Dei delitti e delle paure

La criminalità, l'immigrazione e come vengono percepite


Franco Pesaresi | 24 Settembre 2019

L’andamento dei reati in Italia

In Italia, negli ultimi 10 anni  (2008-2017), il totale generale dei delitti ha mostrato un trend altalenante ma dal 2014 in forte riduzione. I delitti commessi nel 2017 sono  280.000 in meno di quelli del 2008 (-10,3%) (Cfr. Tab. 1).  

Tab. 1 – Andamento della delittuosità in Italia (2008-2017)

Anno Delitti commessi Popolazione italiana Delitti ogni 100 residenti in Italia Stranieri residenti
2008 2.709.888 59.000.586 4,59 3.023.317
2009 2.629.831 60.340.328 4,36 3.402.435
2010 2.621.019 60.626.442 4,32 3.648.128
2011 2.763.012 59.394.207 4,65 3.879.224
2012 2.818.834 59.685.227 4,72 4.052.081
2013 2.892.155 60.782.668 4,76 4.387.721
2014 2.812.936 60.795.612 4,63 4.922.085
2015 2.687.249 60.665.551 4,43 5.014.437
2016 2.487.389 60.589.445 4,10 5.026.153
2017 2.429.795 60.483.973 4,02 5.144.440

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat, noi Italia; Ministero interno (2018, 2019) Censis (2018)  

La costante diminuzione dei reati commessi in Italia segue una tendenza che si registra in tutta Europa. In Italia, la riduzione è determinata dall’andamento dei reati degli stranieri anche se non nel senso che in prima battuta si potrebbe ritenere. Gli stranieri mantengono un  tasso di criminalità1 più elevato, anche significativamente, di quello degli italiani ma questo si va riducendo costantemente ed in modo radicale di anno in anno tanto che dal 2006 al 2016 si è quasi dimezzato. Gli stranieri, negli ultimi 10 anni, pur continuando a crescere e pur mantenendo sempre un tasso di criminalità più elevato degli italiani, sono comunque la causa della costante riduzione dei delitti complessivi in Italia perché gli effetti del tasso di crescita della popolazione straniera sono stati più  che compensati dalla radicale  riduzione  del tasso di criminalità degli stranieri. La tendenza costante e  pluriennale alla riduzione del tasso di criminalità degli immigrati sembra essere collegato alla stanzialità duratura degli stranieri nel territorio italiano ed in definitiva al loro livello di integrazione.  

I reati nel 2017

Nel 2017, l’ultimo anno per il quale si hanno dati completi, la flessione dei reati rispetto al 2015  ha riguardato, in particolare, l’usura (-24,75%), le estorsioni (-11,2%),  lo sfruttamento della prostituzione/pornografia minorile (-8,8%), le ricettazioni (-7,7%)  le rapine (-7,1%), i furti (-6,0%); risultano, invece, in aumento gli incendi (+28,8%), il danneggiamento seguito da incendio (+15,0%), le violenze sessuali (+14,5%), i reati in materia di stupefacenti (+9,6%),   le truffe e le frodi informatiche (+8,4%), ed il riciclaggio e impiego di denaro  (+8,2%). Nel 2017, inoltre, sono stati commessi 370 omicidi volontari rispetto ai 400 del 2016 e ai 471 del 2015 (decremento del 21,4% rispetto al 2015). Anche gli omicidi ascrivibili a contesti di criminalità organizzata hanno fatto registrare un decremento, con 45  casi nel 2017 rispetto ai 54 del 2016 e ai 50 del 2015 (Ministero dell’Interno, 2018, 2019). I dati illustrati testimoniano chiaramente che la delittuosità in Italia sta diminuendo e questo accade anche per la maggior parte dei reati più gravi.  

Il confronto con l’Europa

Il confronto con l’Europa non penalizza l’Italia. La frequenza dei reati commessi in Italia si colloca quasi sempre sotto la media dell’Unione Europea, in particolare per i reati che creano maggior allarme sociale (Cfr. Tab.2).  

Tab. 2 – I reati più violenti in Europa – anno 2015

Paesi Omicidi volontari Lesioni dolose Violenze sessuali Furti Rapine
Valori assoluti
Spagna 303 29.056 8.640 205.751 64.581
Italia 471 64.042 4.000 1.045.374 (1) 35.068
Germania 655 127.395 27.243 1.337.196 44.666
Regno Unito (2) 607 433.734 36.317 1.397.807 53.211
Francia 1.017 244.141 19.985 1.227.974 104.913
Ue 28 (2) 4.758 997.110 125.937 7.099.515 366.461
Valori per 100.000 abitanti
Spagna 0,7 62,6 18,6 443,0 139,1
Italia 0,8 105,6 6,6 1.723,2 57,8
Germania 0,8 155,0 33,2 1.627,2 54,4
Regno Unito (2) 0,9 663,4 55,5 2.137,9 81,4
Francia 1,5 365,9 29,9 1.840,2 157,2
Ue 28 (2) 0,9 195,4 24,7 1.391,3 71,8
             

