OVER – Osservatorio vulnerabilità e resilienza


I cambiamenti estesi, profondi, che abbiamo attraversato negli ultimi anni ci hanno segnato. Hanno segnato la società italiana che ne sta uscendo trasfigurata, per molti motivi e da molti punti di vista. E hanno segnato la rete di relazioni in cui siamo immersi, ma che si ritrova talvolta con diverse smagliature. Le statistiche ci restituiscono il quadro di una società impoverita, dove la povertà conclamata è aumentata, ma dove si è anche allargata un’area di malessere: i non ancora poveri ma non più benestanti, una popolazione nuova che si affaccia al mondo dei servizi e dell’aiuto possibile. Nel mondo del lavoro si scopre un mercato profondamente disallineato tra la domanda e l’offerta, con grandi fabbisogni di personale qualificato che stentano ad essere coperti. La fatica dei giovani a emanciparsi, uscire dalla casa dei genitori, divenire adulti e generare nuovi nuclei è del tutto, e da anni, evidente. Gli oneri di cura nei confronti della popolazione fragile si dilatano, senza un aumento corrispondente delle possibilità di farvi fronte.

La vulnerabilità è l’anticamera della povertà. È su quest’area che L’Osservatorio OVER si concentra: un’area dinamica, condizionata da molti fattori diversi, dentro processi a volte complessi ma cruciali da esplorare nelle loro diverse componenti.

Dobbiamo ancora capire molto dei cambiamenti che stiamo attraversando. Conoscerli meglio è il primo sforzo: da vicino, con i numeri già presenti (pensiamo ai rapporti di Eurostat, Istat, Oxfam, Caritas Italiana, Fio.Psd, Banco Farmaceutico, tra gli altri) e con quelli che possiamo raccogliere direttamente con l’ascolto delle voci dei soggetti, degli attori, delle comunità coinvolte. Una congiuntura economica critica, che si protrae ormai da tempo e che sta pesantemente erodendo la capacità di spesa delle famiglie, rende centrale un elemento: la grande incertezza di questi anni e la fatica di pensarsi al futuro.

L’Osservatorio OVER nasce dall’alleanza tra un soggetto radicato sul territorio, che offre servizi, svolge attività di promozione sociale e culturale, le ACLI lombarde, un centro di ricerca, l’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS) e una associazione, l’Associazione per la Ricerca Sociale (ARS), da tempo impegnati a decifrare i segni del cambiamento, nelle pieghe del welfare territoriale e delle politiche sociali.

Per questo, anche per questo, non si tratta di “un altro” osservatorio, ma di un luogo privilegiato di elaborazione che intende fare sistema tra sguardi, competenze, punti di vista diversi. Un luogo aperto, che vuole superare quella autoreferenzialità che talvolta segna la ricerca sociale per interagire con i tanti soggetti impegnati sulle fragilità, sulle povertà, sul lavoro di cura.

Il primo Report1 che il 17 aprile verrà presentato a Milano restituisce molti elementi al riguardo. Le due parti che lo compongono, da punti di vista differenti, mostrano quanto sia aumentata la vulnerabilità del ceto medio, sia per le dinamiche di spesa per sostenere cure private, sia per il contesto di crescente solitudine in cui si trovano i caregiver familiari. Dal punto di vista reddituale quasi un quarto dei contribuenti, tra i dipendenti e i pensionati, appartiene alla categoria dei ‘vulnerabili’, il che significa almeno 900mila persone in Lombardia, cui vanno sommati lavoratori atipici, partite Iva, disoccupati e inattivi.

E la resilienza della popolazione esce da questi tre anni modificata: tramonta la vecchia, netta preferenza per l’aiuto monetario a favore di servizi adeguati, il cui valore viene riconosciuto, e aumenta nettamente il desiderio di un servizio pubblico più presente, tempestivo, tutelante.

Il Rapporto si articola dunque in due parti, una prima parte stabile, che verrà reiterata nel tempo, e una seconda parte contenente un approfondimento tematico, ogni anno diverso.

La prima parte si concentra sulla condizione economica e la capacità di spesa delle famiglie e dei cittadini, a partire dall’analisi dei micro-dati del database di CAF ACLI Lombardia. La base dati è costituita dalle dichiarazioni dei redditi presentate mediante modello 730 nel triennio 2020-2022, e relative quindi agli anni d’imposta 2019, 2020 e 2021. Una base conoscitiva preziosa in quanto costituisce una base dati fondamentale per dimensionare ed analizzare il fenomeno della vulnerabilità, i suoi livelli di intensità e la sua distribuzione territoriale e per orientare i futuri approfondimenti dell’Osservatorio.

La seconda parte di questo Rapporto si concentra sulla figura del caregiver familiare a favore di anziani non autosufficienti. Chi sono i caregiver familiari degli anziani non autosufficienti? Che bisogni e fatiche esprimono? E soprattutto: come stanno cambiando? In Italia sono oltre sette milioni i caregiver familiari, ossia le persone che si prendono cura di un familiare fragile (disabile, non autosufficiente, malato cronico, in condizione di forte fragilità). Abbiamo realizzato la più estesa ricerca sui caregiver lombardi, rivolgendoci all’utenza dei Patronati Acli provinciali che tra il 2021 e il 2022 ha fatto domanda di prestazioni di invalidità civile, con un’attenzione all’età anziana. Hanno partecipato all’indagine quasi duemila soggetti.

  1. Il Rapporto è frutto di un lungo lavoro preparatorio e di impostazione condivisa tra ACLI Lombardia, IRS e ARS. Materialmente, la stesura è stata curata da Daniela Mesini e Giulia Assirelli (parte prima), Sergio Pasquinelli e Francesca Pozzoli (parte seconda).

Commenti

Lavoro molto interessante che leggerò volentieri. In questo momento storico spesso i vulnerabili fanno fatica ad affacciarsi al mondo della comunicazione o comunque la narrazione che ne viene offerta è incrostata, a mio avviso, di molta ideologia. Bene dunque un rapporto che rimetta insieme le fonti statistiche disponibili. Degna di attenzione l’osservazione sulla virata verso la richiesta di servizi piuttosto che di aiuti monetari e interessantissimo lo spaccato sui caregiver.
Grazie