cura” (vedi Allegato 3 al regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159); i componenti inseriti nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere e le donne vittime di violenza.