La marginalità estrema e le risorse in Regione Toscana


Cristina Corezzi | 19 Giugno 2023

Quadro di contesto generale

Secondo le simulazioni dell’Istituto Regionale Programmazione Economica della Toscana (IRPET), la povertà assoluta in Toscana è passata dal 5,1% del 2021 al 4,2% del 2022; se non ci fossero stati gli interventi pubblici come il Reddito di Cittadinanza, la povertà avrebbe colpito il 5,8% delle famiglie. La povertà relativa invece colpisce il 15,1% delle famiglie toscane ed è maggiore nelle famiglie con figli, soprattutto se con un solo genitore (25,3%). Il 10% delle famiglie toscane, inoltre, dichiara di arrivare con grande difficoltà alla fine del mese, mentre il 14% dei toscani descrive la propria situazione economica come “povera”.

In Toscana sono 53.438 i nuclei beneficiari di Reddito di Cittadinanza. Solo il 42% dei nuclei destinati al percorso di inclusione sociale è stato preso in carico: di questi l’83% ha completato l’analisi preliminare e il 40% ha firmato il Patto.

In coordinamento con il Pronto Intervento Sociale previsto a livello nazionale, in Toscana è attivo il Servizio di Emergenza Urgenza Sociale regionale (SEUS), attualmente presente in 16 ATS. Il 40% dei casi presi in carico nel 2021 riguarda problematiche di povertà, si tratta in gran parte di persone di nazionalità straniera, soprattutto minori stranieri non accompagnati, e senza dimora.

Dagli studi regionali è altresì emerso come il 68% dei fruitori delle mense Caritas viva in condizioni di marcata precarietà abitativa e il 45% sia senza dimora da almeno tre anni. Un’analisi specifica condotta da Anci Toscana ha messo poi in luce le problematiche di salute delle persone senza dimora: la mancata prevenzione, insieme alla cronicizzazione di patologie curabili o monitorabili conducono ad un uso improprio della medicina d’urgenza, provocando un allontanamento della persona dai servizi.

Secondo i dati Istat, nel 2021, in Toscana sono 4.450 le persone senza fissa dimora, di cui il 68,2% maschi e il 31,8% femmine, di età compresa tra 35-54 anni (34,6% del totale) e over 55 (36,3% del totale). Firenze e Livorno sono le province con la maggiore concentrazione di persone senza fissa dimora (rispettivamente 32,3% e 14,5%), segue Pisa con il 12,2%. