Osservatorio Isnet – Istantanee dalla XVI edizione

“Energie nuove e nuove energie”. Processi inclusivi e ricambio generazionale


Laura Bongiovanni | 30 Marzo 2023

Il tema della XVI edizione 

L’Osservatorio Isnet, giunto alla sua XVI edizione, realizzato con il patrocinio del Ministero del Lavoro e dell’Istituto Italiano di Tecnologia, rappresenta un appuntamento consolidato per aggiornare gli indicatori economici dell’impresa ad impatto sociale e restituire una fotografia delle principali dinamiche e direzioni di sviluppo. L’anteprima dei risultati è stata rilasciata nel marzo 2023 e contiene dati riferiti all’anno 2022; si tratta di banca dati di oltre 100 indicatori costantemente aggiornati per la verifica delle tendenze e consultabile da tutti gli addetti ai lavori (la sintesi della XVI edizione è disponibile a questo indirizzo). Una banca dati di oltre 100 indicatori costantemente aggiornati per la verifica delle tendenze e consultabile da tutti gli addetti ai lavori. L’ultima indagine ha interrogato il Panel di 400 imprese sociali cooperative sociali e 50 altre imprese sociali (imprese sociali di diritto diverse dalle cooperative sociali, Società Benefit e SIAVS) con un focus dedicato sulla crisi energetica e il ricambio generazionale. “Nuove energie ed energie nuove” è il titolo del rapporto per evidenziare dalla lettura dei dati, da un lato la capacità delle imprese sociali di generare meccanismi inclusivi della comunità ed orientati alla sostenibilità, le “nuove energie”, e d’altro canto, la necessità di attivare processi di ricambio generazionale, a fronte della difficoltà di reperire le nuove risorse dichiarata da più di 7 imprese su 10. Ne risulta l’urgenza di ricercare modalità anche innovative per avvicinare e coinvolgere “energie nuove”

I principali risultati

Le istantanee fotografate dall’ultima edizione dell’Osservatorio restituiscono l’immagine di un’impresa sociale che, anche a fronte della crisi energetica in atto, non si fa trovare impreparata dimostrando la capacità di attivare soluzioni anche inedite. Oltre agli investimenti sull’efficientamento energetico e sulle energie rinnovabili, le imprese si sono fortemente attivate per rispondere ai bisogni della comunità e non soltanto con sostegni economici, ma anche avviando processi inclusivi dei cittadini: tra gli esempi menzionati vi sono incontri per promuovere forme di consumo sostenibile e avvio di progetti di autoproduzione come ad esempio le comunità energetiche. L’impresa sociale riconferma anche nella gestione della crisi energetica la capacità di inclusione che, oltre i confini dell’impresa e dei lavoratori in essa inseriti, si apre alla comunità. Un dato non scontato di rivitalizzazione di processi di prossimità che avevano costituito ai tempi della nascita di questa tipologia di impresa e la sua più profonda vocazione e ispirazione.

Sul versante giovani, i dati evidenziano che aumenta la consapevolezza dell’importanza dei processi di ricambio generazionale, ma si tiene poco conto degli elementi di valorizzazione dei giovani, che richiederebbero, ad esempio, la definizione di piani carriera che prevedano la possibile progressiva assunzione di responsabilità, o di processi decisionali inclusivi che ascoltino i giovani e ne valorizzino lo spirito d’iniziativa. Questi aspetti appaiono particolarmente urgenti se si considera che, a fronte di ben 7 imprese su 10 che dichiarano difficoltà nel reclutamento dei giovani, non ci sia una chiarezza sulla necessità di rispondere in modalità proattiva. Si lamenta la maggior attrattività del profit e del pubblico impiego, gli stipendi poco incentivanti, ma d’altro canto poco si dice su cosa fare e come intervenire per far riacquistare attrattività. Se i giovani sono cambiati rispetto alla data di nascita delle imprese sociali, oggi meno disposti a rinunciare per aspetti valoriali a profili occupazionali flessibili e capaci di garantire sicurezza e una buona qualità di vita, è anche vero che cresce la domanda di realizzazione di senso nel mercato del lavoro e non solo di gratificazione di ruolo; si pensi ad esempio al fenomeno delle cosiddette “grandi dimissioni” e alle implicazioni anche sociali e culturali che comporta.

