Riaprono i Centri diurni per persone con disabilità

Le disposizioni in Regione Marche e in Emilia-Romagna: così vicine, così diverse.


Franco Pesaresi | 17 Luglio 2020

Le Regioni Marche ed Emilia-Romagna hanno deliberato le regole per la riapertura dei Centri diurni per le persone con disabilità nello stesso giorno. Una coincidenza, ma in realtà l’impostazione normativa è diversa. Tutte e due le regioni sono attente alle precauzioni necessarie in questo periodo. La regione Emilia-Romagna tende a rendere più facile la riapertura dei centri diurni (Cfr. oltre la Tab. 1).

 

Il progetto di riapertura

Nelle Marche la struttura erogatrice del servizio del centro diurno deve presentare il progetto di struttura alla Unità operativa sociale e sanitaria (UOSES) ed una volta superato l’esame il progetto deve essere condiviso dal Dipartimento di prevenzione dell’Area Vasta dell’Azienda Sanitaria Unica regionale (ASUR). Al progetto vanno allegati diversi documenti fra i quali i nuovi progetti individuali dei disabili frequentanti i centri diurni che devono essere validati dall’Unità multidisciplinare dell’età adulta (UMEA) dell’ASUR.

Nella regione Emilia-Romagna gli enti gestori dei centri diurni devono semplicemente presentare all’Ufficio di Piano un progetto di servizio per la riapertura del servizio (Cfr. Tab. 1).

 

I test diagnostici

Nella regione Marche, prima della riattivazione del servizio, gli operatori e gli assistiti devono essere sottoposti a screening per accertamento della positività da COVID-19 da parte dell’Area Vasta competente per territorio e per gli stessi dovrà essere programmato uno screening periodico con cadenza almeno mensile.

Nella regione Emilia Romagna, agli operatori e agli utenti dei centri diurni sarà effettuato con cadenza periodica concordata con le Aziende USL territorialmente competenti il test sierologico per la determinazione dell’eventuale avvenuto contatto con COVID-19 secondo i protocolli vigenti e da definire (Cfr. Tab. 1).

 

Precauzioni adottate

Le regioni Emilia Romagna e Marche, giustamente, prevedono l’adozione di una serie di precauzioni simili al fine di ridurre i rischi di contagio. La regione Marche, rispetto all’altra regione in sesame, prevede una serie più numerosa di adempimenti; qui di seguito si segnalano alcuni di questi requisiti aggiuntivi che vengono richiesti per la riapertura (e che non sono stati adottati dall’Emilia-Romagna):

  • predisposizione di uno spazio per la “vestizione” e di uno per la “svestizione” degli operatori, in cui indossare/dismettere i DPI;
  • accessi in struttura cadenzati;
  • riorganizzazione dei percorsi di ingresso e di uscita;
  • gestione del rischio biologico;
  • formale individuazione di un referente dei servizi per COVID-19;
  • rimodulazione dell’accesso ai trattamenti semiresidenziali (?);
  • rimodulazione della durata del trattamento (?) per consentire il cambio dei DPI e l’igienizzazione degli ambienti e delle attrezzature;
  • regolamentazione dell’accesso agli spazi comuni1 (mensa, spogliatoi, ecc.) contingentato e ridotto nel tempo di permanenza, con previsione di una ventilazione continua dei locali (Cfr. Tab. 1).

 

Il numero degli utenti

C’è invece abbastanza somiglianza fra le regioni Marche ed Emilia-Romagna sul numero degli utenti che possono frequentare i centri diurni, in questa fase.

La regione Marche ha stabilito che le UOSES, in accordo con il Responsabile di Struttura, definiscono la percentuale di assistiti presente quotidianamente che non dovrebbe superare mediamente il 50% della capacità ricettiva del Centro. Tale percentuale potrà essere superata nel caso in cui ricorrano particolari condizioni, sia strutturali che assistenziali, rispettando in ogni caso le misure di distanziamento sociale/fisico previsto dalle normative nazionali.

La regione Emilia Romagna propone agli utenti/famiglie una rimodulazione delle attività del centro, suddividendo gli utenti in piccoli gruppi stabili (massimo 5 utenti), che frequentano il servizio su turni giornalieri (mattina o pomeriggio) e/o giornate alternate di frequenza su base settimanale, nel rispetto del distanziamento fisico. Qualora le condizioni della struttura lo consentano, potranno essere compresenti nello stesso turno più gruppi di utenti, che svolgono attività in locali separati e con servizi igienici dedicati (Cfr. Tab.1).

