Scuole di comunità in Campania

Un progetto di sostegno alla genitorialità


Angelo Buonomo | 9 Febbraio 2021

“Scuole di comunità” è un progetto promosso da Legambiente Campania e Libera, in collaborazione con quattro scuole: Liceo Colombo di Marigliano, ISIS P.V. Marone di Mercato S. Severino, IC Santa Marina di Policastro, IC Pirandello-Svevo di Pianura a Napoli, finanziato dalla Regione Campania attraverso il Fondo Sociale Europeo. Si articola su tre ambiti di intervento: supporto scolastico, sostegno alla genitorialità e animazione sociale per promuovere percorsi sostenibili, la cultura della legalità e dell’ecologia, per attivare nuovi servizi territoriali. A seguito della diffusione della pandemia del virus Sars Cov-2, le due organizzazioni, hanno elaborato un piano di sviluppo progettuale che ha portato alla nascita di alcune sperimentazioni volte a dare una spinta innovativa in termini di organizzazione dei servizi territoriali e di integrazione dell’intervento sociale.

 

La prima fase progettuale ha costituito una straordinaria occasione di formazione per gli operatori coinvolti in quanto si è dato vita a un processo di scambio e condivisione dei saperi teso a disegnare nuove prospettive di azione in termini di risposte ai bisogni sociali e alle fragilità ambientali. Il contrasto alle disuguaglianze, la promozione della giustizia e della solidarietà, la transizione ecologica attraverso la declinazione concreta dell’economia circolare e civile, la valorizzazione delle potenzialità ambientali del territorio, la lotta alle mafie come elemento di riscatto e rigenerazione dei luoghi hanno rappresentato la cornice di riferimento nella quale sperimentare nuovi approcci. In questo senso si evidenzia la stretta connessione tra fragilità e potenzialità socio-ambientali e la necessità di promuovere processi volti a far emergere risposte concrete al disagio sociale e al degrado ambientale. La partecipazione alla formazione, inizialmente prevista per 25 operatori del progetto è stata allargata a volontari del servizio civile e attivisti delle due organizzazioni al fine di potenziare il patrimonio associativo e sviluppare processi di innovazione sociale e ambientale. Con i 35 operatori che hanno partecipato alla formazione è stato istituito un gruppo di lavoro per intraprendere una ricerca-azione nei territori coinvolti nel progetto.

 

La seconda fase progettuale ha visto coinvolti i docenti e il personale scolastico delle scuole partner attraverso un percorso formativo dedicato al tema del sostegno alla genitorialità. Sono stati interessati oltre duecento docenti e personale scolastico al fine di condividere strumenti e metodologie per sviluppare azioni di presa in carico sistemica delle famiglie con fragilità economiche e sociali. Durante questo percorso formativo è stata aperta una profonda riflessione sulla condizione giovanile e sulle problematiche sociali e ambientali che si trovano ad affrontare i genitori, i docenti, il personale scolastico, gli educatori territoriali nell’ambito della loro azione educativa. Le prospettive emerse da questo dibattito hanno rappresentato elementi di approfondimento per il gruppo di ricerca-azione con l’obiettivo di approfondire la lettura del contesto territoriale e progettare ulteriori interventi sociali e ambientali.

 

L’intensa attività formativa del personale coinvolto insieme a un attento lavoro di monitoraggio e valutazione ha dato vita a un processo di sviluppo progettuale che ha permesso di rileggere le dinamiche territoriali e promuovere azioni indirizzate a rafforzare e innovare i servizi sociali territoriali. Interagendo con gli attori locali è stato possibile dare vita a integrazioni tra diverse progettualità e servizi, creando solidi legami per un intervento globale rivolto ai minori e alle loro famiglie. Alle iniziative di supporto scolastico per contrastare la dispersione scolastica, volte a educare alla giustizia sociale per sconfiggere le mafie e promuovere nuovi stili di vita nel rispetto dell’ambiente sono stati introdotti interventi mirati per creare legami tra le persone e a favorire l’ecologia delle relazioni.

 

Una delle azioni principali del progetto, inteso proprio nei termini appena descritti, è rappresentato dallo spazio integrato di sostegno alla genitorialità, denominato “Genitori di comunità”. Questo spazio ha assunto i contorni di un luogo di intervento individuale, di gruppo e di comunità attraverso l’approccio della presa in carico globale nella dimensione sociale e ambientale. Dal punto di vista sociale si accolgono le fragilità, orientando i singoli e le famiglie verso i servizi territoriali, mentre nella dimensione ambientale si creano occasioni volte a migliorare le vite delle persone attraverso azioni concrete di valorizzazione del territorio. La presa in carico, dunque, è al tempo stesso un percorso di indirizzo per avviare la risoluzione dei problemi ma anche un processo volto a creare un benessere complessivo della persona in ambito familiare e di comunità.

 

Lo sportello è stato pensato e organizzato come luogo di ascolto, in maniera particolare nel periodo di confinamento e distanziamento individuale. Gli incontri a distanza hanno fatto perdere l’elemento fondamentale della relazione e del contatto ma al tempo stesso hanno agevolato l’apertura da parte dei genitori che si sono rivolti allo sportello, hanno abbassato il livello il timore nel raccontare le loro paure e le loro preoccupazioni, favorendo un’apertura non sempre agevole in questi processi. Lo spazio così ha funzionato come luogo di prima accoglienza e di ascolto, volto a indirizzare le situazioni di disagio verso interventi specifici e verso una rete territoriale. Lo sportello, coordinato da operatori sociali e sociologi, è uno spazio di primo ascolto in grado di rafforzare gli altri servizi: le situazioni accolte, infatti, vengono orientate verso gli psicologi scolastici o verso i servizi sociali territoriali al fine di raccogliere il disagio e costruire risposte condivise. Nell’arco di pochi mesi sono stati ascoltati circa quaranta genitori, con colloqui individuali  di circa novanta novanta minuti; di questi circa il 50% sono stati indirizzati verso le psicologhe scolastiche e i servizi sociali territoriali per un supporto specialistico e mirato. Le situazioni evidenziate riguardano principalmente le preoccupazioni relative alla diffusione della pandemia Sars-Cov 2 che ha fatto emergere disagi latenti, i problemi economici, quelli relazionali tra i genitori e figli, le crescenti difficoltà legate alle dipendenze digitali acuite dall’utilizzo continuo di device.