Per l’impresa sociale è importante uscire da atteggiamenti rinunciatari, dall’auto percepirsi come soggetto organizzativo meno attraente rispetto alle nuove forme di imprenditorialità sociale, start up in prima linea. Non è produttivo fondare la propria identità sul rimpiangere un passato diverso, in cui le persone erano più coinvolte, partecipi e disponibili, vanno invece riattualizzati i valori esplicitandoli, mettendoli in comunicazione con i giovani che possano diventare protagonisti di un progetto all’interno dell’impresa, favorendo spazi di contaminazione, aprendosi, creando nuove interconnessioni tra tipologie differenti di organizzazioni. È importante che ai giovani siano lasciati spazi di autorganizzazione, è importante un investimento che porti a intercettare le persone durante il proprio periodo di formazione – ad esempio sistematizzando incontri meeting e collaborazioni qualificate con le Università – investire sulla scoperta e continua attualizzazione del proposito organizzativo.

Rispetto all’innovazione, i dati fanno registrare un chiaro progresso delle imprese sociali che utilizzano tecnologie. Tuttavia, rimane ancora da migliorare il rapporto con i centri di ricerca e università per trovare soluzioni tecnologiche utili all’impresa sociale; questo tipo di collaborazioni sono assai poco frequenti e non crescono, mentre potrebbero da una parte favorire il recepimento della tecnologia da parte delle imprese sociali, dall’altra, nel medio periodo, influenzare i processi per una tecnologia ad impatto sociale e orientata alle persone. Anche sul versante degli altri indicatori di propensione all’innovazione, si confermano gli investimenti orientatati al miglioramento dei processi e dei servizi e all’identificazione di nuove categorie di clienti.

In controtendenza il miglioramento dei processi e dell’organizzazione interna che fa registrare un decremento. Un ambito che dovrà essere monitorato, perché l’Osservatorio rivela invece che lavorare sui processi e l’organizzazione interna è al secondo posto tra gli investimenti in innovazione che influiscono sulla performance economica: l’avvio o il rafforzamento di processi di trasformazione interni, di consapevolezza ed evoluzione permettono il raggiungimento di nuovi obiettivi di valore.

L’approccio per progetti, la capacità di risposta flessibile e puntuale ai nuovi bisogni seppur importante, non esaurisce l’ambito di azione. L’impresa sociale è chiamata oggi più che mai ad adottare una modalità riflessiva, sviluppare modalità di auto osservazione, verificare i cambiamenti connessi alle attività in dialogo costante con gli stakeholders, riattualizzando e rimodellando propositi e processi organizzativi. Una sfida importante, ma d’altro canto coerente con il potenziale trasformativo commesso a questo modo di fare impresa.

L’impresa sociale è consapevole di esser un attore protagonista del cambiamento, un agente di trasformazione in cui impatto ambientale e sociale sono componenti «core» e non secondari?

Tendenze evolutive

I dati sull’andamento economico rivelano che continua la tendenza positiva, malgrado la crisi energetica in atto: le imprese sociali interpellate stimano un +3,1% di aumento del volume delle entrate, e un +5,3% di aumento dei posti di lavoro. Dati che confermano la capacità delle imprese di esser soggetti che generano valore economico e sociale: gli indicatori confermano una presenza superiore alla media nazionale delle donne (62,5% dei dipendenti) e degli under 30 (20,4% della forza lavoro). Assai significativa anche la presenza di lavoratori svantaggiati (42,2% nelle Cooperative Sociali di tipo B) un valore ben al di sopra al 30% previsto dall’obbligo di legge, che sale al 49,5% se si considerano anche le categorie di lavoratori svantaggiati extra Legge 381/91. Anche sul versante della propensione all’ innovazione si confermano gli investimenti orientatati al miglioramento dei processi e dei servizi (74% di segnalazioni) e all’identificazione di nuove categorie di clienti (40%).

