Politiche europee. A che punto siamo


Chiara Crepaldi | 7 Gennaio 2019

Il 12 dicembre è stato pubblicato lo stato di avanzamento delle azioni promosse sotto la Presidenza Junker nell’ambito delle priorità sociali. Il documento è scaricabile qui.

Il quadro che emerge rende chiaramente evidente come il contesto italiano sia marcatamente più problematico rispetto alla media europea, a partire dalle condizioni del mercato del lavoro. Il documento evidenzia che dall’inizio della Presidenza Juncker sono stati creati circa 12 milioni di posti di lavoro, la disoccupazione è scesa al livello più basso mai registrato negli ultimi anni e, con quasi 239 milioni di persone occupate nel secondo trimestre del 2018, i livelli occupazionali hanno raggiunto il massimo storico.

 

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L’Italia risulta penultima nell’Unione Europea per il livello di occupazione, con un tasso del 62,3% nel 2017 (ci segue solo la Grecia, con il 57,2%), Anche in Italia come nel resto d’Europa il tasso di disoccupazione è sceso negli ultimi due anni arrivando al 9,7% (contro l’8,1% dell’eurozona) ai minimi da gennaio 2012,. L’Istat stima che i disoccupati siano diminuiti in un anno (agosto 2017- agosto 2018) di 438.000 attestandosi a 2.522.000. Il tasso è tuttavia risalito su base mensile a 10,1% a settembre 2018, che infatti è stato definito il mese nero dell’occupazione italiana.

 

Nel corso della Presidenza Junker tra le 27 iniziative legislative in ambito sociale prese tra il 2014 e il 2018 la principale è senz’altro il Pilastro Europeo dei diritti sociali, di cui abbiamo parlato nell’articolo del 22 giugno 2017.

 

Tra le iniziative più recenti approvate nel corso del 2018 si segnalano l’introduzione a partire dal 2021 del nuovo il Fondo sociale europeo+, il principale strumento finanziario europeo per gli investimenti a favore delle persone e della coesione sociale, le cui priorità saranno per il prossimo settennato incentrate sulla realizzazione concreta dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali. Il regolamento FSE+ è il risultato di una fusione tra il Fondo sociale europeo (FSE), l’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile (YEI), il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD), il programma per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI) e il programma dell’Unione per la salute. Rappresenta un importante passo verso l’ottimizzazione e la semplificazione delle regole per tutti i fondi e contribuirà ad aumentare le sinergie tra le diverse componenti del fondo in modo da garantire un maggiore impatto.

 

Un’iniziativa promossa nel maggio 2018 è la riforma del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) che mette a disposizione degli Stati membri ingenti risorse a sostegno dei lavoratori che abbiano perso il lavoro e lavoratori autonomi che abbiano cessato l’attività,

 

Nel marzo del 2018 è stata anche approvata la Raccomandazione volta a garantire l’accesso alla protezione sociale dei lavoratori e dei lavoratori autonomi e atipici affinché chiunque lavori abbia accesso alla copertura della protezione sociale e ai servizi per l’impiego sulla base dei contributi versati.