 

Qualche elemento di valutazione

L’analisi di due sole regioni ha evidenziato ampie differenze negli adempimenti richiesti per la riapertura dei centri diurni per disabili. Aggiungendo al confronto altre regioni, le differenze sarebbero state ancora più ampie. Sono giustificate queste differenze? Le situazioni e i problemi sono gli stessi per cui se le differenze sono ampie queste sembrano ingiustificate.

Il compito di chi deve stabilire le regole per la ripartenza non è facile perché occorre trovare un equilibrio fra le norme per garantire la sicurezza e la necessità di far comunque ripartire le attività. Una delle differenze principali sta anche nell’impostazione di chi è chiamato a scrivere le regole del gioco. Un conto è scrivere le regole per tutelare se stessi contro possibili responsabilità future, un conto è scrivere le regole pensando a chi dovrà concretamente fruirne e a chi dovrà applicarle.

Nella comparazione fra le due regioni, la proposta dell’Emilia-Romagna appare attenta, fondata sulla sostanza delle cose che servono e non appesantita da inutili adempimenti. La proposta della regione Marche appare burocratica e appesantita da una serie numerosa di passaggi, di adempimenti e di requisiti che, in alcuni casi, sembrano fuori contesto. Manca, in sostanza di equilibrio.

Più si studia gli atteggiamenti delle regioni, più si diventa centralisti. E’ difficile rassegnarsi alle differenze regionali, se queste appaiono ampie e chiaramente ingiustificate.

 

Tab. 1 – Riapertura dei centri diurni per persone con disabilità. Gli adempimenti previsti dalle Regioni Emilia-Romagna e Marche2.

REGIONE MARCHE REGIONE EMILIA ROMAGNA
DGR 600 del 18/5/2020 DGR 526 del 18/5/2020

SEZIONE 1 – MISURE PER LA PREVENZIONE DEL CONTAGIO DA COVID-19

 

A CURA DELLA STRUTTURA EROGATRICE DEI SERVIZI DEL CENTRO DIURNO

Prevenzione del contagio

a) Prima della riapertura del Centro, dovrà essere effettuato un preliminare triage telefonico, sulla base del questionario allegato in appendice, per individuare il livello di rischio, verificando la presenza di sintomi attuali o recenti (febbre, tosse, dispnea, anosmia, ageusia) nel soggetto e nei genitori e in altri conviventi, l’eventuale esposizione a soggetti positivi e il livello di isolamento mantenuto negli ultimi giorni/settimane;

 

b) Attivazione di procedure quotidiane di triage degli operatori e degli utenti in “aree filtro” (vedi questionario/triage in appendice). Nel caso di temperatura ˃ a 37.5°C, occorre interdire l’accesso alla struttura/servizio avvisando il Medico Competente o il Medico di Medicina Generale;

 

 

 

 

 

 

c)  Predisposizione di uno spazio per la “vestizione” e di uno per la “svestizione” degli operatori, in cui indossare/dismettere i DPI (individuati sulla base delle disposizioni dei Dipartimenti della Prevenzione territorialmente competenti e come minimo composti da mascherina chirurgica e guanti). Per queste aree definire un protocollo di sanificazione giornaliera;

 

d) Utilizzo dei DPI: Garantire il rifornimento di un quantitativo di DPI adeguato rispetto al volume di prestazioni erogate (almeno per 30 gg), tale da poter essere distribuito agli operatori, agli utenti e a figure esterne di supporto;

 

 

e) È obbligatorio far precedere l’ingresso in struttura da parte degli utenti o di operatori, già risultati positivi all’infezione da COVID-19, da una preventiva certificazione medica, da parte del Medico di Medicina Generale/Medico Competente che deve rilasciare certificato di congruità (doppio tampone negativo);

 

f) Accessi in struttura cadenzati;

 

g) Riorganizzazione dei percorsi di ingresso e di uscita;

 

h) Disponibilità di gel disinfettanti o soluzioni idro-alcoliche;

 

i) Diffusione di procedure per la prevenzione del contagio da COVID-19: indicazione agli assistiti, anche tramite cartelli realizzati preferibilmente in un linguaggio di facile lettura e/o con la metodologia della comunicazione aumentativa sulle norme da osservare. Gli assistiti – autonomamente, con guida verbale o sostegno materiale – devono essere adeguatamente istruiti e supportati a lavarsi le mani correttamente e frequentemente, e osservare una corretta igiene respiratoria. Le famiglie dovranno essere attivamente coinvolte in tale percorso formativo e, a loro volta, impegnarsi a far adottare tali accorgimenti anche in ambiente domestico;

