Il programma di attività dell’Osservatorio nazionale disabilità


Giampiero Griffo | 12 Novembre 2019

La riconvocazione dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità (da ora in poi Osservatorio) nel gennaio 2019 ha rilanciato la necessità di applicare in Italia la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità delle Nazioni Unite (CRPD).

Nonostante l’Italia abbia una buona legislazione in materia di disabilità, il nostro Paese non si è ancora dotato di una normativa e di politiche in linea con la tutela dei diritti umani richiesta dalla CRPD, basata su pari opportunità e non discriminazione. Gli stessi welfare regionali non sono coerenti con l’approccio della Convenzione, presentando ancora molti elementi del modello medico/individuale della disabilità: ad esempio, sistemi di assessment non centrati sul sostegno alla persona, assenza di obiettivi di empowerment e di abilitazione, servizi spesso non centrati sul sostegno ai diritti delle persone, modesto mainstreaming della disabilità nelle politiche generali, inadeguata personalizzazioni dei progetti individuali e scarso coinvolgimento dei beneficiari nei progetti personalizzati, solo per citare gli elementi più rilevanti. Un modello superato dall’approccio bio-psico-sociale basato sul rispetto dei diritti umani, fatto proprio dalla Convenzione ONU.

 

Le competenze dell’Osservatorio sono definite dalla legge 18/2009 che, avendo ratificato in Italia la CRPD, promuove la piena integrazione delle persone con disabilità attraverso:

  • la promozione dell’attuazione della Convenzione e la elaborazione di un Rapporto dettagliato sulle misure adottate (art. 35 della CRPD);
  • la predisposizione di un Programma di azione biennale;
  • la promozione della raccolta di dati statistici che illustrino la condizione delle persone con disabilità, anche a livello regionale;
  • la predisposizione della Relazione sullo stato di attuazione delle politiche sulla disabilità;
  • la promuovere la realizzazione di studi e ricerche.

 

Sulla base di un dibattito all’interno dell’assemblea dell’Osservatorio, è stato definito un Programma di attività che ha individuato alcuni obiettivi generali. Ne elenchiamo i principali. Coordinare l’attuazione del secondo Programma biennale, le osservazioni conclusive del Comitato sui diritti delle persone con disabilità delle Nazioni Unite e i contenuti del Codice della disabilità – di proposta governativa – avviando alcune azioni essenziali per la reale applicazione della CRPD. Selezionare una serie di azioni, all’interno del secondo Programma d’azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, che siano ragionevolmente realizzabili nel periodo di attività dell’Osservatorio (tre anni dalla sua ricostituzione). Realizzare all’interno del Governo un meccanismo efficace di coordinamento tra tutti i Ministeri e le Agenzie pubbliche che permetta l’applicazione della CRPD in tutti gli ambiti di competenza governativi. Quest’ultimo obiettivo si coniugherà con le decisioni che assumerà il nuovo governo Conte, visto l’annuncio che la disabilità rimarrà sotto la competenza del Presidente del Consiglio dei Ministri.

 

Il primo Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità purtroppo ha ottenuto pochi risultati attuativi, soprattutto nel campo della Cooperazione internazionale, dove però esisteva già un Piano di azione biennale su cooperazione e disabilità del MAECI approvato nel 2013. Il secondo Programma di azione biennale, approvato con DPCM del 12 ottobre 2017, deve ancora partire proprio sulla base delle attività dell’Osservatorio.

L’approccio al tema dell’applicazione della CRPD si baserà su alcuni elementi metodologici di base:

  • coordinamento con altri impegni internazionali ed europei sottoscritti dall’Italia (convenzioni dell’ONU e del Consiglio d’Europa, Obiettivi di sviluppo sostenibile, Sendai framework, etc.) per mettere in evidenza gli impegni assunti dall’Italia in materia di disabilità inserendoli in leggi, programmi e politiche;
  • approccio basato sul “doppio binario” nelle azioni da sviluppare (finanziamenti a politiche e azioni dedicate alle persone con disabilità e mainstreaming della disabilità nelle politiche generali);
  • partecipazione e coinvolgimento delle organizzazioni delle persone con disabilità e della società civile competenti nelle aree di intervento dell’OND;
  • promozione di iniziative innovative utili ad applicare la CRPD;
  • raccordare i gruppi di lavoro con il Comitato tecnico scientifico attraverso rapporti scritti, elaborazioni definite e concrete indicazioni di iniziative, per arrivare a definire le proposte da sottoporre al Presidente del Consiglio e alle autorità competenti.

 

L’Osservatorio ha deciso di organizzarsi in 9 aree tematiche e 13 gruppi di lavoro, i cui membri sono stati proposti dai componenti dell’Osservatorio. Ogni gruppo avrà un coordinatore della società civile ed un referente istituzionale che gestiranno i lavori assegnati. Segue un elenco sintetico delle aree e dei gruppi di lavoro.

