La scuola italiana viaggia tra la Serbia e la Svezia


Giancarlo Lizzeri | 9 Luglio 2021

La scuola in Italia non è messa bene. Sulla base dei risultati dell’indagine Pisa (indagine che viene effettuata sui ragazzi di 15 anni in tantissimi Paesi) ci collochiamo in fondo alla graduatoria OCSE in tutte e tre le materie oggetto di quell’indagine (comprensione di ciò che si legge, matematica e scienze).

 

Utilizziamo i dati di questa e di altre indagini per trattare comparativamente con le scuole di altri paesi due aspetti specifici e particolarmente critici della nostra scuola: le disuguaglianze territoriali e le arretratezze su dotazioni e competenze di crescente rilevanza, quali quelle matematiche, informatiche e finanziarie.

 

Quanto esporremo andrebbe certamente collocato in una riflessione ben più ampia, ma trattarli può essere utile anche per apportare delle informazioni spesso poco considerate anche in analisi più complessive. Come abbiamo detto, un primo profilo particolarmente critico che vogliamo considerare riguarda le disuguaglianze territoriali della nostra scuola. Dato che essa è gestita in modo fortemente centralizzato, questo dovrebbe garantire quanto meno risultati di apprendimento relativamente omogenei nelle varie aree del Paese. Eppure, dal punto di vista scolastico l’Italia è un insieme di realtà territoriali fortemente disomogenee. Molto più di quanto normalmente si pensi1.

 

Giudicando dalle indagini svolte dall’OCSE (risultati PISA sui quindicenni in matematica, scienze e comprensione della lettura) la scuola italiana vive in tre Paesi diversi. Il Nord ha risultati alla pari con i Paesi scandinavi (addirittura un po’ meglio della Svizzera), il Mezzogiorno ha risultati che si collocano nei Balcani, all’incirca in Serbia. Il Centro Italia a metà strada.

Come si vede nella Tavola 1, i risultati dell’indagine PISA, che l’OCSE svolge ogni 3 anni sugli alunni di 15 anni, fa emergere tre Italie del tutto distinte. I quindicenni delle regioni del Nord-Est e del Nord-Ovest frequentano scuole che hanno un punteggio PISA in linea con quello dei quindicenni del Regno Unito e della Svezia. Un po’ meglio dei quindicenni svizzeri. I quindicenni del Mezzogiorno e delle Isole hanno risultati che li pongono alla pari grosso modo con i loro coetanei Serbia e Cile, leggermente al di sotto rispetto ai quindicenni della Turchia. I quindicenni che frequentano le scuole nel Centro Italia sono a metà strada, con risultati pari a quelli della media dei Paesi OCSE.

Anche all’interno di altri Paesi Europei esistono notevoli differenze nei risultati PISA. Ma non esistono mai distanze così vistose. I risultati peggiori nel Regno Unito, ad esempio, si registrano nel Galles, dove abita tuttavia solo il 5% della popolazione britannica e dove si registra comunque una differenza del punteggio PISA molto più contenuto.

 

Tavola 1 – I quindicenni italiani vanno a scuola in tre Paesi diversi
LETTURA MATEMATICA SCIENZE MEDIA
ITALIA NORD EST 501 515 497 504
ITALIA NORD OVEST 498 514 491 501
REGNO UNITO 504 502 505 504
SVEZIA 506 502 499 502
SVIZZERA 484 515 495 498
ITALIA CENTRO 484 494 473 484
MEDIA OCSE 487 489 489 488
ITALIA SUD 453 458 443 451
ITALIA ISOLE 439 445 430 438
TURCHIA 466 454 468 462
SERBIA 439 448 440 442
CILE 452 417 444 438
ITALIA 476 487 468 477

Fonte: OCSE-PISA 2018 – Rapporto Nazionale

 

In Spagna le tre comunità autonome con i peggiori risultati PISA sono l’Andalusìa, la Murcia e le Isole Canarie (un quarto della popolazione spagnola). Ma la differenza nel loro punteggio PISA rispetto alle regioni con i risultati migliori (Madrid, Galizia, Asturie e Cantabria) è pari all’incirca alla metà rispetto a quella che si registra tra Mezzogiorno e Nord-Italia. E questo nonostante il fatto che il sistema scolastico spagnolo sia gestito in modo assai più decentrato rispetto a quello italiano.

