Dall’Europa: sviluppo sostenibile; migrazioni; rapporto Agenzia sulle droghe; homlessness


Chiara Crepaldi | 16 Giugno 2017

L’Unione europea e gli Stati membri hanno sottoscritto un piano strategico sul futuro della politica di sviluppo globale. La strategia siglata da UE e Stati membri, denominata “Nuovo Consenso europeo in materia di sviluppo” ha l’obiettivo di fornire una nuova visione collettiva e un nuovo piano d’azione per eliminare la povertà e realizzare uno sviluppo sostenibile in particolare nei paesi in via di sviluppo. Tale strategia costituisce un quadro comune di riferimento per la cooperazione europea allo sviluppo e per la prima volta si applica a tutte le istituzioni dell’Unione europea e a tutti i Paesi UE. I leader europei si sono in particolare impegnati a promuovere azioni interconnesse nell’ambito dello sviluppo, della pace e la sicurezza, degli aiuti umanitari, della migrazione, dell’ambiente e il clima, ponendo particolare attenzione alle dimensioni trasversali, tra le quali in particolare le nuove generazioni, la parità di genere, la migrazione e i diritti umani. Il nuovo Consenso propone di promuovere un approccio globale rispetto alle modalità di attuazione, combinando strumenti quali  gli aiuti allo sviluppo di tipo tradizionale con altre risorse, accanto a quelle dei paesi stessi, per promuovere politiche più strutturate e coordinate. L’UE e i suoi Stati membri nel contempo si impegnano a promuovere, nel contesto delle politiche di sviluppo, partenariati capaci di coinvolgere gli stakeholders nazionali e la società civile puntando a migliorare le modalità di attuazione ed implementazione degli aiuti.   Ancora viva l’attenzione sul tema delle migrazioni: in un rapporto recentemente pubblicato dalla Commissione Europea Employment and Social Development in Europe 2016) una sezione è dedicata all’inserimento dei rifugiati nel mercato del lavoro in Europa, evidenziando come questi rappresentino uno dei gruppi più vulnerabili in termini di integrazione nel mercato del lavoro. Il rapporto evidenzia che nella UE nel suo complesso il tasso di occupazione dei rifugiati è più basso di quello di tutti gli altri migranti, oltre che ovviamente dei nativi, il che li rende ancor più esposti alla povertà e all’esclusione sociale. Tra di essi sono le donne rifugiate rappresentano la categoria decisamente più vulnerabile e a rischio. Come è evidente la situazione migliora una volta accolta la domanda di asilo, ma i tempi tra la presentazione della domanda e la decisione sono molto elevati in tutti i paesi. Molti altri sono gli ostacoli all’accesso al lavoro, tra i quali in particolare la difficoltà nel riconoscimento dei titoli di studio acquisiti nel paese d’origine, e la non conoscenza della lingua, ambiti sui quali la Commissione europea e gli stati membri negli ultimi anni stanno lavorando per arrivare a strutturare più efficaci programmi di integrazione sociale e lavorativa di chi riceve la protezione.   È stato pubblicato il nuovo rapporto dell’Agenzia europea delle droghe realizzato dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle dipendenze. Il rapporto evidenzia che negli ultimi tre anni sono aumentati i morti per overdose in Europa, in conseguenza dell’assunzione di eroina e altri oppioidi. La crescita nell’ultimo anno di rilevazione (il 2015) è stata nell’ordine del 6% rispetto ai 7.950 decessi del 2014, 304 dei quali in Italia. L’Italia in tale contesto è in controtendenza, avendo registrato una diminuzione rispetto agli anni precedenti e in ogni caso presentando un valore decisamente più basso rispetto alla media europea (7,8 morti contro i 20,3 della media europea per milione di abitanti). Completamente differente è invece il quadro per quanto attiene l’uso di cannabis ed oppioidi: per quanto riguarda la prima sostanza i giovani italiani tra i 15 ed i 34 anni sono i secondi maggiori consumatori del continente mentre per quanto concerne gli oppioidi si collocano al quarto posto e all’ottavo per l’uso di cocaina. La cannabis è la sostanza illecita con la maggiore probabilità di essere utilizzata da tutte le fasce di età. L’aspetto interessante che emerge è che gli italiani fanno un uso maggiore di cannabis rispetto agli olandesi, dove è l’uso (moderato) è tollerato e dove è possibile reperirla con maggiore facilità e per vie legali. Il 31,9% degli italiani tra 15 e 64 anni l’hanno provata almeno una volta nella vita: siamo il terzo paese  dopo i francesi (40,9%) e i danesi (35,6%), contro il 24,1% degli olandesi.  Nel complesso si stima che 16,6 milioni di giovani europei (15-34 anni), pari al 13,3 % di questa fascia d’età, abbiano consumato cannabis nell’ultimo anno. A livello internazionale si sta attualmente dibattendo anche a livello politico sui costi e i benefici delle differenti opzioni politiche in materia di cannabis. Le nuove stime evidenziano che, in termini di valore, la cannabis rappresenta la quota più ampia del mercato europeo delle sostanze illecite. La produzione di tale sostanza è diventata una delle principali fonti di reddito per la criminalità organizzata. La nuova sfida per la politica in materia di droga è tuttavia oggi legata alle nuove forme di commercializzazione on line, in particolare favorita dalla sempre più ampia diffusione di internet tra i più giovani, dall’utilizzo di nuove tecnologie di pagamento, dalle innovazioni che consentono il mantenimento dell’anonimato nelle transazioni.   Feantsa, la Federazione europea delle organizzazioni nazionali che lavorano con persone senza dimora ha in questi giorni lanciato una versione aggiornata del suo Osservatorio Europeo sull’Homelessness. L’Osservatorio è formato da una rete di corrispondenti nazionali che raccolgono all’interno di ogni paese dell’Ue informazioni e dati sulle persone senza dimora e pubblica un aggiornamento semestrale sulla condizione e le politiche attivate nei paesi europei a favore delle persone senza dimora, oltre a un rapporto comparativo annuale.