1. Non discriminazione, Area suddivisa in 2 gruppi di lavoro:

    • Non discriminazione, riconoscimento della disabilità, accomodamento ragionevole, processo decisionale supportato, Garante dei diritti.
    • Armonizzazione, riordino e semplificazione disposizione legislative in materia di disabilità.

2. Diritto alla vita adulta, progetto personalizzato, empowerment e consulenza alla pari, caregiver.

3. Contrasto alla segregazione, violenza e trattamenti inumani, misure e programmi e servizi per l’abitare civile e vita indipendente.

4. Rete dei servizi per l’inclusione, Area suddivisa in 4 gruppi di lavoro:

    • Salute e diritto alla vita, abilitazione e riabilitazione, ausilii, consenso informato;
    • Politiche sociali, Leps, servizi di abilitazione, riorganizzazione interventi monetari, orientamento alle famiglie, advocacy;
    • Educazione, competenze personale, accessibilità, orientamento, università;
    • Lavoro e occupazione, interventi legislativi, collocamento mirato, interventi tecnici, congedi parentali.

5. Donne con disabilità, contrasto alla discriminazione, prevenzione violenza, occupazione, genitorialità.

6. Accessibilità, uffici e servizi, ambienti privato, formazione, monitoraggio fondi strutturali, trasporti, informazione e comunicazione, emergenza, Area che affronterà varie tematiche:

    • accessibilità agli edifici ed ai servizi pubblici;
    • accessibilità ai sistemi di trasporto;
    • accessibilità all’informazione e alla comunicazione;
    • accessibilità dei servizi di soccorso e di emergenza.

7. Libertà, diritti civili e partecipazione, voto, espressione della volontà, vita pubblica, organo consultivo permanente.

8. Monitoraggio, statistiche, SDGs, banche dati, agenzie sui diritti umani, indicatori di cui all’art 31 e 33 CRPD.

9. Cooperazione internazionale.

 

Ai gruppi di lavoro sono stati assegnati i temi che dovranno discutere. Il loro lavoro sarà di definire con il Comitato tecnico scientifico le priorità da esaminare, impegnandosi a elaborare proposte (legislazioni, programmi, iniziative) da attuare con un calendario temporale predefinito.

Le attività, sia dei gruppi di lavoro sia del Comitato tecnico scientifico, permetteranno di interloquire con esperti ed autorità competenti che potranno essere invitati alle riunioni.

 

A titolo di esempio, come previsto dal Programma di attività triennale, riporto i temi proposti alla discussione dell’Area 1. Non discriminazione:

  • definizione del riconoscimento della condizione di disabilità e delle persone con disabilità e di persone che necessitano di sostegno intensivo in linea con la definizione della CRPD, in ambito educativo, sanitario, lavorativo e sociale, tenendo conto dell’età, basato sul modello bio-psico-sociale integrato dal rispetto dei diritti umani e con la diretta partecipazione del beneficiario, anche con nuove forme di autovalutazione; contribuire a definire uno standard omogeneo di assessment della condizione di disabilità a livello regionale; riconoscimento della sordo-cecità come condizione di disabilità (articolo 1 CRPD, raccomandazione 6 e linea di intervento 1);
  • definizione di accomodamento ragionevole (art. 14 comma 2 CRPD) con riferimento alla necessità di una definizione generale ed eventuali declinazioni tematiche, partendo dalle produzioni normative di altri Paesi e dalla letteratura scientifica in merito (raccomandazione 10, linea di intervento 4);
  • definizione di discriminazioni multiple con riferimento a minori con disabilità (trasversalmente alla CRPD e in particolare oltre agli articoli 6 e 7, gli artt. 31, 24 e 25), ai migranti con disabilità (in particolare art 11 e 32 CRPD); circa la discriminazione multipla e le donne, si rimanda al focus specifico (raccomandazione 12, linea di azione 3 e 5);
  • definizione di una legislazione che riconosca per le persone che richiedano maggiori sostegni il “processo decisionale supportato” (art. 12 CRPD, raccomandazione 28, linea di azione 2);
  • Garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità: istituzione di una figura di difensore dei diritti delle persone con disabilità con i poteri di tipo A dei principi di Parigi delle Nazioni Unite (art. 33 CRPD, raccomandazione 82).

 

L’impegno programmatico che l’Osservatorio si è dato è ambizioso, ma soprattutto innovativo rispetto alle precedenti esperienze: l’impegno è quello di rendere chiaro il cambio di paradigma introdotto dalla Convenzione dell’ONU e introdurre strumenti appropriati per applicarla. Il prossimo rapporto italiano al Comitato sui diritti delle persone con disabilità delle Nazioni Unite dovrà essere preparato nel 2023. L’impegno dell’Osservatorio è di rispondere alla gran parte delle raccomandazioni indirizzate all’Italia nell’esame del precedente rapporto di applicazione della CRPD nel 2016.