Se si vuole sul serio superare il divario Nord-Sud è proprio da un forte investimento per superare tale divario nella scuola che occorre partire.

 

Dotazioni e competenze informatiche e finanziarie nelle nostre scuole

Passiamo ora ad un altro profilo di analisi, quello delle dotazioni strumentali e delle competenze informatiche e finanziarie. Abbiamo detto che l’indagine Pisa analizza il livello degli studenti quindicenni sotto tre profili: comprensione di ciò che si legge, matematica e scienze. Ci limitiamo qui a considerare un aspetto di questi, non perché più importante ma perché particolarmente critico per i nostri studenti. E anche perché il loro domani, a prescindere dal mestiere che faranno, sarà fatto di molti numeri. Numeri informatici innanzitutto. Tutti avranno bisogno di un buon livello di alfabetizzazione tecnologica, e di certo non solo per fare didattica a distanza. Oggi è impossibile che un insegnante acquisisca ascendente nei confronti dei suoi studenti se è non è capace di usare meglio di loro gli strumenti che molto di essi usano per studiare e divertirsi. Se in Romania lo sanno fare, forse lo possiamo fare anche nelle nostre scuole.

Il futuro dei ragazzi sarà fatto anche di molti numeri finanziari. Tutti i ragazzi avranno bisogno nella loro vita di un buon livello di alfabetizzazione finanziaria. Il quindicenne che vive in un Paese povero come l’Estonia sa cosa vuol dire reddito, risparmio, tasso di interesse, mutuo. Sa leggere una bolletta, sa fare delle percentuali. Al quindicenne italiano non viene insegnato nulla di tutto ciò.

 

Internet nelle scuole primarie e secondarie

Per l’alfabetizzazione informatica è cruciale che le scuole abbiano un qualificato livello di connessione. La velocità del collegamento Internet di cui una scuola è fornita è il singolo miglior indicatore della dotazione tecnologica complessiva della scuola. La velocità del collegamento Internet è significativa di per sé. Essa è inoltre il fattore di maggior traino della ulteriore dotazione informatica della scuola (in particolare la dotazione di PC e di software per gli studenti.

Indagini della Commissione Europea del 2018/19 mettono in evidenza il numero di studenti di scuole primarie e secondarie che frequentano scuole con un collegamento Internet superiore a 30Mbps nel 2018. La media tra tutti i Paesi dell’Unione (Paesi membri dell’Est Europa inclusi) è del 47%. Con punte vicino al 100% in Danimarca, Svezia, Belgio e Paesi Bassi. L’Italia nel 2018 veniva decisamente in coda con solo il 20% delle scuole raccordate ad Internet con un collegamento di almeno 30Mbps (percentuale superata anche dalla Romania). Lo stesso risultato è confermato nella seconda colonna della stessa tavola, dove si espone la percentuale delle scuole (pesate in numero di studenti) il cui dirigente denuncia un’inadeguatezza del collegamento Internet nel 2019. Ancora una volta l’Italia arriva in ultima posizione: il 43% degli studenti italiani frequentano una scuola i cui presidi giudicano inadeguato il collegamento Internet di cui la scuola è dotata. Nella media dei Paesi dell’Unione la stessa percentuale è pari al 24 per cento. Essendo molti presidi persone in età non giovane (soprattutto in Italia) e probabilmente non espertissime in tecniche digitali, è possibile che la valutazione circa l’inadeguatezza del collegamento Internet esistente a scuola sia notevolmente sottostimata.