 

 

 

 

 

j) Gestione del rischio biologico;

 

k) Aggiornamento del documento di valutazione dei rischi (DVR);

 

 

 

 

 

l) Sanificazione degli ambienti: il Responsabile/Coordinatore della Struttura, nel rispetto delle normative vigenti e in ottemperanza alle indicazioni del Ministero della Salute o altre autorità a ciò preposte, realizza uno specifico protocollo di pulizia, o implementa l’esistente, che garantisca e organizzi interventi particolari/periodici di pulizia;

 

m)  Regolamentazione accesso fornitori (porre particolare attenzione a: uso della mascherina, igiene delle mani, controllo della temperatura, evitare contatti con operatori e utenti);

 

n)  Riprogrammazione degli interventi di manutenzione ordinaria degli impianti, in particolare di quelli di climatizzazione (rapporto ISS Covid-19 n.5/2020 – Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2);

 

o) Formale individuazione di un referente dei servizi per COVID-19 (anche non necessariamente corrispondente al Responsabile/Coordinatore di struttura), con il compito di curare l’adozione dei protocolli di sicurezza, monitorare l’attuazione, rilevare eventuali criticità.

 

Riorganizzazione dei servizi È richiesta la realizzazione delle seguenti attività:

 

a) Ridefinire il Progetto di struttura per il periodo dell’emergenza;

 

b) Rimodulazione dell’accesso ai trattamenti semiresidenziali: sia in termini di numero di assistiti presenti (micro-gruppi) sia in termini di frequenza;

 

c) Sfoltimento delle attività semiresidenziali in base alle caratteristiche strutturali del Centro;

 

d) Stabilire procedure e modalità di trasporto da e per il Centro (organizzate dal Centro stesso o attraverso accordi con terzi) affinché ciò avvenga in sicurezza. Prevedere inoltre la sanificazione dei mezzi di trasporto con periodicità da definirsi all’interno del Progetto di struttura (in conformità dell’allegato 9 al DPCM 26/4/2020 e alla Circolare del Ministero della Salute n. 14916 29/04/2020);

 

e) Rimodulazione della durata del trattamento (incremento del tempo tecnico tra un trattamento e l’altro per consentire il cambio dei DPI e l’igienizzazione degli ambienti e delle attrezzature);

 

f) Limitazione dell’accesso ai servizi ai soli assistiti e agli operatori;

 

 

g) Individuazione di idonei spazi, interni alla struttura, nei quali gli accompagnatori possono sostare nel rispetto dei requisiti di distanziamento, in assenza dei quali l’attesa non è consentita;

 

h) Regolamentazione dell’accesso agli spazi comuni (mensa, spogliatoi, ecc.) contingentato e ridotto nel tempo di permanenza, con previsione di una ventilazione continua dei locali;

 

 

A CURA DELL’AZIENDA SANITARIA UNICA REGIONALE

L’ASUR dovrà adottare le seguenti misure per la prevenzione del contagio:

 

Prima della riattivazione del servizio, gli operatori e gli assistiti devono essere sottoposti a screening per accertamento della positività da COVID-19 da parte dell’Area Vasta competente per territorio e per gli stessi dovrà essere programmato uno screening periodico con cadenza almeno mensile;

 

– vigilare sull’applicazione delle misure per la prevenzione del contagio da COVID-19.

 

 

SEZIONE 2 A CURA DELLA STRUTTURA EROGATRICE DEI SERVIZI DEL CENTRO DIURNO

(titolare dell’autorizzazione e/o accreditamento insieme all’effettivo gestore del Centro)

Al fine di una graduale riapertura dei Centri, la Struttura erogatrice dei servizi semiresidenziali dovrà presentare un Progetto di Struttura, alle competenti U.O.SeS territoriali, allo scopo di concordarne la fattibilità, attraverso un percorso condiviso di co-progettazione.

Nel nuovo Progetto di Struttura dovranno essere immediatamente identificabili il personale in servizio e le modalità di attivazione delle misure di sicurezza per la prevenzione del contagio. Il progetto complessivo presentato dalle strutture erogatrici dovrà essere preliminarmente condiviso con i Dipartimenti della Prevenzione territorialmente competenti, appositamente coinvolti dalle U.O.SeS, al fine di garantire la messa insicurezza di operatori e ospiti, rispetto agli aspetti strutturali e impiantistici, organizzativi, igienico sanitari, nonché legati al rischio clinico e al rischio infettivo.

