Donne e homelessness: l’esperienza di Pescara


Massimo Ippoliti | 22 Agosto 2023

La cooperativa sociale One the Road, operativa in Abruzzo, Marche e Molise, nasce nel 1994 e si occupa principalmente di tratta e sfruttamento, inclusione di migranti, violenza di genere, povertà estrema, inserimento lavorativo e formazione professionale. Inoltre, la cooperativa gestisce Train de Vie, un help center situato nei pressi della Stazione FS di Pescara: un luogo di ritrovo e socializzazione protetto, dove le persone senza dimora possono usufruire di vari servizi, a partire dalla distribuzione di alimenti di prima necessità fino alla partecipazione a percorsi individuali d’inclusione sociale e lavorativa e ad attività culturali. La molteplicità di azioni condotte sul territorio ha favorito un’integrazione di saperi e competenze utile a una visione complessiva delle problematiche e dei bisogni.

Proprio attraverso una prospettiva integrata, la cooperativa ha osservato la peculiare condizione delle donne senza dimora, la cui presenza, a partire dal 2010, rappresenta un dato particolarmente rilevante sul territorio di Pescara. Si tratta di una categoria estremamente complessa, costituita da soggetti alle prese con problematiche di natura psicologica o psichiatrica, vittime di violenza, raramente sole in strada e quasi sempre accompagnate da uomini di cui risultano essere totalmente succubi. Considerate le caratteristiche peculiari del target e i principali bisogni, non è stato semplice comprendere le possibili risposte da mettere in campo. I servizi tradizionalmente attivi sul territorio, quali dormitori, mense e strutture comunitarie, non attiravano infatti questo target perché non fornivano le risposte adeguate: le donne senza dimora non si sentivano riconosciute, non si sentivano viste, e gli spazi, così come erano pensati, non garantivano il rispetto dei diritti di questo particolare tipo di utenza.

Ad oggi, l’help center ha intercettato, trasversalmente, 3.000 persone. Si tratta di storie che hanno incrociato la traiettoria del servizio, in qualche modo deviandola. Le attività condotte già in precedenza dalla cooperativa, sommate alle esperienze di vita incontrate, hanno consentito una crescita del servizio “dal basso”. Siamo ripartiti dall’essenziale e dalla domanda, basilare, “cosa ti serve?”. Questo ha favorito una destrutturazione degli schemi con cui gli operatori approcciano al lavoro e di fornire una risposta realmente aderente alla richiesta. Ripartendo dal livello base, è stato poi possibile strutturare percorsi più complessi (es. inserimento lavorativo, formazione, housing, attività laboratoriali). Inoltre, dopo aver compreso la necessità di ripensare i luoghi, anche all’interno dell’help center, si è valutato di dedicare parte degli spazi disponibili alle donne senza dimora, che hanno così iniziato a fidarsi e a presentarsi.

È inoltre stata avviata una co-progettazione di co-housing con il Comune di Pescara, per il quale la cooperativa sociale On the Road sta co-gestendo 4 appartamenti, uno dei quali dedicato a un gruppo di tre donne. Non è stato un percorso semplice ed è stato evidente il bisogno della strutturazione di un impianto educativo. L’idea alla base è rappresentata dalla necessità forte di un superamento dei dormitori tradizionalmente intesi, in quanto incapaci di una presa in carico reale, integrata o anche più semplicemente di un’ospitalità che possa garantire un rispetto più evoluto dei bisogni della persona (si pensi, ad esempio, alla questione della privacy e alla possibilità di avere uno spazio proprio, anche solo per una notte). L’obiettivo è, in tal senso, la gestione di un maggior numero di progetti di housing/co-housing. Nel frattempo, per alcune tipologie di servizio e attività, ad esempio per la gestione del cosiddetto “piano freddo”, la cooperativa utilizza l’Housing Led, attraverso spazi che guardano anche alle donne e alla peculiarità della loro condizione di homeless.

Un altro elemento importante del percorso, è stata la volontà della cooperativa di effettuare richiesta per diventare luogo di residenza fittizia per i senza dimora. È stato un passaggio che ha richiesto molto tempo e molta insistenza ma che, alla fine, ha comportato un’implementazione effettiva dell’accesso ai servizi territoriali.

C’è sicuramente ancora molto da fare: basti pensare alla cerniera dell’integrazione sociosanitaria, spesso inceppata e alle difficoltà nel rapporto con le istituzioni, che non sempre guardano esclusivamente ai diritti, ma che devono sottostare a dinamiche di consenso che difficilmente combaciano con il benessere di chi vive “ai margini”. On the Road sta lavorando proprio sui margini, tentando di creare relazioni con gli altri attori, smussando poco a poco gli spigoli, perseguendo i diritti e praticando advocacy, cercando di compiere passi in avanti nel e con il territorio, valorizzando pienamente il concetto di autodeterminazione della persona.