L’articolo del “New York Times” più letto nel 2021 ha per oggetto un sentimento: il languore1. La Treccani lo definisce uno stato “di estenuazione e di abbattimento fisico e psichico” che ha molto a che fare col languore di foscoliana memoria, ma se ne parla in modo diverso, almeno non associato al pianto. Nel contesto del primo anno pandemico, afferma l’autore Adam Grant, “non era esaurimento, avevamo ancora energia. Non era depressione, non ci sentivamo senza speranza. Ci sentivamo solo senza gioia e senza meta (…). Il languore è un senso di stagnazione e di vuoto”. Un sentimento che ha preso piede e si è dilatato, ondata dopo ondata, lasciando sul terreno conseguenze pesanti.

 

Dopo due anni di pandemia dobbiamo occuparci anche di altro, oltre che di vaccini e terapie intensive. Dobbiamo occuparci della salute mentale, del nostro benessere. Soprattutto dei giovani, l’età che soffre di più la limitazione delle libertà, dei desideri, delle energie compresse da una emergenza infinita. All’inizio – vi ricordate? – si pensava che, con sforzi e sacrifici, avremmo vinto, avremmo raggiunto il traguardo di una normalità ritrovata, senza mascherine, con abbracci e una rinata prossimità. Più passano i mesi più questa prospettiva sembra evaporare, in cambio di una pandemia endemica, con cui convivere per sempre.

Redattore Sociale ha raccolto l’opinione di David Lazzari, presidente nazionale dell’Ordine degli psicologi: “a fronte dei miliardi investiti per fronteggiare la salute fisica nella pandemia, la salute psicologica è stata oggetto di attenzione e investimenti quasi inesistenti. Continuare a girarsi dall’altra parte appare in netto contrasto con l’idea di una società in transizione”.

Che cosa andrebbe insegnato a scuola ma che non viene considerato? chiede una giovane madre americana su una nota pagina di Facebook. La domanda ha raccolto 4,7 milioni di commenti e risposte, quella con più “like” è stata: “Vorrei che fossero insegnati contenuti riguardanti la salute mentale e il prendersi cura di se stessi (self-care), superando i traumi della vita”.

 

Il sito Change.org ha lanciato una petizione per un “bonus psicologico” che ha raccolto quasi 300mila firme. Nel carosello dei mille bonus attivati, questo, sostenuto da uno schieramento bipartisan, è mancato (è rimasto uno stanziamento di 20 milioni solo per le scuole, per il sostegno psicologico di studenti e insegnanti). E così a muoversi tocca alle Regioni, come il Lazio che ha stanziato 2,5 milioni di euro per potenziare i servizi di salute mentale, l’accesso alle cure e la prevenzione del disagio psichico.

Ma basta un bonus di poche centinaia di euro, peraltro legato in parte all’Isee, per restituire serenità a chi l’ha smarrita?

  1. A. Grant, “There’s a Name for the Blah You’re Feeling: It’s Called Languishing”, pubblicato il 19 aprile 2021.