Turismo accessibile? È tempo di muoversi


Claudio Castegnaro | 27 Luglio 2017

Un quadro, o meglio una cornice

Siamo in piena stagione estiva, con esodi già iniziati e prospettive di vacanze e uscite fuori porta che tuttora, per molte persone, riservano difficoltà inattese e ostacoli insopportabili. Le persone con limitazione funzionali in Italia so più di 3,1 milioni, il 5,6% della popolazione con 6 anni o più1. La proporzione di persone con disabilità con meno di 65 anni è inferiore, non supera il 3%. E’ un collettivo rilevante per numerosità e variabilità, considerati i bisogni, le aspettative e le risorse personali e familiari. Sono note le barriere, non solo architettoniche, affrontate ogni giorno dalle persone con disabilità. Non sempre sono evidenti.

 

La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità (ratificata con la Legge 18/2009) contiene uno specifico articolo dedicato alla “partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport” (art. 30) ove si prevede l’impegno di adottare tutte le misure adeguate a “garantire che le persone con disabilità abbiano accesso a luoghi che ospitano attività sportive, ricreative e turistiche”. Lo Stato e le Regioni, secondo le rispettive competenze, promuovono, regolano, incentivano pratiche e progetti inclusivi.

 

Sul piano dei principi è utile ripercorrere il Manifesto per la promozione del Turismo Accessibile, documento elaborato nel 2009 da un’apposita Commissione, e la normativa di settore: la riforma della politica sul turismo (legge 135/2001, in particolare l’articolo 7 comma 10) e il codice in tema di ordinamento e mercato del turismo (decreto legislativo 79/2011).

 

A livello regionale specifiche prescrizioni sono a volte inserite all’interno di provvedimenti quadro: così la Regione Toscana che oltre ad assicurare alle persone con disabilità motorie, sensoriali e intellettive “la fruizione dell’offerta turistica in modo completo e in autonomia”, promuove “la fattiva collaborazione tra le autonomie locali, gli enti pubblici, gli operatori turistici, le associazioni di persone con disabilità e le organizzazioni del turismo sociale. Nella legge regionale n. 86/2016 si dispone di facilitare la fruizione dell’offerta turistica da parte delle persone disabili anche grazie all’impegno delle singole strutture ricettive nel fornire informazioni sull’accessibilità.

 

A questi riferimenti si accosta il Programma Biennale, approvato preliminarmente dal Consiglio dei Ministri, all’interno del quale la Linea di intervento 6 “Promozione e attuazione dei principi di accessibilità e mobilità” evidenzia il turismo accessibile quale area di particolare interesse per gli sviluppi che potrebbero generarsi nel Paese “anche in termini economici e di sviluppo produttivo” (par. 1.4 ). Nel Programma sono inoltre contenute delle articolate proposte operative nelle Azioni 5 e 6.

 

Ragionare in termini di turismo per tutti è il mantra sul quale si stanno sviluppando iniziative informative/formative rivolte alle persone con disabilità, promosse tipicamente dalle associazioni, ma anche agli specialisti. Si veda, ad esempio, il laboratorio formativo per i tour operator organizzato da BookingAble.com  (un tour operator piemontese di prenotazione online per turisti con esigenze specifiche) in collaborazione con l’Istituto Italiano per il Turismo per Tutti.2

Esperienze sul campo

Le esperienze che le persone con disabilità possono fare nei territori sono ormai moltissime: si va dal sentiero dotato di cartelli con notazione braille o modelli orografici in rilievo, alle attrezzature e ai percorsi che rendono accessibili spiagge e luoghi di interesse turistico, alle nuove tecnologie disponibili in musei e palazzi storici. Come vedremo da un rapido d’Italia di iniziative riprese dalla testata Superando.it, i contesti naturalistici sono attualmente una palestra ingegneristica e sociale particolarmente agita.

In Puglia il Comune di Andrano (LE), già segnalato per l’attenzione riservata al turismo accessibile e in particolare per il progetto Innovability, ha promosso l’allestimento di un lido fornito di numerosi servizi rivolti alle persone con disabilità motoria: postazioni per ombrelloni, lettini e sedie da regista, servizi igienici, docce, spogliatoi, pedane e ombrelloni, sedie Job, Hippocampe e Safao, oltre a un dispositivo alza persone mobile per l’accesso in acqua.

Vicino a Genova, grazie alla alla collaborazione con l’Associazione Sportiva Club Vela Camogli, è nato il progetto New Social Sea per offrire un’opportunità alle persone con disabilità psicosensoriale di veleggiare in mare aperto o di cimentarsi in un’uscita in canoa e alle persone con disabilità motoria di usufruire di servizi adeguati in spiaggia.

