Accessibilità e usabilità digitale: impariamo a conoscerle


Ennio Paiella | 16 Novembre 2017

Scenario

Il progresso tecnologico sta portando nuovi e profondi cambiamenti nella nostra società in tutti i settori.
In particolare, i mutamenti più rilevanti riguardano lo sviluppo delle tecnologie digitali, ovvero delle tecnologie informatiche della comunicazione e dell’informazione che stanno modificando il nostro modo di vivere, lavorare, studiare, comunicare.

Per un progresso armonico dell’intera società è perciò essenziale che queste tecnologie possano essere utilizzate in modo semplice ed efficace da tutti, quindi anche dalle persone con disabilità e da quelle che per vari motivi possono trovarsi in condizioni “svantaggiate” (per esempio, anziani, immigrati, persone con scarse conoscenze informatiche o apparecchiature tecnologiche obsolete): se questo non accade si rischia una dannosa forma di discriminazione di una percentuale significativa della popolazione, con conseguenze non solo sociali, ma anche di carattere economico.  Infatti sommando le persone con disabilità, le persone anziane e altre categorie di persone svantaggiate si può stimare un’area potenziale di più di un terzo della popolazione totale.

 

Il diritto all’accessibilità ai sistemi informatici da parte delle persone disabili e svantaggiate è sancito nella legislazione italiana da una legge specifica pubblicata nel 2004 dal titolo: «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici», che vedremo più in dettaglio nel seguito.

La Comunità Europea è da tempo impegnata affinché la Società dell’Informazione coinvolga concretamente l’intera collettività: il documento più recente pubblicato nel 2016 è una Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio che fissa una serie di regole per armonizzare le legislazioni europee e stabilisce le norme a cui gli Stati membri si devono conformare per assicurare le prescrizioni in materia di accessibilità digitale.

Particolare rilevanza ha poi la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità,  pubblicata nel 2007, che si richiama esplicitamente ai principi di non discriminazione, uguaglianza, pari opportunità, rispetto dell’identità individuale e indica tra i diritti riconosciuti alle persone con disabilità anche l’accessibilità delle tecnologie informatiche. Nell’articolo 9 della  Convenzione viene infatti riportato che: “al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita, gli Stati Parti adottano misure adeguate a garantire alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione, tra cui Internet”.

 

Definizioni e normative

Il tema dell’accessibilità interessa in generale le applicazioni informatiche, indipendentemente dal dispositivo in cui operano (PC, smartphone, tablet, TV digitali, ATM, GPS, totem, …), ma per semplicità nel seguito si farà riferimento principalmente al mondo Internet e alle applicazioni/siti web.

Nell’utilizzo di queste applicazioni si possono presentare barriere difficilmente superabili da persone con qualche disabilità/svantaggio.   Per esempio: un video non sottotitolato costituirà un grave ostacolo per una persona con disabilità uditiva, un testo sullo schermo con una combinazione di colori fra testo e sfondo con poco contrasto sarà molto difficile da leggere per persone con disabilità visiva, la presenza sullo schermo di elementi che lampeggiano o immagini in movimento può creare disturbi a persone con predisposizione all’epilessia, e così via.

Rendere accessibile una applicazione significa quindi eliminare le barriere digitali al suo interno in modo che tutti possano accedere alle informazioni e usufruire dei servizi offerti dall’applicazione.

 

Oltre all’accesso bisogna considerare altri importanti elementi di un’applicazione informatica, quali: la facilità d’uso, la semplicità, la facilità di apprendimento, l’adattabilità, l’efficacia nel raggiungere i risultati.
Il complesso di queste caratteristiche qualifica l’usabilità dell’applicazione.  Rendere usabile un’applicazione significa renderla tale che l’esperienza di utilizzo sia il più possibile positiva e gratificante, il che è importante non solo per le persone svantaggiate, ma per tutti gli utenti dell’applicazione.

Definizione di ACCESSIBILITÀ (contenuta nella legge 4/2004):

per “accessibilità” s’intende la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari;

per “tecnologie assistive” si intendono gli strumenti e le soluzioni tecniche, hardware e software, che permettono alla persona disabile, superando o riducendo le condizioni di svantaggio, di accedere alle informazioni e ai servizi erogati dai sistemi informatici.

 

Definizione di USABILITÀ (secondo ISO: International Organization for Standardization):

per “usabilità” si intende l’efficacia, l’efficienza e la soddisfazione con le quali determinati utenti raggiungono determinati obiettivi in determinati contesti.
In pratica definisce il grado di facilità e soddisfazione con cui si compie l’interazione tra l’uomo e uno strumento.

 

Esistono definizioni “ufficiali” per l’accessibilità e l’usabilità, elaborate da enti/organizzazioni formalmente delegati a tale scopo, che si possono vedere nel riquadro: quelle sopra indicate sono formulazioni semplificate volte a renderne più immediato il significato.

In Italia l’accessibilità del web è regolamentata dalla Legge 4/2004, conosciuta anche come Legge Stanca, dal nome dell’allora ministro che l’ha portata avanti in Parlamento, dove è stata approvata all’unanimità da entrambi i rami.

