Scrittura riflessiva e tirocini delle professioni sociali


Eric FaustiniVanessa Lisa | 30 Aprile 2024

Questo contributo è il secondo di una serie di articoli che descrivono il progetto: “Pratiche co-costruite di scrittura nel lavoro sociale”. Nel primo articolo, pubblicato nel novembre del 2023, le studentesse Sofia Baho, Alice Del Bello e Sara Verardi hanno introdotto il progetto descrivendo i soggetti coinvolti, le premesse teoriche, gli obiettivi e la metodologia utilizzata.

In questo secondo articolo, vogliamo presentare lo strumento di ricerca che, come studente e studentessa coinvolti, abbiamo utilizzato durante le nostre esperienze di tirocinio. Esso era suddiviso in una serie di macro-aree, che schematizziamo come segue:

  • Aspetti generali (tipologia di tirocinio e motivazione della scelta);
  • Cosa ho imparato e con chi;
  • Esplorazione delle tensioni e Rapporto con le istituzioni, che guidano la/il tirocinante nell’osservazione delle dinamiche conflittuali all’interno dell’organizzazione e nell’analisi delle relazioni con le figure di riferimento (tutor);
  • La scrittura del tirocinio, che incoraggia la studentessa o lo studente a riflettere intorno alla scrittura, che nel lavoro sociale è elemento onnipresente;
  • Valutazione – in Itinere e Valutazione – ex post, che invitano la/il tirocinante a formulare considerazioni soggettive in merito all’esperienza.

Ciascuna di queste aree includeva a sua volta un elenco di domande che avevano lo scopo di guidare l’analisi e l’osservazione critica attraverso la nostra scrittura riflessiva, cioè quella forma di scrittura che si utilizza non per relazionare su un evento a fini di memoria e archivio o di comunicazione, “ma per approfondire l’esame di una situazione per finalità di apprendimento giovandosi delle potenzialità della parola scritta”. Per motivi di spazio non ci è qui possibile scendere nel dettaglio di ciascuna di queste aree e le relative domande; tuttavia, desideriamo offrire alcune personali riflessioni che lo strumento ha stimolato in noi, confidando che possano suscitare nel lettore curiosità e interesse ad approfondire l’argomento.

Osservare le tensioni e i conflitti

Abbiamo trovato particolarmente stimolante l’opportunità di osservare e riflettere sulle tensioni e sulle dinamiche organizzative. Le interazioni, le relazioni e il conflitto sono il “pane quotidiano” dei professionisti del sociale e per questo motivo essere consapevoli di quello che succede nel contesto di lavoro dovrebbe essere fondamentale. Durante l’esperienza di tirocinio, è stato possibile osservare situazioni di tensione, in particolare tra il personale operativo, i responsabili/coordinatori e l’amministrazione dell’ente, che ci hanno spinto a fare domande e a investigare sulle ragioni di questi conflitti, sui preconcetti dell’una o l’altra parte e a vedere i problemi da vari punti di vista. Lo strumento ci ha incoraggiato a indagare sui ruoli delle persone da cui siamo circondati, a domandarci i perché di ciò che avveniva intorno a noi (“Cosa è successo?”, “Chi è stato coinvolto?”, “Quali sono i ruoli delle persone interessate?”) e a dialogare con le persone.

Riflettere sul proprio posizionamento all’interno dell’organizzazione

È importante riflettere sul proprio posizionamento all’interno dell’organizzazione, dato che non siamo mai elementi neutrali e invisibili agli altri. Dobbiamo quindi considerare il modo in cui veniamo trattati (veniamo coinvolti nel lavoro oppure no?), il modo in cui le persone (utenti, personale ecc.) interagiscono con noi, quello che ci viene detto, quelle che viene omesso durante le riunioni per via della nostra presenza, le situazioni dalle quali siamo esclusi e quelle in cui siamo coinvolti.

Il contesto ci influenza

Le studentesse e gli studenti universitari concorderanno su fatto che non sempre si ha la possibilità di scegliere il tirocinio “ideale”, ma che è altresì essenziale essere consapevoli dell’esperienza formativa che si sta svolgendo, di quello che si sta imparando e con chi, e soprattutto è importante chiedersi in che modo questa esperienza può essere utile a noi come futuri professionisti.

Nello strumento viene data molta importanza alla descrizione del contesto e questo ci ha permesso di riflettere su come esso influenzi l’attività di tirocinio: descrivendo il contesto abbiamo migliorato le nostre capacità di osservazione dell’ambiente, le situazioni e la nostra percezione legata a quei momenti.

Apprendere dalle situazioni problematiche

Durante il tirocinio siamo stati testimoni di situazioni critiche e problematiche, che abbiamo saputo interpretare come delle chiavi di lettura importanti per il nostro percorso di crescita personale e professionale.

In questo modo, siamo riusciti a far emergere aspetti delle nostre abilità, delle nostre esperienze pregresse e del nostro modo di approcciarci ai diversi problemi che si presentavano sul campo.

Abbiamo apprezzato in particolare la possibilità di riflettere su ciò che quotidianamente poteva diventare fonte di apprendimento. Esercitarsi a scrivere e pensare a partire da stimoli come “racconta una giornata tipo” o “in che modo o in quali situazioni hai avuto modo di imparare durante il tirocinio?” è stato utile per osservare momenti di quotidianità in maniera più profonda e annotare nero su bianco aspetti nuovi e dati talvolta per scontato. Attraverso la scrittura si ha modo di riscoprire parti del nostro modo di agire e di sentire, si ha il tempo di fermarsi a riflettere scrivendo ciò che è accaduto e di cui siamo stati testimoni: il modo in cui è avvenuto, e come noi abbiamo affrontato una determinata circostanza.

In generale, pensiamo che lo strumento sia stato utile a integrare la relazione scritta che viene normalmente richiesta alle/ai tirocinanti universitarie/i. Questa, infatti, prende troppo spesso la forma di un documento “ufficiale”: eccessivamente “burocratico”, rivolto agli uffici amministrativi, che deve contenere solamente gli elementi essenziali e utili alle procedure di registrazione dell’esperienza di formazione nel curricula della studentessa o dello studente.

Tuttavia, c’è molto dell’esperienza di tirocinio che viene omesso e/o considerato non rilevante ai fini della relazione, ma che ne costituisce la vera ricchezza e che la rende significativa.

Lo strumento non vuole soltanto rendere più stimolante la scrittura sull’esperienza, ma anche e soprattutto promuovere lo sviluppo delle capacità riflessive e auto-riflessive delle/dei tirocinanti, futuri professionisti del sociale, oltre che permettere a tutti i soggetti coinvolti nella rete dell’organizzazione dell’esperienza di formazione (università, enti, studenti) di ottenere informazioni e suggerimenti utili a migliorare la qualità dei partenariati, delle collaborazioni, dell’offerta dei tirocini universitari.