10 punti per un’agenda sociale


Sergio Pasquinelli | 14 Febbraio 2018

Abbiamo preparato un nuovo dossier: il nuovo Punto di Welforum è sulla legislatura appena trascorsa e quella che sta per iniziare. Con le elezioni politiche alle porte tentiamo un bilancio degli ultimi quattro anni e guardiamo alle priorità future. Qui offriamo qualche spunto, che nel Dossier approfondiamo.

In un paese dove sono i fatti di cronaca a scandire i temi della campagna elettorale, sicurezza e immigrazione finora, la vita quotidiana delle donne e degli uomini faticano a essere tematizzati. La transizione alla vita adulta, la casa, il lavoro, la natalità, la cura dei figli, la disabilità e la non autosufficienza, sono alcuni esempi di ambiti che passano sotto silenzio, oppure sono oggetto di slogan roboanti quanto generici.

Proviamo, in modo selettivo, a riprendere le misure principali andate in porto nella passata legislatura e guardiamo alle priorità che ci aspettano nei prossimi mesi, nei prossimi anni.

Ci aiutiamo con la tavola che segue.

Molte delle riforme compiute sono solo l’inizio di un cambiamento: per questo in diversi casi è urgente porre mano ad atti che rendano operative le modifiche approvate: un tipico esempio è la riforma del Terzo settore.

In altri casi il tema centrale è quello del finanziamento, come nel caso del Servizio civile universale: qui la legge di stabilità ha garantito solo 110 milioni per quest’anno e il prossimo, insufficienti a garantire il volume di progetti programmati.

In altri casi ciò che è stato fatto nella passata legislatura è stato molto parziale: qui occorre darsi un’agenda nuova e obiettivi di diverso profilo. È il caso del sostegno alle famiglie con figli, e della non autosufficienza in particolare.

 

Cosa è stato fatto Cosa c’è da fare
1. Il nuovo REI – Reddito di inclusione per i poveri La misura va ampliata. La misura necessita di un finanziamento maggiore di quello finora stanziato. La sfida è quella dell’integrazione con le misure regionali e comunali già esistenti e con le politiche attive del lavoro.
2. Riforma Terzo settore: Codice del Terzo settore, riforma dell’impresa sociale, Servizio civile universale Ci sono 45 decreti attuativi da emanare nei prossimi mesi. Il Servizio civile universale deve trovare ulteriori risorse oltre a quelle già stanziate.
3. Nuovi LEA – Livelli essenziali di assistenza Occorrono livelli essenziali sui servizi sociali, oltre che sociosanitari, per ridurre le grandi disomogeneità del paese.
4. Legge sul “Dopo di noi”, legge sull’autismo Gli interventi vanno decisamente potenziati, per riguardare un numero meno esiguo di beneficiari
5. Sostegno ai i caregiver familiari tramite nuovo Fondo di 60 milioni per tre anni La non autosufficienza deve entrare nell’agenda di governo. Serve un Piano nazionale e una riforma dell’indennità di accompagnamento con un nuovo strumento di certificazione del bisogno di cure.
6. Bonus mamme domani, Buono asilo nido, Voucher baby sitter Occorre riordinare il sistema dei sostegni economici alle famiglie, molto frammentati e poco perequativi, attraverso interventi strutturali e ricompositivi.
7. Revisione dell’accoglienza ai minori non accompagnati Nei confronti di tutti i rifugiati va sviluppato il dialogo con i Paesi di provenienza, potenziato il sistema dell’accoglienza, accorciati i tempi di valutazione delle istanze di asilo (applicazione Decreto Minniti-Orlando), strutturati percorsi di integrazione
8. Sostegno all’agricoltura sociale Dare corso al Decreto attuativo già approvato in Conferenza Stato Regioni e alle conseguenti linee guida. Incentivare le connessioni con i circuiti della grande distribuzione.
9. Sostegno all’innovazione sociale tramite il nuovo Fondo nazionale (legge di bilancio 2018) e l’impegno di numerose Fondazioni Il nuovo fondo ha bisogno subito di un decreto attuativo per sostenere processi di innovazione che aprano a nuovi modelli di intervento nel welfare sociale
10. Nuovi Fondi sociali. Sono nati nuovi Fondi nazionali per: la povertà educativa, i caregiver familiari, l’innovazione sociale, il “dopo di noi”, l’autismo, le adozioni internazionali, le donne vittima di violenza di genere I nuovi fondi hanno ancora bisogno, in diversi casi, di essere dettagliati nelle loro modalità di utilizzo. Vanno via via consolidati in modo strutturale.

 

Le insidie dei prossimi mesi

Cosa accadrà dopo le elezioni?

Il dopo elezioni presenta secondo me tre rischi.

  1. Il primo rischio è quello del de-potenziamento di quanto adottato, di quanto già intrapreso. Un governo che nicchia su alcuni processi avviati, per esempio quelli sul terzo settore, che pone altre priorità rispetto al consolidamento dei nuovi fondi sociali (vedi tavola), o che non dà continuità a molti processi di cambiamento iniziati (per i disabili per esempio), anche senza rendere esplicita una netta avversione, rischia di portare al graduale dissolvimento dei molti sforzi compiuti negli ultimi anni.
  2. Il secondo rischio è il rischio-giravolta, il cambio di rotta su determinati fronti. Esemplare è il contrasto della povertà, su cui esistono proposte molto diverse dal Rei: il Reddito di Cittadinanza del M5S e il Reddito di Dignità di Forza Italia. Si tratta di due proposte di reddito minimo che costerebbero ciascuna circa 30 miliardi di euro l’anno e che si rivolgono a platee differenti. Oltre a richiedere fabbisogni considerevoli dati i nostri conti pubblici, non prendono in considerazione il REI, attivo dallo scorso dicembre e ampliato dall’ultima Legge di Stabilità (Baldini, Daveri, 2017). Ma soprattutto, misure assistenziali che contrastano con la logica promozionale e attivante dell’attuale Reddito di inclusione.
  3. Il terzo rischio, forse il più probabile, è il rischio stand by. Che potrebbe verificarsi nel caso di una situazione di ingovernabilità: in cui non si riesca a formare un nuovo governo, con conseguente stallo politico. Uno stallo politico rischia di rinviare sine die i molti atti e decreti attuativi che le misure approvate richiedono (vedi figura), necessari per rendere effettive le decisioni prese.

 

I prossimi mesi ci diranno se potremo riuscire a evitare questi rischi. La passata legislatura è stata una buona legislatura sul sociale. È cruciale non arretrare sui traguardi raggiunti.