PROTOCOLLO OPERATIVO PER LA RIAPERTURA IN SICUREZZA E LA RIPRESA GRADUALE DELLA ATTIVITÀ NEI CENTRI DIURNI

 

 

Le persone con disabilità e/o le loro famiglie si impegnano a comunicare tempestivamente all’Ente gestore l’eventuale comparsa di sintomi compatibili a covid-19 e il contatto con persone note come covid-19 positive nei 14 giorni precedenti.

 

 

 

 

• divieto di accesso ai locali del servizio a chi risulti con temperatura superiore ai 37,5°;  utilizzo di un unico punto, di accesso e controllo della temperatura senza contatto a chiunque entri nella struttura, concepito in modo da evitare ogni assembramento, anche, quando attuabile, separando entrata e uscita;

 

• utilizzo di barriere fisiche trasparenti o altre modalità che garantiscano il distanziamento nelle portinerie, nei punti di accoglienza, nei locali di accesso al pubblico;

 

 

 

 

 

 

 

 

• utilizzo di dispositivi di protezione individuale (mascherine chirurgiche eventualmente associate a schermo facciale, guanti, grembiule monouso) per tutti gli operatori/operatrici delle strutture e per chiunque entri nella struttura; nel caso in cui si trovino in contatto con ospiti che non tollerano la mascherina chirurgica, dovranno indossare mascherine FFP2 senza valvola.

 

 

 

 

 

 

 

• per le attività svolte al chiuso, limitare la compresenza negli stessi locali al solo operatore con l’utente o piccolo gruppo (massimo 5 utenti) rispettando il distanziamento fisico, in spazi comunque ampi e ben areati;

• distanziamento fisico di sicurezza di almeno un metro fra le persone per tutta la durata della presenza in struttura;

In caso di comparsa di sintomi durante la frequenza al centro per gli utenti o gli operatori che possano far rientrare il caso nei criteri di caso sospetto positivo al COVID-19, l’Ente Gestore provvede all’ isolamento immediato del caso sospetto e ad informare immediatamente i familiari e il medico curante il quale provvederà a contattare il Dipartimento di Sanità Pubblica (DSP) per la programmazione dell’effettuazione del tampone naso-faringeo e disporre le modalità di gestione e le precauzioni da adottare in attesa degli approfondimenti diagnostici, compreso l’immediato allontanamento del caso sospetto dalla struttura.

 

 

 

 

 

 

 

Gli Enti Gestori dovranno provvedere, prima della riapertura del centro, all’aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi tenendo conto delle procedure per la riduzione del rischio da COVID-19.

 

 

Va comunque garantita l’applicazione puntuale delle indicazioni di carattere igienico-sanitario riportate di seguito:

• pulizia e sanificazione ambientale;

• disinfezione delle superfici, delle attrezzature e dei dispositivi;

• opportuna aerazione dei locali;

 

Nei locali destinati alle attività con gli utenti, accesso consentito ai soli operatori ed ospiti con frequenza ridotta e programmata;

 

 

 

• manutenzione e corretto utilizzo con pulizia settimanale dei filtri degli impianti di riscaldamento/raffrescamento e senza la funzione di ricircolo dell’aria;

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il trasporto degli utenti deve essere effettuato garantendo la sanificazione dei mezzi, il distanziamento e l’utilizzo di DPI da parte degli operatori e se possibile anche da parte degli utenti con disabilità. Per gli ospiti che utilizzano il trasporto la temperatura viene controllata prima dell’accesso al mezzo di trasporto;

 

 

 

 

 

 

 

Nei locali destinati alle attività con gli utenti, accesso consentito ai soli operatori ed ospiti con frequenza ridotta e programmata;

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Agli operatori/operatrici e agli utenti dei centri diurni sarà effettuato con cadenza periodica concordata con le Aziende USL territorialmente competenti il test sierologico per la determinazione dell’eventuale avvenuto contatto con COVID-19 secondo i protocolli vigenti e da definire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sulla base della programmazione distrettuale e delle priorità individuate a livello locale, gli Uffici di Piano chiedono agli Enti Gestori dei centri diurni accreditati o convenzionati di formulare un Progetto di servizio finalizzato ad una ripresa graduale delle attività.

 

  1. Si rammenta che nei centri diurni gli spazi sono quasi tutti comuni.
  2. La tabella completa con tutti gli adempimenti previsti dalle due regioni è disponibile qui