Italia 2018: stranieri stabili ma aumentano gli irregolari


Franco Pesaresi | 12 Maggio 2019

Nel 2018, gli stranieri presenti a vario titolo in Italia sono aumentati in modo contenuto, di circa 56.700 unità.  A questa conclusione si è giunti dopo una valutazione complessiva che ha tenuto conto di tutte le tipologie e cioè degli stranieri residenti, di quelli regolari ma non residenti,  degli stranieri sbarcati ed infine anche degli irregolari. Vediamo i dati.

 

Gli stranieri residenti

Gli stranieri residenti  sono 5.234.000  pari all’8,7% della popolazione.  Rispetto al 2017 sono aumentati di 169.000 unità. L’aumento degli stranieri è pari al 3,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La crescita di stranieri è apparentemente contenuta ma per comprenderla appieno occorre tener conto delle acquisizioni di cittadinanza. Il dato del 2018 non è ancora disponibile ma si stima che le acquisizioni della cittadinanza italiana da parte di stranieri siano state circa 170.000 mentre i dati definitivi del 2017 e del 2016 ci dicono che sono state rispettivamente 147.000 e 202.000. Negli ultimi tre anni gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana sono stati oltre mezzo milione, un numero molto elevato rispetto al panorama europeo. Le acquisizioni della cittadinanza italiana hanno ridotto di un pari numero gli stranieri residenti per cui, in effetti, gli stranieri che hanno chiesto ed ottenuto la residenza nei comuni italiani sono in numero doppio di quelli che risultano formalmente.

Anche se  la percezione della popolazione italiana è diversa, la maggioranza degli stranieri residenti in Italia sono europei (50,5%) e soprattutto provenienti dall’Unione Europea (31,1%). La prima nazionalità presente nel territorio nazionale è infatti quella rumena (23,1%) seguita da quella albanese (8,6%). Il secondo continente per presenza è quello africano con il 20,6% di stranieri residenti in Italia trascinati soprattutto dalla comunità marocchina che con l’ 8,1% degli immigrati si colloca al terzo posto fra le nazionalità maggiormente presenti in Italia (Istat, 2018; Eurostat, 2018). Segue poi l’Asia con il 19,7% degli stranieri (la Cina è la nazionalità più frequente con il 5,6%) e l’America del sud con il 7,2% (il Perù con il 2% ha la rappresentanza più folta).

 

Gli stranieri regolari ma non residenti

Gli stranieri regolari ma non residenti hanno un regolare permesso di soggiorno ma non sono iscritti all’anagrafe di nessun comune italiano. Sono stati stimati in 188.641 unità all’1/1/2018 (erano  312.000 nell’anno precedente) (Idos, 2018). Si tratta per circa due terzi di cittadini non comunitari con regolare permesso di soggiorno ma che non risultano iscritti in anagrafe, perché spesso in attesa del disbrigo delle pratiche del caso, che possono richiedere anche tempi lunghi. Si stima che un terzo sia costituito da cittadini comunitari non ancora iscritti per un probabile sfasamento temporale tra il trasferimento in Italia per un soggiorno superiore a tre mesi e la registrazione anagrafica (Idos, 2018).

Gli stranieri regolari ma non residenti del 2018 costituiscono uno dei valori più bassi degli ultimi 15 anni.  La loro presenza è costante ma con valori piuttosto variabili.

 

I migranti sbarcati e i richiedenti asilo

Nel 2018 a fronte di 23.370 migranti sbarcati le richieste di asilo sono state superiori arrivando a 49.200. Non è il dato di richieste di asilo più basso come qualcuno potrebbe pensare. Tutt’altro. Negli ultimi 10 anni, metà delle volte si è registrato un valore più basso di questo.

Va precisato, inoltre, che non è raro che le richieste di asilo superino gli sbarchi e gli arrivi. E’ successo 5 volte negli ultimi 10 anni. Probabilmente si accumulano le domande di persone giunte in annualità diverse.