Essa si applica alle pubbliche amministrazioni e a tutti quegli enti/aziende che hanno una componente pubblica o svolgono servizi per il pubblico.

Questi, rivolgendosi a tutti i cittadini, non possono e non devono escluderne nessuno e hanno quindi l’obbligo di rispettare le normative prescritte della Legge, che vuole di per sé costituire un incentivo e un modello di riferimento anche per i privati.

I dettagli operativi per l’applicazione della Legge sono contenuti in un Decreto Ministeriale in cui sono dettagliati i requisiti tecnici perché un’applicazione/sito web sia accessibile.

Questi requisiti fanno riferimento a linee guida internazionali  definite dal W3C (World Wide Web Consortium), che è l’organismo che si
occupa di definire gli standard per il Web, e sono note come WCAG (Web Content Accessibility Guidelines).

Nel Decreto Ministeriale sono specificate anche le varie attività da svolgere per analizzare un sito al fine di verificarne  il rispetto dei requisiti,  attività che devono essere eseguite da persone con adeguata competenza tecnica e conoscenza delle più diffuse tecnologie assistive.

 

Valutazione ed esperienze

Per valutare l’usabilità occorre invece coinvolgere direttamente persone con disabilità o svantaggiate, che dovranno operare come utenti del sito/applicazione e saranno chiamate a fornire impressioni, indicazioni, suggerimenti migliorativi sulla base della loro esperienza pratica di utilizzo.  E’ importante che queste prove siano gestite in modo strutturato, usando una delle varie metodologie disponibili.

Fra gli obblighi del settore pubblico c’è quello di inserire nei bandi di gara il rispetto dei criteri di accessibilità per tutti i sistemi informatici (vedi anche il nuovo Codice degli Appalti) e la compilazione ogni anno dei propri obiettivi di accessibilità.

Il coordinamento della normativa vigente in tema di accessibilità digitale  è stato affidato dall’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale, ufficio della Presidenza del Consiglio), che gestisce anche un elenco di Valutatori dell’Accessibilità, abilitati a rilasciare una dichiarazione di conformità dopo aver verificato il rispetto dei requisiti tecnici definiti dalla legge.

La Fondazione ASPHI onlus, che si occupa di accessibilità da molti anni, è uno di questi Valutatori e sulla base delle proprie esperienze ha messo a punto uno schema logico che illustra il percorso per implementare e mantenere l’accessibilità digitale (vedi riquadro).

 

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Il tema dell’accessibilità sarà centrale nella prossima edizione di Handimatica, che si terrà a Bologna a fine novembre 2017.   Questa mostra-convegno biennale, dedicata alle tecnologie digitali per una società inclusiva, comprende:

  • una parte espositiva in cui produttori e distributori specializzati presentano le ultime novità tecnologiche (hardware e software);
  • una parte dedicata a convegni e seminari per dibattiti e approfondimenti, in cui vengono affrontati i temi più attuali e vengono presentate esperienze e prassi di lavoro;
  • una parte più sperimentale con workshop e laboratori.

 

Conclusioni

Attualmente la diffusione e applicazione dei criteri di accessibilità e usabilità non è ancora completamente soddisfacente,  in gran parte a causa di una limitata conoscenza della tematica: ciò vale sia per le aziende/organizzazioni che non sempre la richiedono espressamente (e dovrebbero essere sensibilizzate per capire l’importanza di questi elementi), sia per coloro che progettano e sviluppano applicazioni informatiche che non hanno sempre la necessaria competenza tecnica (e dovrebbero partecipare a corsi di formazione tecnica per creare adeguate competenze).

E’ molto difficile trovare dati statistici precisi, tuttavia è opinione diffusa che sia ancora bassa la percentuale di siti/applicazioni, anche del settore pubblico, che rispettano tutti i requisiti: ciò significa che permangono difficoltà di accesso per varie categorie di persone che si trovano in condizioni di disabilità/svantaggio.

Se si considera che ormai qualunque Azienda/Ente/Organizzazione che sia pubblica o privata utilizza sistemi informatici  e tecnologie digitali che possono servire sia all’interno (applicazioni e comunicazioni aziendali, portali, rete Intranet,…) che rivolgersi all’esterno (siti Internet, portali, applicazioni condivise,…) e che in entrambi i casi fra gli utenti, che siano essi i dipendenti, i clienti, gli stakeholders in generale, ci saranno persone con disabilità o con qualche svantaggio, ne deriva che il tema dell’accessibilità è ineludibile.
Come pure quello dell’usabilità, che va a beneficio non solo di queste categorie di persone, ma di tutti.

 

In sintesi, in un mondo sempre più digitale accessibilità e usabilità sono componenti indispensabili dei sistemi informatici, sia sotto l’aspetto sociale (evitando discriminazioni e esclusioni), sia sotto l’aspetto economico (offrendo maggiori e migliori possibilità di interazione con tutti, quindi anche più opportunità di business) e devono essere considerati come elementi di qualità e non semplicemente una costrizione legata a normative di legge.