 

Le innovazioni introdotte da questa sperimentazione possono essere isolate in diverse traiettorie. In primo luogo, lo sportello è coordinato da un sociologo con l’obiettivo di una prima presa in carico sistemica e globale da avviare successivamente verso specialisti in base al disagio presentato. In questo senso si indirizza verso lo psicologo, verso educatori specializzati o verso i servizi socio-sanitari territoriali. In secondo luogo, si interviene in maniera coordinata sull’organizzazione dei servizi sociali territoriali rafforzando l’esistente e introducendo strumenti e servizi innovativi. In ultimo, ma non meno importante, il processo di presa in carico viene ricondotto a una dimensione sistemica e localizzata in quanto non si interviene esclusivamente sul disagio sociale ma anche sul contesto territoriale di riferimento. L’approccio sistemico è caratterizzato anche da un intervento articolato che vede nel lavoro di gruppo la sua espressione. La condivisione del disagio e la costruzione di risposte condivise agevolano le possibilità di riscatto e favorisce il processo di empowerment delle persone.

 

Le due organizzazioni hanno scelto di dare vita a un gruppo di lavoro eterogeneo per esperienze, competenze e saperi sapendo mescolare la dimensione sociale e ambientale. Il gruppo di lavoro formato da operatori giovani e da esperti ha sintetizzato l’approccio più marcatamente sociale con quello proveniente dall’impegno ambientalista. Il gruppo di lavoro ha pertanto promosso un percorso di analisi del contesto e di lettura dei bisogni, delle fragilità e delle potenzialità socio-ambientali realizzando un’analisi articolata dei diversi ambiti territoriali. Questa lettura complessa ha prodotto un’azione di ricognizione dei servizi attivi e delle progettualità già avviate nei territori di riferimento e a partire da questo ha permesso di incrociare percorsi e progetti.  Successivamente il gruppo di lavoro ha dato vita a incontri multidisciplinari composti dai docenti coinvolti nel progetto e da esperti, esterni alle organizzazioni, che operano nelle scuole e nei territori coinvolti. Qui è stato creato primo nodo di coordinamento delle azioni e degli interventi: lo scorso 4 dicembre il Ministero dell’Università e della Ricerca ha sottoscritto un protocollo con il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi per il sostegno psicologico nelle scuole indirizzato a docenti, studenti e genitori. Legambiente e Libera hanno immediatamente promosso incontri con i singoli psicologi scolastici impegnati nelle scuole stimolando lo scambio e la condivisione su due direttrici: una verticale, interna ai singoli istituti, agevolando il dialogo e il coordinamento tra i vari attori della comunità scolastica; l’altra orizzontale tra le psicologhe che operano nelle diverse scuole e in territori distinti; agevolando così il lavoro nei singoli istituti e sviluppando processi di scambio e condivisione di saperi e di pratiche tra i professionisti.

 

Legambiente Campania e Libera, attraverso la volontà di rafforzare i servizi, di creare un dialogo e di tentare di promuovere un’azione coordinata attraverso una visione d’insieme dei problemi hanno innescato questi processi favorendo l’approccio sistemico e coordinato teso a sviluppare percorsi di presa in carico globale, creando una vera e propria filiera dell’accoglienza del disagio, con interventi immediati da parte dello sportello dedicato alla genitorialità e successivo trasferimento delle situazioni complessa alle psicologhe superando paure e diffidenze da parte delle persone che spesso non riescono a far emergere il bisogno.

 

Il gruppo di lavoro multidisciplinare, in questa fase, sta elaborando proposte e strumenti condivisi per allargare il raggio d’azione con l’obiettivo di coinvolgere i servizi sociali territoriali. Insieme all’ambito sociale territoriale si intende articolare il processo in altre due direzioni: una prima che mira al rafforzamento dei servizi, attraverso il protagonismo della persona presa in carico, con interventi mirati, coordinati e integrati; il secondo attraverso la costruzione di una rete territoriale che coinvolge anche gli Enti del Terzo settore al fine di realizzare processi condivisi di benessere collettivo.

Grazie a questo lavoro reticolare le organizzazioni hanno innescato un processo di scambio e integrazione tra diversi servizi pubblici. In virtù di ciò appare ancora più interessante, in chiave di progettazione futura, l’integrazione in questo processo anche degli psicologi di base istituiti dalla legge regionale al fine di dare vita a un vero e proprio meccanismo volto a promuovere benessere sociale e psicologico dentro un ecosistema nel quale le persone possono interagire, fare comunità, cercare risposte comuni ai problemi, condividere valori di solidarietà e giustizia sociale e al tempo stesso praticare stili di vita sostenibili con l’ambiente.

Riannodare i fili delle relazioni sociali, in particolare in un momento di grande incertezza come quello che stiamo attraversando, e a mettere in moto processi di sviluppo sociale ed economico con l’obiettivo di realizzare percorsi di sostenibilità ambientale e di contrasto alla criminalità organizzata resta la sfida decisiva non solo per la Campania e per il Mezzogiorno, ma per tutto il Paese.