Pensione di cittadinanza solo al 3% delle pensioni sotto ai 780 euro


Franco Pesaresi | 6 Febbraio 2019

La norma

Il decreto legge n.4/2019 prevede, come è noto, l’istituzione della Pensione di cittadinanza (PdC) al fine di contrastare la povertà degli anziani.

La norma prevede che per “i nuclei familiari composti esclusivamente da uno o più componenti di età pari o superiore a 67 anni”,   il Reddito di cittadinanza (RdC) assume la denominazione di Pensione di cittadinanza e che “i requisiti per l’accesso e le regole di definizione del beneficio economico, nonché le procedure per la gestione dello stesso, sono le medesime del Rdc, salvo dove diversamente specificato”.

La pensione di cittadinanza si compone di 2 elementi:

a) Una componente ad integrazione del reddito familiare fino alla soglia di € 7.560 annui moltiplicata per il parametro della scala di equivalenza;

b) Una componente, per le famiglie in affitto, pari all’ammontare del canone annuo previsto nel contratto di locazione fino ad un massimo di € 1.800 annui.

In virtù dei vari vincoli l’importo massimo mensile erogabile in una famiglia con 2 ultrasessantasettenni  è di 1.032 euro (Cfr. Tab. 1). Il beneficio economico non può essere inferiore a € 480 annui.

La pensione di cittadinanza, diversamente dal Rdc, è permanente ed  è suddivisa in parti uguali tra i componenti il nucleo familiare.

 

Tab. 1 – Esempi di pensione di cittadinanza

Pensione di Cittadinanza integrazione reddito contributo affitto

scala

 

Totale
1 componente +67 anni casa di proprietà 630 1 630
1 componente +67 anni in affitto 630 150 1 780
2 componenti +67 anni casa di proprietà 882 1,4 882
2 componenti +67 anni in affitto 882 150 1,4 1032

 

Chi beneficerà della pensione di cittadinanza?

Possono beneficiare della Pdc gli ultra67enni che hanno un ISEE inferiore al 9.360 euro. La logica dichiarata del governo è quella di garantire un’integrazione delle pensioni attuali in modo che tutti raggiungano una pensione di 780 euro al mese. In realtà, valori ISEE e reddito esprimono valori diversi ma per semplicità qui tralasceremo questo aspetto.

Attualmente, le prestazioni pensionistiche mensili inferiori a 780 € sono 4.207.071 e portare ogni pensionato a prendere  almeno 780 € al mese costerebbe circa 12 miliardi e 754 milioni (Cfr. Tab.2). Un costo elevatissimo quasi pari al costo complessivo di tutto il reddito di cittadinanza e di “quota 100”.  Tutte queste risorse, ovviamente, non ci sono nel D. L. 4/2019 che stanzia complessivamente per Rdc e pensione di cittadinanza 5.894 milioni di euro nel 2019 e 7.131 milioni di euro nel 2020.

 

Tab. 2 – Calcolo del costo teorico della pensione di cittadinanza (per portare tutte le pensioni a 780 €)

Tipo di prestazione per pensionato n. prestazioni in pagamento Importo medio annuo (mln €) Importo mensile lordo (mln €) Importo mensile mancante per arrivare a 780 €*** Importo annuo per portare a 780 € x 13 mesi Costo totale per prestazione a 780 €
Pensione di invalidità civile* 932.289 3.731 287,04 492,96 6.408,54 5.974.611.433,01
Pensioni e assegni sociali 861.811 5.577 428,98 351,02 4.563,29 3.932.695.899,22
Pensioni di guerra 175.389 7.146 549,73 230,27 2.993,52 525.030.850.92
Altre prestazioni minori di 507 € 95.027 3.700 285 495,00 6.435,00 611.498.745,00
Pensioni tra 1 e 2 volte il minimo 2.142.555 9.341,65 718,59 61,41 798,35 1.710.508.784,25
Costo totale** 4.207.071         17.754.345.712,40

Note: *Non è stata considerata l’indennità di accompagnamento (€ 519,71); **per portare tutte le prestazioni a 780 € netti al mese per 13 mensilità; ***La soluzione adottata calcola il differenziale tra l’importo attualmente in pagamento e quello relativo a 780 €; il calcolo non è sulle prestazioni, che al 2017 sono circa 22.994.698, ma sui pensionati; i pensionati infatti sono 16.041.852 e percepiscono 1,4 pensioni per ogni pensionato. Fonte: Itinerari Previdenziali (2019).

 

Ma allora chi potrà accedere alla Pensione di cittadinanza? Il D.L. 4/2019 propone una serie di norme particolarmente selettive che restringono enormemente la possibilità di beneficiare del contributo mensile. Vediamo quelle più significative:

