Dall’Europa: lotta contro la violenza sulle donne; reddito minimo; contrasto allo spopolamento nelle zone periferiche


Chiara Crepaldi | 10 Novembre 2017

UE e ONU hanno lanciato una importante iniziativa congiunta a livello mondiale volta alla lotta contro la violenza sulle donne. Si tratta dell’iniziativa denominata Spotlight Initiative che si propone di eliminare tutte le forme di violenza contro donne e ragazze. L’iniziativa vede l’UE quale principale contributore (con un importo di circa 500 milioni di euro), attraverso il quale saranno attuati programmi globali volti a eliminare tutte le forme di violenza contro donne e ragazze, tra le quali la violenza sessuale, le mutilazioni genitali, il traffico di esseri umani, il femminicidio e la violenza domestica e familiare. I principali ambiti di intervento includeranno il rafforzamento dei quadri normativi, delle politiche e delle istituzioni, misure preventive, l’accesso ai servizi.   L’assemblea plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo il 24 ottobre ha approvato con 451 voti a favore, 147 contrari e 42 astensioni la risoluzione non legislativa volta ad introdurre o rafforzare in tutti i Paesi dell’Ue sistemi di reddito minimo adeguati. Pur non essendo un documento legislativo le raccomandazioni da parte del Parlamento Europeo alla Commissione e agli Stati Membri potranno rappresentare negli prossimi anni dei riferimenti importanti in occasione di percorsi di revisione dei sistemi nazionali di lotta alla povertà. Potrà altresì rappresentare uno strumento rilevante per promuovere una maggiore valorizzazione dei fondi strutturali quali strumenti di lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Nel documento finale infatti sono stati accolti diversi emendamenti in tale direzione, tra i quali in particolare l’allocazione del 20 per cento della spesa del Fondo Sociale europeo da indirizzare a politiche innovative per combattere la povertà e l’esclusione sociale, con la possibilità per i fondi strutturali europei di andare ad integrare i regimi di reddito minimo nazionali.   In tema di fondi strutturali in Sardegna ha preso avvio la prima Strategia nazionale per le aree interne volta a contrastare lo spopolamento delle zone periferiche creando opportunità di lavoro e sviluppo, con una dotazione di 15 milioni di euro fra fondi europei, nazionali e regionali per istruzione, salute, accessibilità, coesione e competitività. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita delle persone e puntare su uno sviluppo che crei lavoro partendo dalle competenze locali favorendo l’aggregazione di servizi tra i comuni. Il tema dello spopolamento viene affrontato in modo integrato, pensando anche alla valorizzazione dei servizi di base: sanità, mobilità e scuola. Circa 8 milioni di euro sono destinati all’istruzione, ovvero per le infrastrutture scolastiche e per percorsi di formazione per studenti e docenti. Verrà anche istituto un Osservatorio per la rilevazione, prevenzione e riduzione del disagio scolastico e centri di istruzione per adulti con il coinvolgimento degli immigrati. 4 milioni promuoveranno lo sviluppo dell’assistenza sanitaria promuovendo tra gli altri la telemedicina e la domotica salute. Con 950mila euro verranno finanziati progetti volti a garantire il miglioramento dell’accessibilità e della mobilità locale.