Istat, continua la crescita del non profit


Gianfranco Marocchi | 5 Novembre 2020

Dal 2015 l’Istat rilascia annualmente aggiornamenti ai dati sulle Istituzioni non profit italiane; ciò avviene integrando diverse fonti di origine amministrativa con una rilevazione campionaria e consente di disporre da 4 anni a questa parte di una serie storica sulle principali informazioni – il numero di enti, la forma giuridica, il numero di lavoratori, il settore di attività, la collocazione territoriale – che descrivono queste organizzazioni.

 

Va subito precisato che l’universo delle Istituzioni non profit non corrisponde al Terzo settore per due motivi: vi possono essere enti esplicitamente esclusi dalla normativa dall’insieme delle organizzazioni di Terzo settore (es. sindacati e associazioni datoriali) che sono invece considerati Istituzioni non profit dall’Istat e possono esservi enti (es. associazioni diverse dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale) potenzialmente riconoscibili come enti del Terzo settore (e che potrebbero voler essere riconosciuti come tali quando sarà operativo il Registro unico), ma che in questa fase transitoria non sono incluse nelle forme giuridiche automaticamente considerate di Terzo settore (appunto OdV, Aps, cooperative sociali, imprese sociali, Onlus). Secondo le stime Istat, gli attuali Enti di Terzo settore rappresentano circa un quarto delle Istituzioni non Profit, anche se tale stima andrà probabilmente rivista con l’entrata a regime del Registro unico.

 

Ma veniamo ai principali dati, aggiornati al 31 dicembre 2018.

Le organizzazioni non profit, come si vede dal prospetto sottostante, continuano la crescita ininterrotta dalla prima rilevazione dell’Istituto risalente al 2001 sia in termini di numero di enti, cresciuti dell’84% e oggi pari a 359.574 unità, sia in termini di lavoratori, cresciuti dell’85% sino al numero attuale di 853.476. La crescita è assai significativa anche se ci riferiamo ad anni più vicini e quindi al 2015 quando sono iniziate le rilevazioni annuali: gli enti crescono del 7% in tre anni e i lavoratori dell’8%.

Il peso delle istituzioni non profit sull’economia italiana, cresciuto in modo significativo se confrontato con i dati 2001 e 2011, appare stabile negli ultimi quattro anni considerati: circa il 7% dei lavoratori dipendenti del nostro paese opera in questo tipo di organizzazioni.

 

Fonte: Istat, Report Struttura e profili del settore non profit, 9 ottobre 2020.

 

Guardando più da vicino quanto accaduto nell’ultimo anno, si conferma – anzi si consolida – l’aumento del numero di organizzazioni, cresciute del 2.6% tra il 2017 e il 2018, mentre l’occupazione ha un andamento meno pronunciato, con una crescita limitata all’1%. I dati del prossimo anno, riferiti al 2019, potranno chiarire se si tratta di semplici oscillazioni statistiche o riflettono fenomeni in atto che necessitano di approfondimenti, anche se si tratterà pur sempre di considerazioni da rivedere rispetto all’impatto che avrà l’emergenza Covid su questi fenomeni.

 

Fonte: slide di Massimo Lori presentate alle Giornate di Bertinoro il 12 ottobre 2020.

 

È utile provare ora a disaggregare questi dati sia su base territoriale, sia con riferimento alla forma giuridica.

Rispetto alla ripartizione geografica, permane una netta prevalenza delle regioni del nord, dove operano il 51% degli enti e il 58% dei lavoratori; al centro sono presenti circa un quinto sia degli enti che dei lavoratori, mentre nell’Italia sud insulare si trovano il 27% degli enti e meno del 20% dei lavoratori; questi dati evidenziano come gli enti del nord Italia, oltre ad essere più numerosi, abbiano dimensioni medie più elevate, essendo la quota di lavoratori più alta di quella degli enti.

 

Fonte: slide di Massimo Lori presentate alle Giornate di Bertinoro il 12 ottobre 2020.

 

Le elaborazioni proposte da Istat consentono inoltre di seguire lo sviluppo della presenza geografica nel corso del tempo; i successivi grafici, elaborati da Massimo Lori dell’Istat e presentati alle Giornate di Bertinoro il 12 ottobre scorso, rendono pari a 100 il dato del primo censimento sulle Istituzioni non profit del 2001 e illustrano lo sviluppo nel corso del tempo sia degli enti che dei dipendenti. L’esito è quello ben illustrato nei grafici seguenti: in tutte le aree del territorio si assiste ad una crescita significativa rispetto al 2011, sia del numero di enti che dei lavoratori. Il Mezzogiorno, che parte da livelli più bassi rispetto al centro nord, si sviluppa maggiormente nell’ultimo periodo sia in termini di enti che di occupati; da segnalare comunque la crescita significativa del nord est, che pure parte da livelli assai superiori, mentre la parte insulare vede una crescita significativa di enti nell’ultimo anno a fronte di una stabilità del numero di occupati.

 

Fonte: slide di Massimo Lori presentate alle Giornate di Bertinoro il 12 ottobre 2020.

 

L’analisi delle forme giuridiche mette in mostra le particolarità dei diversi soggetti non profit del nostro paese: se ci si riferisce agli enti, la grande maggioranza sono associazioni, che rappresentano nel 2018 l’85% delle istituzioni non profit. Se si guarda al numero degli occupati emerge invece una situazione molto diversa: le cooperative sociali, che rappresentano il 4.4% degli enti, raccolgono il 53% dei lavoratori, mentre le associazioni danno lavoro al 19% degli occupati totali delle istituzioni non profit.

 

Fonte: slide di Massimo Lori presentate alle Giornate di Bertinoro il 12 ottobre 2020.

 

Interessante in questo caso anche verificare l’andamento in parallelo dell’evoluzione di numero di enti e lavoratori per le diverse forme giuridiche nel corso del tempo.

In termini generali, l’aumento di enti e di lavoratori segue andamenti simili (entrambi i dati, fatta pari a 100 la quantità del 2016, assommano a 105 nel 2018), ma emerge la particolarità delle cooperative sociali (linea arancione) che invece cresce notevolmente in termini di numero di lavoratori – al pari delle altre forme giuridiche – senza invece crescita del numero di enti.

 

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

 

Con riferimento poi all’ultimo anno considerato, il 2018, si osserva come il maggiore contributo all’aumento occupazionale sia dato proprio dalle cooperative sociali, pari al 2.4%, 10.665 unità, tra l’altro in un momento in cui l’occupazione nelle associazioni diminuisce di oltre 5 mila unità; ma questo si verifica contemporaneamente ad una seppure minima riduzione del numero di cooperative.

 

Fonte: Istat, Report Struttura e profili del settore non profit, 9 ottobre 2020

 

Si constata in altre parole un seppur lieve aumento delle dimensioni medie della cooperazione sociale, a fronte del mantenimento o meglio di un minimo ridimensionamento del numero di lavoratori medi nelle Istituzioni non profit con altre forme giuridiche.

In che misura questo tipo di dinamiche rappresentino una tendenza in corso degna di analisi o un elemento contingente, richiederebbe di disporre di successive serie storiche; ma anche in questo caso le vicende nel frattempo intervenute legate alla crisi epidemica del 2020 introducono elementi ulteriori che solo dati successivi consentiranno di codificare.