  1. Il primo requisito richiesto è che i componenti del nucleo familiare e non solo il capofamiglia devono avere età pari o superiore a 67 anni. Questo significa che se uno dei due coniugi pensionati ha meno di 67 anni, entrambi non riceveranno la Pdc. Allo stesso modo, il pensionato con tutti i requisiti non riceverà la pensione di cittadinanza se abita con altri familiari con meno di 67 anni.  In questi giorni, in alcune città si sono registrate numerose richieste di cambio di residenza. Chissà se c’è una relazione con queste norme? Si tratta, comunque,  di criteri particolarmente iniqui perché negano il diritto alla Pensione di cittadinanza a persone che hanno tutti i requisiti ma che hanno la “colpa” di abitare con persone con meno di 67 anni. Mai si era vista una norma tanto ingiusta.
  2. Il L. 4/2019, in realtà,  non fa accedere alla Pensione di cittadinanza coloro che hanno una pensione inferiore a 780 euro mensili ma coloro che hanno una pensione più ridotta. Infatti,  l’integrazione garantita dalla Pdc riguarda pensioni di 7.560 euro annui moltiplicati per il parametro della scala di equivalenza. Questo significa che l’integrazione sarà corrisposta solo a pensioni fino ad un massimo di 630 euro (in realtà meno se teniamo conto della tredicesima) se in presenza di un anziano single che si abbassa mediamente a 441 euro mensili in presenza di una coppia di anziani ultra67enni. Questo è l’elemento decisamente più selettivo di tutta la norma. In questo modo si escludono dalla pensione di cittadinanza oltre 2 milioni e mezzo di pensioni, i 2/3 circa di tutte le pensioni sotto i 780 euro mensili.
  3. L’altro criterio selettivo per l’accesso alla pensione di cittadinanza è fornito dalla norma che stabilisce l’importo massimo del patrimonio mobiliare (6.000 euro massimi per un single più 2.000 euro per ogni successivo componente). Tra gli anziani, anche poveri, tali tetti sono piuttosto bassi tenuto conto della naturale propensione degli anziani a risparmiare (o a mantenere il risparmio) pur in situazioni economiche difficili.

 

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio, sulla base della banca dati delle dichiarazioni ISEE 2017, ha stimato in soli 120.000 i nuclei familiari di anziani che beneficeranno della Pensione di cittadinanza pari a 136.000 individui. Si tratta di 16.000 coppie di anziani e di 104.000 anziani soli;  il 3,2% di tutte le pensioni inferiori a 780 euro mensili.

L’importo della Pensione di cittadinanza

Gli elementi che influenzano l’importo della Pensione di cittadinanza sono soprattutto due:

  1. Il contributo massimo della Pdc, in realtà, non coprirà la differenza fra la pensione percepita e 780 euro ma coprirà la differenza fra la pensione percepita e 630 euro se anziano singolo o mediamente 441 euro ad anziano se abita con il coniuge.
  2. Una maggiorazione di 150 euro mensili è prevista per ogni nucleo familiare (e quindi non per persona) di anziani che abita in affitto. In Italia, gli anziani che possiedono una casa sono circa il 90% per cui l’integrazione degli ulteriori 150 euro mensili riguarderà solo il 10% dei nuclei familiari di anziani. Si tratterà di circa 12.000 nuclei di anziani di cui circa 10.400 anziani soli beneficeranno dell’importo pieno per persona (a cui si aggiungono circa 1.600 coppie di anziani a cui l’importo di 150 euro mensili va ripartito al 50% fra i due coniugi).

 

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio, sulla base della banca dati delle dichiarazioni ISEE 2017, ha stimato in 2.641 euro il beneficio medio annuo per  gli anziani soli che beneficeranno della Pensione di cittadinanza pari a circa 203 euro al mese (nel caso sia prevista la tredicesima). Gli anziani in coppia, invece,  beneficeranno singolarmente   di importi  più bassi.

 

La spesa per la Pensione di cittadinanza

Secondo l’Ufficio Parlamentare di bilancio la spesa per il 2019 delle Pensioni di cittadinanza sarà di circa 269 milioni di euro. Nel 2020,  l’erogazione della misura riguarderà tutto l’anno e la spesa salirà a 359 milioni di euro (il 5% dell’intero stanziamento per il Reddito di cittadinanza).

 

Conclusioni

La Pensione di cittadinanza andrà ad integrare solo il 3,2% di tutte le pensioni inferiori a 780 euro mensili.

Inoltre, solo in un numero marginale di casi la pensione di cittadinanza andrà a coprire la differenza fra la pensione percepita e l’importo di 780 euro (solo chi è in affitto). In quasi tutti i casi la copertura riguarderà importi più bassi (fino ad un massimo di 630 euro).

Si tratta di un intervento modestissimo che nulla ha a che vedere con quanto annunciato in questi mesi e con quanto previsto nel “contratto di governo” che esplicitamente pone l’obiettivo  di integrare tutte le pensioni affinché raggiungano i 780 euro al mese. Occorre rammentare che si è parlato di un  coinvolgimento di 4 o 5 milioni di pensionati ed invece il D. L. 4/2019 sembrerebbe coinvolgere solo 136.000 pensionati circa.

Inoltre, occorre aggiungere che questo ulteriore provvedimento che coinvolge una quota modesta dei pensionati italiani, andando ad aggiungersi ad un sistema pensionistico categoriale e disomogeneo non riforma il sistema ma lo rende ancora più iniquo e frammentato.

L’impressione netta è che un provvedimento di questo tipo abbia solo uno scopo propagandistico che possa permettere a chi lo ha proposto di poter dire che la Pensione di cittadinanza è stata realizzata.  In realtà, la  Pensione di cittadinanza è stata avventatamente proposta senza valutarne i pesanti effetti finanziari sul bilancio dello Stato e, di fronte all’impossibilità di realizzarla, il governo  l’ha  ridimensionata fino all’irrilevanza.