Veleggiando insieme, si può coltivare e sviluppare le doti necessarie per stare in gruppo, accettando e valorizzando le differenze. Elementi utili non solo in barca, ma anche in terraferma, nella vita di tutti i giorni. E’ lo spunto programmatico di Vela Sensibile, il progetto educativo sviluppato in collaborazione con Lega Vela dell’UISP (Unione Italiana Sport per Tutti) e associazioni sportive in varie regioni, sulla cui pagina facebook sono pubblicati racconti di viaggio e interessanti approfondimenti culturali.

Godere di uno splendido mare non è solo un sogno. Io posso è il progetto nato da un’idea di una persona con la SLA (sclerosi laterale amiotrofica). Il primo risultato è visibile alla Marina di Melendugno (Lecce) grazie al supporto dell’Associazione di Promozione Sociale 2HE Center for Human Health and Environment) attiva nel campo delle malattie neurodegenerative: la Terrazza “Tutti al mare!” è un accesso al mare attrezzato e gratuito per persone con disabilità, con ausili necessari e supporto da parte di personale qualificato (vedi scheda informativa).

Il turismo accessibile è possibile anche nei parchi e negli ambienti naturali di montagna. Approcci inclusivi per una montagne partagée e iniziative locali sono ormai ben radicate in Regioni come il Piemonte, la Valle d’Aosta, il Veneto e la Provincia Autonoma di Trento. Tanto da far ritrovare un gruppo di esperti a convegno, ad Aosta, per uno scambio e confronto sul tema. Dell’incontro di studi 26 maggio 2017, sostenuto da Fondazione CRT e organizzato da un rete di soggetti (Osservatorio sul Sistema Montagna Laurent Ferretti della Fondazione Courmayeur Mont Blanc, Coordinamento Solidarietà Valle d’Aosta, Consorzio di Cooperative Sociali Trait d’Union, Società Cooperativa Sociale C’era l’Acca), è disponibile il programma dei lavori.

 

Strumenti

Per rispondere ai bisogni di mobilità turistica delle persone con disabilità occorrono soluzioni tecniche e strumenti innovativi, ma anche percorsi per valorizzare e mettere a sistema un complesso di risorse già oggi presenti. Per scegliere una buona destinazione di viaggio cominciano a essere disponibili delle apposite risorse informative riportanti le caratteristiche dei luoghi e delle strutture ricettive, utilissime per chi sta programmando un viaggio. Ne riportiamo tre esempi emblematici.

La prima è la Guida all’ospitalità accessibile, sviluppata da Village for All, nella quale sono inserite le destinazioni del territorio e le strutture ricettive che hanno intrapreso un percorso sostenibile verso l’accessibilità, corredate da informazioni su collocazione geografica,  caratteristiche e  servizi  presenti,  nonché la classificazione per macro categoria di esigenze ai quali si rivolge (disabilità motorie, difficoltà deambulatorie, ciechi e ipovedenti, sordi e ipoudenti, regimi alimentari specifici, allergie) con punteggi attribuiti in base a criteri qualitativi  e quantitativi  inerenti le barriere architettoniche e le dotazioni. La guida è scaricabile liberamente e contiene anche le planimetrie della struttura e delle camere, informazione solitamente non disponibile ai clienti.

La seconda è una applicazione concepita per il mondo dei social network, oggi purtroppo non più disponibile: si chiamava Easyway, un sito e una app per smartphone gratuita per condividere la valutazione dell’accessibilità dei luoghi pubblici. Su base georeferenziata erano stati censiti in varie città italiane dai parcheggi, ai servizi rivolti al pubblico, ai musei, ai locali disability friendly.  Ogni persona interessata poteva arricchire la base dati con informazioni utili a tutte le persone con disabilità. Il progetto era sostenuto da Fondazione Vodafone. Ne aveva scritto Franco Bomprezzi sul Corriere della Sera Salute.

La terza è dedicata a chi va all’estero, in Inghilterra per la precisione. Si tratta della guida in lingua italiana realizzata da VisitBritain Shop dell’Ente Britannico del Turismo, rivolta ai viaggiatori con disabilità, in particolare con disabilità motoria in carrozzina. In una sezione dedicata del sito internet sono riportate informazioni sui mezzi di trasporto, indicazioni turistiche e suggerimenti per escursioni verso i principali luoghi di attrazione, naturalmente con una serie di notizie sull’accessibilità.  La Guida online per disabili in Gran Bretagna è disponibile a questo link.

