Emergenze e diritti


Sergio Pasquinelli | 4 Settembre 2017

Agosto 2017 verrà ricordato come il mese in cui la rotta migratoria dalla Libia all’Italia è iniziata a cambiare. Diventata l’unica alternativa al blocco orientale che passava da Grecia e Turchia, queste settimane hanno visto prima l’applicazione delle regole dei soccorsi delle Ong, poi un accordo con le autorità libiche con una presenza militare italiana nel canale di Sicilia, quindi una progressiva riduzione dei flussi.

Il Codice di condotta delle Ong prevede, tra le altre cose, una limitazione nel raggio delle loro operazioni in mare e la presenza a bordo di militari italiani. Il Codice, insieme alla missione militare dell’Italia, fanno discutere, in termini di garanzia dei diritti umanitari e di tutela del diritto di asilo: si vedano su La Voce gli interventi di Maurizio Ambrosini e Sergio Briguglio.

 

Il combinato disposto della regolamentazione delle Ong e degli accordi con il governo libico ha prodotto una drastica riduzione degli arrivi dalla Libia. Ma, allo stesso tempo, ha generato quello che Lorenzo Cremonesi chiama un “gigantesco imbuto”: gli ultimi conteggi parlano di almeno 600.000 migranti in quel paese, tenuti in condizioni mediamente disumane come da tempo viene denunciato. Da più parti si auspica una efficace azione in Libia delle agenzie internazionali quali Unhcr e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, perché sappiamo che la pressione migratoria rimarrà alta ed è incerta la creazione di rotte alternative verso l’Europa.

Agosto si chiude con il vertice europeo di Parigi che elogia la linea italiana portata avanti dal Viminale: la presa di accordi con le autorità libiche e soprattutto con le singole municipalità di quel paese, se ne contano al momento 14, che verranno aiutate nello sviluppo di infrastrutture ritenute prioritarie: scuole, ospedali, reti elettriche e idriche e così via. Ben sapendo che la Libia è però solo il punto di arrivo, e che occorre spingersi verso i veri paesi di origine dei flussi. A Parigi erano presenti anche i presidenti di Ciad e Niger.

Sul fronte interno, agosto ha mostrato però quanto accoglienza non faccia rima con integrazione. La vicenda dello sgombero del palazzo di via Curtatone a Roma dice molte cose, ma fra tutti quanto i processi di integrazione si collocano all’incrocio di esigenze diverse: la casa, il lavoro, la formazione. Snodi cruciali, e molto incerti, per i 190.000 migranti attualmente ospitati nelle strutture di prima e seconda accoglienza del nostro Paese.

 

 

Il REI, finalmente

La definitiva approvazione del Reddito di inclusione, la prima vera misura nazionale di contrasto della povertà, rappresenta un passo storico per l’Italia, pur con uno stanziamento limitato, pari a 1,8 miliardi di euro, inferiore della metà a ciò di cui sarebbe necessario. Con questa cifra si potrà far fronte, secondo le stime del Ministero del Lavoro, a circa mezzo milione di famiglie, pari a circa 1,8 milioni di individui.

La misura svilupperà il SIA già attivo in diversi Comuni, con un ampliamento della platea, un necessario rafforzamento dei servizi, e la necessità di creare sistemi di alleanze nei territori che sostengano i progetti di inserimento sociale: educativo, professionale, abitativo. La parte attivante, e più sfidante, della misura. Su di essa sarà costante l’attenzione che dedicheremo su questo sito.

 

 

Welfare di comunità

Sulle esperienze di welfare di prossimità e collaborativo proseguono le azioni di ricerca e di confronto. Tra le molte ne segnaliamo due.

L’inchiesta “Mamma vado a vivere da solo (o con gli amici)” presentata nel numero di agosto del Magazine SuperAbile-Inail. Racconta esperienze di quotidianità senza mamma e papà: bisogna imparare a prendersi cura di sé, a fare la spesa e la lavatrice, a cucinare, pulire e riordinare casa, meglio con l’aiuto di un educatore se si ha una disabilità intellettiva o di un assistente personale se si ha una disabilità fisica grave. Dal cohousing ai gruppi appartamento fino ai condomini solidali, sono tante le storie e i progetti di distacco familiare in Italia, di cui l’inchiesta dà conto.

A tre anni dalla prima edizione del Bando “Welfare di Comunità e Innovazione Sociale”, Fondazione Cariplo fa il punto sui progetti avviati, e per quelli della prima tornata si tratta di interventi quasi in dirittura di arrivo. L’appuntamento è per il 22 settembre al Teatro Elfo Puccini di Milano, in cui saranno presentate le esperienze di innovazione nate dal ripensamento in chiave comunitaria delle risposte ai bisogni sociali. Per info e iscrizioni si veda la pagina dedicata.