(1) Per l’Italia la voce “furti” è differente rispetto alla classificazione del Ministero dell’Interno. (2) Stima. Fonte: elaborazione Censis su dati Eurostat   Non siamo pertanto in presenza di un peggioramento della situazione né di una emergenza sicurezza, pur permanendo la serietà della situazione. Eppure, guardando i tg e leggendo i giornali l’impressione è del tutto diversa, dato che viene rappresentata una situazione grave, in costante peggioramento.  

Le paure degli italiani

Conseguentemente anche la percezione che si ha è che la preoccupazione degli italiani per la sicurezza sia cresciuta molto negli ultimi anni. Ma è davvero così? Ci aiutano a rispondere tre ricerche recenti ed importanti realizzate proprio nel 2018.   Il primo lavoro è costituito dal rapporto dell’ISTAT  dal titolo “La percezione della sicurezza” (2018). Secondo l’Istituto Statistico la percezione di insicurezza risulta stabile,  rispetto alle precedenti rilevazioni (2008-2009), mentre si riduce l’influenza della criminalità sulle abitudini di vita. E cioè le persone che sentono che i loro comportamenti sono molto o abbastanza influenzati dalla paura della criminalità sono passati dal 48,5% al 38,2%. Tra il 2008-2009 e il 2015-2016, l’Istat stima un miglioramento generalizzato nelle preoccupazioni: il 41,9% dei cittadini è preoccupato di subire uno scippo o un borseggio (-6,3 punti percentuali dal 2008-2009), il 40,5% un’aggressione o una rapina (-7,1 punti percentuali ), il 37% il furto dell’auto (-6,7) e il 28,7% (-14) teme per sé o i propri familiari di subire una violenza sessuale. Il 60,2% dei cittadini è molto o abbastanza preoccupato dei furti nell’abitazione (unico dato stabile). Nonostante il miglioramento, il 33,9% dei cittadini ritiene di vivere in una zona a rischio di criminalità (molto o abbastanza), dato decisamente in aumento rispetto alla rilevazione precedente (+11,9 punti percentuali). Il senso di insicurezza delle donne è decisamente maggiore di quello degli uomini: il 36,6% non esce di sera per paura (a fronte dell’8,5% degli uomini), il 35,3% quando esce da sola di sera non si sente sicura (il 19,3% degli uomini). Gli anziani hanno un profilo di insicurezza simile. Valutazioni più positive sono espresse da coloro che vivono in centri di piccole dimensioni (Istat, 2018).   L’altra recente ricerca è del Censis (2018). Secondo il Centro di ricerca  rimane elevato il timore di essere vittima di un reato. Oltre 19 milioni di italiani (il 31,9% del totale delle famiglie, in linea con quanto rilevato anche dall’Istat) percepiscono il rischio di criminalità nella zona in cui vivono. Il pericolo cresce mano a mano che aumentano le dimensioni del comune di residenza ed è maggiormente avvertito nelle grandi realtà urbane, ove oltre la metà dei residenti percepisce il rischio di subire un reato. La criminalità continua ad essere ritenuta un problema grave, segnalato dal 21,5% degli italiani, al quarto posto dopo la mancanza di lavoro, indicata dal 52,4% della popolazione, l’evasione fiscale (29,2%) e l’eccessivo prelievo fiscale (24%). A preoccuparsi di più per la criminalità sono gli italiani che appartengono a nuclei familiari che hanno un livello economico basso, i quali, presumibilmente, vivono in contesti più disagiati: tra chi ha maggiori problemi economici la criminalità è segnalata come secondo problema (il 27,1% del totale) dopo la mancanza di lavoro (Censis, 2018).   La terza ricerca, commissionata dalla Commissione Europea, è stata pubblicata nel n. 469 di Eurobarometer nell’aprile del 2018, ed è tutta finalizzata ad indagare il pensiero della popolazione europea sull’integrazione degli immigrati nell’Unione Europea. Rispetto ai cittadini di altri Stati dell’UE, gli italiani percepiscono come particolarmente forte il legame tra immigrazione e criminalità. Tre quarti degli intervistati italiani ritengono che gli immigrati peggiorano i problemi di criminalità nel loro Paese; Solo Malta ha una percentuale più elevata (79%). Rispetto alla media europea del 57%, gli intervistati italiani che ritengono che gli immigrati peggiorino la situazione della criminalità rappresentano il 74% dell’intero campione, con una differenza di +17 punti percentuali (Cfr. Fig. 1). Allo stesso tempo, gli italiani, rispetto agli intervistati in altri Paesi europei, tendono anche a credere di meno che l’integrazione degli immigrati sarebbe favorita dall’introduzione di programmi ad hoc (Eurobarometer, 469/2018). Emergono dunque differenze sostanziali tra gli orientamenti degli italiani e quelli degli europei sul rapporto fra immigrazione  e criminalità.  