Altri aspetti registrano un upgrade importante, in particolare l’avvio di percorsi di ricambio generazionale (+5% rispetto alla scorsa edizione) e la partecipazione a corsi di formazione per il miglioramento e la ripresa (+10%). In controtendenza il miglioramento dei processi e dell’organizzazione interna che fa registrare un decremento di 7 punti (da 67,5% a 60,5%). Un ambito che dovrà essere monitorato, perché l’Osservatorio rivela invece che lavorare sui processi e l’organizzazione interna è al secondo posto tra gli investimenti in innovazione che influiscono sulla performance economica: l’avvio o il rafforzamento di processi di trasformazione interni, di consapevolezza ed evoluzione permettono il raggiungimento di nuovi obiettivi di valore. Si conferma l’accelerazione dei processi di innovazione tecnologica, facendo registrare un +15% di innovatori tecnologici (41,5% contro il 26,5% dell’ultima edizione). L’analisi di dettaglio rivela però percentuali sempre molto basse di relazioni con i centri di ricerca e le Università (solo l’1,5%, lo scorso anno era l’1%) che andrebbero invece incrementate: l’impresa sociale non deve solo recepire il cambiamento ma anche influenzare i processi per una tecnologia ad impatto sociale.

I processi di innovazione premiano

Le imprese sociali particolarmente impegnate sul fronte dell’innovazione sono il 48% del Panel e presentano un miglior andamento occupazionale (+8,5% rispetto al campione complessivo) e un miglior andamento economico (+6,7%). Questa porzione di campione presenta migliori performance anche sugli investimenti per l’efficientamento energetico, e la realizzazione di iniziative per affrontare i bisogni della comunità sulla crisi energetica.

Crescono anche gli innovatori tecnologici sono pari al 64% contro il 41.5% del campione generale.

L’emergenza giovani

Malgrado l’incremento dei processi di ricambio generazionale, il coinvolgimento degli under 30 rappresenta un ambito a forte criticità: quasi 7 imprese su 10 dichiarano difficoltà nel reperimento di giovani under 30, un dato su cui riflettere per programmare interventi mirati. Tra le principali leve suggerite dall’indagine il miglioramento dei sistemi di ricerca e selezione (37,3% del Panel) e il raccordo con università e centri di formazione che risultano non performanti per il 22,4%.

Gli effetti della crisi energetica

La particolare congiuntura con la crisi energetica in atto ha impattato anche sull’impresa sociale, con il 78% delle organizzazioni che segnala ripercussioni su attività, scelte e decisioni. Tra i provvedimenti oltre alla riduzione dei costi per sostenere gli aumenti (76,9%) si prevedono investimenti su efficientamento energetico (45,5%) e energie rinnovabili (35,3%). Oltre una impresa sociale su due (53% del campione) si è attivata per affrontare i bisogni della comunità sulla crisi energetica: contributi a soggetti fragili per calmierare i costi (41,5%) contributi ai dipendenti (54,7%) e iniziative per stimolare l’efficientamento energetico (45,3%) e l’autoproduzione attraverso, ad esempio, le comunità energetiche (34%) sono tra i principali ambiti segnalati.

Aspetti metodologici

L’Osservatorio Isnet giunto alla sua XVI edizione è realizzato con il patrocinio del Ministero del Lavoro e dell’Istituto Italiano di Tecnologia. Ad oggi L’Osservatorio dispone di una banca dati con serie storiche e approfondimenti e con focus tematici su temi di attualità per un totale di oltre 100 variabili monitorate. Il Panel Isnet è composto da Cooperative Sociali di tipo A e B, loro Consorzi e altre Imprese Sociali ex Lege, Società Benefit B-Corp e SIAVS, le Start Up innovative a vocazione sociale.

Il rilevamento è realizzato attraverso CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) e CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) su Panel ISNET.

Il Panel è un campione interrogato a cadenze periodiche. Una parte del Panel viene rinnovata ad ogni rilevazione (rotazione parziale dal 10,0% al 30,0%). Il Panel Isnet è organizzato per ottenere una sostituzione completa dei componenti ogni 5 anni.