Il sociale nelle linee di indirizzo del governo Conte bis


Eleonora Gnan | 10 Settembre 2019

Disuguaglianze e diritti, famiglia e disabilità, giovani, politiche migratorie e casa sono, oltre a crescita, ambiente e lavoro, i principali punti di attenzione del programma del nuovo governo giallorosso, che ha tutte le carte in regola per essere un governo di stampo sociale1. È tuttavia ancora troppo presto per sentenze e ogni tipo di giudizio, positivo o negativo che sia, risulterebbe affrettato e superficiale; tutto dipenderà da se, come e quando tali linee di indirizzo verranno effettivamente declinate. Ad ogni modo, i presupposti di partenza sembrano buoni: dei 29 punti del programma esecutivo, reso ufficialmente noto il 4 settembre scorso, in almeno 7 si legge di welfare e politiche sociali. Infatti, fin dal principio, le linee programmatiche recitano: “con riferimento alla legge di bilancio per il 2020 sono prioritari: […] le misure di sostegno alle famiglie e ai disabili, il perseguimento di politiche per l’emergenza abitativa, […] l’incremento della dotazione delle risorse per la scuola, per l’università, per la ricerca e per il welfare” (punto 1).   Con un obiettivo di fondo volto alla riduzione delle disuguaglianze sociali, territoriali e di genere, il programma di governo Conte bis si focalizza sul rafforzamento della tutela dei diritti delle persone, in particolare di quelle più svantaggiate: poveri, disabili, minori, stranieri.   Ma entriamo più nel dettaglio.   Sostegno alle famiglie e contrasto all’emergenza abitativa. Il neo governo giallorosso, almeno nelle intenzioni, dedica particolare attenzione alle famiglie, specie se in condizioni di difficoltà e disagio sociale. Si legge: “occorre intervenire con più efficaci misure di sostegno in favore delle famiglie (assegno unico), con particolare attenzione alle famiglie numerose e prive di adeguate risorse economiche e a quelle con persone con disabilità” (punto 6). L’attenzione alla famiglia viene esplicitata poi anche mediante la sottolineatura della necessità di “recepire le direttive europee sul congedo di paternità obbligatoria e sulla conciliazione tra lavoro e vita privata” (punto 4) e al perseguimento di politiche finalizzate a contrastare l’emergenza abitativa, attraverso un “piano di edilizia residenziale pubblica volto alla ristrutturazione del patrimonio esistente e al riutilizzo delle strutture pubbliche dismesse, in favore di famiglie a basso reddito e dei giovani” (punto 8).   Valorizzazione del lavoro di cura e riforma della disciplina sulla disabilità. Un altro tema prioritario riguarda il sostegno alla disabilità, per la quale il governo ritiene necessaria la realizzazione di “una razionale riunificazione normativa della disciplina”, attraverso lo sviluppo di modelli che facilitino la mobilità e l’accessibilità, promuovendo politiche “non meramente assistenziali, ma orientate all’inclusione sociale dei cittadini con disabilità e al pieno esercizio di una cittadinanza attiva” (punto 6). Continua inoltre l’impegno verso la valorizzazione a livello normativo della figura del caregiver, indirizzata al pieno riconoscimento della sua funzione sociale.   Investimento sulle nuove generazioni, “vera risorsa per il futuro del Paese”. Almeno sulla carta, uno dei principali protagonisti del programma del nuovo governo sono i giovani. Il documento programmatico, infatti, si concentra in particolare sulla necessità di investire sulle nuove generazioni attraverso politiche di welfare rivolte a queste ultime, con l’obiettivo di garantire a tutti “la possibilità di svolgere un percorso di crescita personale, sociale, culturale e professionale nel nostro Paese”, adoperandosi quindi anche per far sì che chi ha lasciato l’Italia possa tornarvi e trovare un adeguato riconoscimento del merito (punto 5).   Integrazione e lotta all’immigrazione clandestina. Altro tema caldo e molto dibattuto è quello relativo alle politiche migratorie e alla rivisitazione della tanto discussa disciplina in materia di sicurezza. Nella programmazione esecutiva si fa riferimento alla necessità di promuovere una forte risposta europea in tal senso, in particolare attraverso la riforma del Regolamento di Dublino, così da intervenire in maniera più efficace sul problema della gestione dei flussi migratori, “superando una logica puramente emergenziale a vantaggio di un approccio strutturale, che affronti la questione nel suo complesso, anche attraverso la definizione di una organica normativa che persegua la lotta al traffico illegale di persone e all’immigrazione clandestina, ma che – nello stesso tempo – affronti i temi dell’integrazione” (punto 18).   E poi? Senz’altro pesano la mancanza di riferimenti espliciti al terzo settore (richiamato però esplicitamente nel discorso programmatico del premier Giuseppe Conte al Parlamento) e a tutta la corposa riforma ad esso connessa, e al Reddito di Cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle e successore del Reddito di Inclusione, prima misura nazionale di contrasto alla povertà nel nostro Paese introdotta dal Partito Democratico, che risultato quindi – almeno per il momento – i grandi assenti.

  1. A tal proposito si veda Pasquinelli S., Mese sociale – Più welfare all’orizzonte?, pubblicato su welforum.it il 04.09.2019.

Commenti

Articolo molto interessante.
Solo una piccola notazione terminologica.
Il termine “bis” ha sempre significato “replica, ripetizione”.
Trovo davvero curioso che anche qui si definisca Conte bis l’attuale Governo. Mi pare infatti che si differenzi, e non di poco, dal Governo che lo ha preceduto.
Tanto è vero che l’A. ne parla come del “nuovo Governo giallorosso”.E quindi perchè “bis”?
Patrizia Taccani