Le norme italiane, fino a tutto il 2018, prevedono l’obbligo di iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo1. Questi migranti ospitati nei centri di accoglienza o del circuito della rete SPRAR2 devono essere iscritti all’anagrafe della popolazione residente applicando l’istituto della convivenza anagrafica.  Questo significa che dobbiamo dare per scontato che il totale dei richiedenti asilo ospitati nelle diverse strutture di accoglienza sono computati nel totale degli stranieri residenti in Italia e che, in base alla normativa, il sistema anagrafico italiano dovrebbe essere anche aggiornato sulle effettive presenze dei richiedenti asilo nel sistema di protezione.

Rimane da valutare come considerare quella quota di migranti che sbarca sulle coste italiane o che arriva attraverso altre vie e che non fa richiesta di asilo. In questi ultimi anni i migranti “economici” sbarcati che non presentano domanda di asilo sono in costante diminuzione in termini di  percentuale sul totale degli sbarchi.  Il loro calcolo è però difficile dato che, come abbiamo visto, in molti casi il numero dei richiedenti asilo supera quello degli arrivi segno che possono anche esserci domande di asilo che provengono da soggetti arrivati o in altro modo o in annualità precedenti. Per stimare la loro presenza si è scelto di calcolare, per ogni anno, la percentuale media dei migranti che non hanno presentato la richiesta di asilo degli ultimi 10 anni (nel 2015 erano il 41,3%; nel 2016 il 38,4%, nel 2017 il 31,4% e nel 2018 il 27,9%). Tale percentuale media è stata poi moltiplicata per il numero annuo dei migranti sbarcati. Seguendo questo criterio si stima che, i migranti economici sbarcati nel 2018 nelle coste italiane siano stati mediamente 6.520.   Per i migranti economici è previsto un percorso diverso dai richiedenti asilo che prevede anche il rimpatrio assistito ma nella realtà spesso se ne perdono le tracce.

 

Gli stranieri irregolari

La presenza straniera effettiva contempla poi il computo di diverse categorie di irregolari: titolari di permessi di soggiorno non più in corso di validità, persone venute in Italia in esenzione di visto (o più spesso con visto turistico) e trattenutesi oltre il consentito, richiedenti asilo diniegati e inottemperanti all’ingiunzione di lasciare l’Italia, persone arrivate in Italia senza autorizzazione e trattenutesi anche se intimate di espulsione.

Nel mese di aprile 2019 il Ministro dell’Interno Salvini ha comunicato che dal 2015  sono diventati irregolari circa 90.000 stranieri. In realtà il dato è parziale e fuorviante. Intanto perché non tiene conto degli arrivi via mare degli anni precedenti; solo negli anni 2013 e 2014 anni sono sbarcati 213.000 migranti una quota dei quali sono diventati irregolari per le cause già elencate. Inoltre, il Ministro non ha tenuto conto del fatto che molti migranti che non provengono dall’Africa o dal Medio Oriente arrivano in Italia  grazie ad un visto turistico e poi rimangono a lavorare in nero perché mettersi in regola è molto complicato o perché lo ritengono più conveniente. Occorre rammentare, a questo proposito,  che solo fra le badanti e le colf, le straniere irregolari, sono stimate in circa 100.000 unità (Pasquinelli, 2018). A tutte queste persone si aggiungono poi gli stranieri che diventano irregolari perché non viene rinnovato loro il permesso di soggiorno (per esempio a causa della perdita del lavoro).

La stima più attendibile sugli stranieri irregolari presenti nel territorio italiano continua pertanto ad essere quella della Fondazione ISMU (2018) che da molti anni segue il fenomeno e ne valuta la dimensione. La Fondazione stima che al 1° gennaio 2018 la popolazione straniera irregolare, e cioè senza il possesso di un valido titolo di soggiorno, ammontava a 533.000 unità (contro i 491.000 dell’anno precedente). Si tratta dell’8,9% degli stranieri presenti nel territorio italiano.