Una questione anche economica

I dati su un turismo “senza confini” presentati dall’Osservatorio Vacanze 2015 sono eclatanti: “un turismo di quasi dieci milioni di persone, oltre il 16% delle famiglie italiane, che se solo trovassero servizi adeguati varrebbe 27,8 miliardi di euro pari all’1,75% del PIL”. I bisogni di accessibilità di tale collettivo sono riferiti non solo da persone con disabilità, ma anche (dato sorprendente) alle famiglie numerose e con bambini piccoli, nonché ai turisti con animali al seguito. Le slide con i risultati principali della ricerca curata dalla Doxa.

Da un’indagine Isfol3 possiamo provare a ricostruire un profilo di turista con disabilità: è una persona, ad esempio, che delega molto più spesso ad altri (amici e parenti) l’organizzazione della propria vacanza, meno a operatori come le agenzie di viaggio;  in 4 casi su 5 dispone di un reddito inadeguato a soddisfare le esigenze turistiche. Sono stati evidenziati4 anche i fattori critici del prodotto turistico accessibile, fra cui l’informazione, i trasporti, le strutture, la formazione del personale e degli operatori.

 

Le persone con disabilità possono “abitare” gli esercizi non solo in qualità di clienti, ma anche di lavoratori regolarmente assunti. Progetti come On My Own… at work (OMO) promosso dall’Associazione Italiana Persone Down e portato avanti dalla rete europea degli alberghi e dei ristoranti denominata Valueable, i cui aderenti si impegnano a includere persone con disabilità intellettiva all’interno del proprio personale, tramite tirocini e fino all’assunzione vera e propria, rappresentano un valore aggiunto (anche economico) per la società e “un vero e proprio grimaldello per i pregiudizi” come ha sottolineato l’on. Maria Cecilia Guerra al convegno del 6 giugno 2017 presso l’Università LUMSA di Roma nel quale si sono discussi anche recenti casi di discriminazione operate in strutture aperte al pubblico.

Prospettive sostenibili

Tra le prospettive di azione che possono contribuire alla fattibilità e sostenibilità dei progetti, e un sostanziale cambiamento culturale improntato alla Convenzione ONU, vi è sicuramente la formazione degli operatori. Su questo piano, si veda il tentativo compiuto recentemente a Napoli dalla Prima Municipalità (Chiaia Posillipo San Ferdinando), dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e da Federalberghi, con la firma di uno specifico protocollo di intesa che traccia un percorso di sensibilizzazione alle esigenze dei disabili, attraverso la formazione di chi lavora nell’accoglienza turistica. L’auspicio è che il protocollo riesca a coinvolgere dopo gli albergatori le altre categorie del turismo e rappresenti un primo passo, insieme a futuri provvedimenti, da diffondersi in altri contesti territoriali. Qui il post pubblicato sul sito dell’associazione.

Evidenziare le buone prassi è un ulteriore pista che punta a migliorare la qualità di offerta nei territori. Lo si può fare anche tramite un premio. L’Associazione Diritti Diretti Onlus ha appena assegnato i Premi 2017 Turismi Accessibili. Con questa iniziativa, patrocinata da Presidenza del Consiglio dei Ministri, Camera dei Deputati, Regione Abruzzo e Provincia di Chieti, si intende “mostrare a manager pubblici e privati come l’accessibilità e la comunicazione professionale possano migliorare un territorio e la sua offerta turistico-culturale, con notevoli progressi per la vivibilità delle persone che lo visitano e lo abitano, oltre che con importanti profitti per le imprese”. Qui la pagina del sito dell’associazione.

Un’ultima riflessione, considerato lo spazio disponibile, è sui soggetti in campo. Agli operatori economici privati e alle istituzioni pubbliche si aggiungono le imprese e le cooperative sociali, meritevoli di aver promosso e portato avanti in questi anni, con successo, esperienze di housing, agricoltura e turismo sociale. L’auspicio è che si chiariscano le previsioni normative portate dalla riforma del Terzo Settore sulle attività compatibili con le diverse tipologie di soggetti, in modo che gli incentivi e le premialità possano riguardare pienamente sia le imprese sociali sia le cooperative sociali. Si veda sul tema l’articolo di Gianfranco Marocchi pubblicato in questo sito.

  1. Fonte: Istat, Indagine Multiscopo 2013.
  2. Vedi www.superando.it/2017/02/28/abbiamo-spiegato-ai-tour-operator-il-turismo-per-tutti/
  3. ISFOL, Turisti senza ostacoli. Indagine sull’evoluzione della domanda e dell’offerta del turismo accessibile, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Gioventù (a cura di), Roma, 2008.
  4. Cfr. “Il turismo accessibile come opportunità di sviluppo economico: località turistiche a confronto”, Giulia Lavagnini, Tesi di laurea magistrale, Ca’ Foscari, 2014.