Fig. 1 – La percezione degli europei degli effetti dell’immigrazione sulla criminalità  width= Fonte: Eurobarometer n.469/2018.  

In conclusione

  1. In Italia, dal 2014, i delitti complessivi si riducono costantemente così come si riducono quasi tutti i reati considerati più gravi e violenti. Lo stesso trend di riduzione dei delitti si registra anche negli altri paesi europei. Per quel che riguarda gli omicidi, per esempio, l’Italia è al suo minimo storico.
  2. Gli stranieri, negli ultimi 10 anni, pur continuando a crescere e pur mantenendo sempre un tasso di criminalità più elevato degli italiani, sono comunque la causa della costante riduzione dei delitti complessivi in Italia perché gli effetti del tasso di crescita della popolazione straniera sono stati più  che compensati dalla radicale  riduzione  del tasso di criminalità degli stranieri. Proprio per questo sembra evidente un collegamento fra la permanenza duratura degli stranieri nel territorio italiano e quindi del loro livello di integrazione e la riduzione dei loro tassi di criminalità.
  3. Il calo della criminalità non si è però tradotto in una percezione di maggiore sicurezza personale e la paura sembra essere diventata la chiave interpretativa di molti dei comportamenti degli italiani. Nonostante le statistiche ufficiali ci mostrino come in Italia non vi sia stato un aumento degli episodi criminali, né ci si trovi di fronte ad una emergenza sicurezza, la popolazione ritiene che la criminalità in Italia stia crescendo e che ciò sia dovuto alla presenza degli immigrati e all’aumento dei flussi migratori degli ultimi anni.  Questa situazione è alimentata soprattutto da alcune forze politiche e dagli organi di informazione che fomentano le paure dei cittadini prospettando un quadro falsato della realtà per beneficiare del consenso elettorale ma producendo delle fratture allarmanti all’interno della società e nella convivenza civile.
  4. La percezione della insicurezza a causa della criminalità è elevata, soprattutto nelle grandi città e nei ceti più popolari. Ed è più sentita dalle donne e dagli anziani. Un terzo degli italiani ritiene di vivere in una zona a rischio di criminalità. Tra i problemi più gravi sentiti dalla popolazione italiana, la criminalità viene collocata al quarto posto che però sale al secondo posto tra i ceti più popolari.
  5. La percezione di insicurezza è stabile. Negli ultimi 10 anni non è cresciuta, contrariamene a quello che si pensa,  mentre l’influenza della criminalità sulla vita delle persone è addirittura diminuita. l’Istat ha registrato un miglioramento generalizzato nelle preoccupazioni circa il rischio di subire un reato  con l’unica eccezione dei furti nell’abitazione. In sintesi, quindi non c’è una crescente paura nei confronti della criminalità ma i livelli attuali pur sostanzialmente stabili, sono elevati e richiedono interventi pubblici di ampio respiro che non prevedano solo un sistema repressivo più efficace ma anche un intervento di recupero e rivitalizzazione delle periferie delle città unite ad interventi di inclusione e di integrazione che riducano le aree di marginalità e irregolarità. Una particolare attenzione dovrà essere posta proprio nel cercare di dare sicurezza ai soggetti più fragili il che richiede interventi di riorganizzazione dei servizi della città.
  6. Il 74% degli italiani pensano che gli immigrati peggiorano i problemi di criminalità e quindi, che in qualche modo, siano concausa dell’elevato livello di criminalità del paese. Si tratta di una quota molto elevata, la più alta in Europa dopo Malta.
  7. Nel loro complesso, le diverse ricerche analizzate segnalano un livello dei timori della popolazione nei confronti della criminalità e dell’immigrazione come concausa della stessa molto elevato, seppur stabile. Sarebbe sbagliato pensare che il tema dell’immigrazione sia soltanto una questione di mal percezione perché i suoi effetti sugli atteggiamenti dei cittadini sono concreti e reali. Ed è soprattutto con quelli che la politica deve fare i conti. Non tenere conto di questi elementi nelle politiche di comunicazione e di coesione sociale delle istituzioni ma anche degli organi di informazione rappresenterebbe un grave errore.
  1. Il tasso di criminalità è definito dal rapporto tra il numero dei reati denunciati e la popolazione residente in un determinato anno.