La presenza degli stranieri irregolari è in costante crescita dal 2013, quando si sono esauriti gli effetti dell’ultima sanatoria attivata l’anno prima dal Governo Monti. Ad alimentare tale crescita sono stati il consistente flusso di ingressi non autorizzati via mare intensificatosi a partire dal 2014, la frequente assenza di una formale richiesta di protezione internazionale e i molteplici casi di diniego (ISMU, 2018).

A mantenere elevato il numero degli irregolari concorre anche il basso numero di rimpatri. Tra il 2015 e il 2017 sono stati emessi 95.910 fogli di via mentre i rimpatri effettivi sono stati solo 16.899 pari al 17,6% del totale degli espulsi. Lo stesso trend si è registrato nel 2018 con 6.820 rimpatri in linea con i dati dell’anno precedente.

 

Il totale degli stranieri in Italia

Nel complesso, nel 2018, gli stranieri presenti in Italia a vario titolo erano 5.962.161 (Cfr. Tab. 2), pari al 9,9% della popolazione complessiva residente. Gli stranieri sono  aumentati di 56.679  unità rispetto all’anno precedente soprattutto a causa dell’andamento degli stranieri residenti e degli stranieri irregolari. L’aumento della presenza complessiva degli stranieri è stato dell’1,0% rispetto all’anno precedente.

 

Tab. 2 –  Il numero complessivo degli stranieri in Italia

Stranieri in Italia 2015 2016 2017 2018
Stranieri residenti 5.026.153 5.047.028 5.065.000 5.234.000
Stranieri regolari ma non residenti* 407.000 472.039 312.000 188.641
Migranti sbarcati che non richiedono asilo (migranti economici) 63.537 69.671 37.482 6.520
Stranieri irregolari* 404.000 435.000 491.000 533.000
TOTALE 5.900.690 6.023.738 5.905.482 5.962.161

*dati stimati al 1° gennaio.

 

Conclusioni

Nel 2018, la popolazione straniera presente a vario titolo (o senza titolo) nel territorio italiano è aumentata dell’1% rispetto al 2017, collocando il numero complessivo degli stranieri al di sotto del numero complessivo stimato per il 2016. Il quadro complessivo è pertanto quello della sostanziale stabilità.

Ma dentro un quadro di compensazione dei numeri degli stranieri presenti in Italia si evidenziano alcuni fenomeni. A fronte di una riduzione radicale del numero degli sbarchi che è passato dai 119.369 del 2017 ai 23.370 del 2018 è aumentato in modo molto significativo il numero degli stranieri residenti. Non deve trarre in inganno la differenza di un + 169.000 registrato nel 2018 tra gli stranieri residenti. In realtà sono stati circa il doppio se teniamo conto che circa 170.000 sono stati gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana e che quindi sono stati sottratti dal numero degli stranieri residenti.

L’altro elemento caratterizzante il 2018 è l’aumento degli stranieri irregolari che supera la cifra del mezzo milione con un aumento dell’8,5% rispetto all’anno precedente. Si tratta dell’unico dato davvero preoccupante tenuto anche conto che negli ultimi anni – come si può desumere dalla Tab. 2 – tale numero è andato costantemente aumentando. Come è noto, gli stranieri irregolari non potendo accedere ad un lavoro regolare finiscono per alimentare il lavoro nero (lavoro di cura, lavoro domestico, commercio, edilizia, agricoltura, ecc.) e la criminalità. La riduzione del numero degli stranieri irregolari rappresenta pertanto la vera priorità nelle politiche per l’immigrazione.

 

 

  1. Dal 2019, con il D. L. 113/2018, le cose cambiano e i migranti accolti nel sistema di accoglienza non potranno più avere la residenza.
  2. Lo SPRAR è il sistema nazionale di seconda accoglienza composto da una rete di enti locali che realizzano progetti di accoglienza integrata destinati a richiedenti protezione internazionale, rifugiati, titolari di protezione sussidiaria e umanitaria e minori stranieri non accompagnati. Dal 2019 viene sostituito dal SIPROIMI.