 

Tavola 2 – Internet nelle scuole primarie e secondarie
PAESI EUROPEI % Scuole con collegamento internet >30 MBPS (1)  % Scuole con collegamento intenet inadeguato (2)
DANIMARCA 95 11
SVEZIA 93 4
BELGIO 90 22
PAESI BASSI 87 6
SPAGNA 73 19
UNGHERIA 70 25
AUSTRIA 69 18
PORTOGALLO 61 38
FRANCIA 51 27
POLONIA 50 n.a.
GERMANIA 50 n.a.
ROMANIA 48 36
ITALIA 20 43
UNIONE EUROPEA 47 24

Fonte: (1) Commissione Europea, Education and Training Monitor 2019; (2) Commissione Europea, Education and Training Monitor 2020.

 

Livello di alfabetizzazione finanziaria degli studenti italiani

Dalla dotazione tecnologica passiamo a considerare la formazione degli operatori, gli studenti. Nella scuola secondaria italiana non esiste una “materia” di insegnamento che faccia apprendere agli studenti gli strumenti indispensabili per gestire in futuro l’elevato flusso di informazioni finanziarie che li riguarderanno da vicino. I risultati si vedono.

Nel 2018 la ricerca PISA dell’OCSE ha svolto per la seconda volta un’indagine sul livello di alfabetizzazione finanziaria degli studenti di 15 anni in 20 Paesi tra cui l’Italia.  L’indagine mette in evidenza il livello di conoscenza e di familiarità che i quindicenni hanno nei confronti di strumenti importanti per avere in futuro un buon livello di cittadinanza finanziaria.  Saper ad esempio calcolare una percentuale, sapere la differenza tra prezzi e costi, conoscere concetti quali reddito, imposte, tasso di interesse, risparmio e rendimento del risparmio, capire le bollette ecc.  I risultati peggiori, in termini relativi, sono proprio quelli relativi agli studenti italiani (vedi Tavola 3).  Secondo un calcolo fatto nel rapporto PISA (pag. 65) in Italia si riscontra la maggior distanza negativa tra il risultato relativo alla alfabetizzazione finanziaria e il risultato che era atteso sulla base del punteggio ottenuto dagli stessi studenti italiani in lettura e matematica. Il punteggio di alfabetizzazione finanziaria dei quindicenni italiani è più basso di ben il 17% rispetto al risultato atteso in base al loro punteggio PISA. Estonia e Finlandia hanno gli studenti con la più elevata alfabetizzazione finanziaria. Ma anche in Russia e Spagna i risultati superano in modo notevole quelli degli studenti italiani. Il livello di alfabetizzazione finanziaria dei quindicenni italiani è peggiore, e di molto non solo rispetto ai quindicenni di Paesi più ricchi (Stati Uniti, Australia, Finlandia) ma anche rispetto ai quindicenni di Paesi più poveri aderenti all’OCSE (Spagna, Portogallo, Estonia).

 

L’insieme delle informazioni sulla scuola che abbiamo selezionato e qui proposto concorrono con tanti altri elementi a evidenziare la grande attenzione e l’impegnativo lavoro che la nostra scuola richiede per elevare la sua qualità nelle sue diverse componenti, garantirne una copertura territoriale omogenea e  avvicinarla a quella dei Paesi europei più avanzati.

 

Tavola 3 – Livello di alfabetizzazione finanziaria a 15 anni
PAESI PUNTEGGIO
ESTONIA 547
FINLANDIA 547
CANADA 532
AUSTRALIA 511
POLONIA 520
STATI UNITI 506
PORTOGALLO 505
RUSSIA 495
SPAGNA 492
ITALIA 476
CILE 451
SERBIA 444
MEDIA OCSE 505

Fonte: PISA 2018, Results. Vol. IV

  1. Vedi anche il recente articolo dell’autore pubblicato su welforum.it

Commenti

Articolo che offre un’analisi rigorosa ed esauriente della situazione.
Le informazioni che non si potranno mai raccogliere, purtroppo, riguardano la qualità media dei dirigenti dello stato nel Sud, in particolare dei dirigenti scolastici.
Spiegherebbe molte cose.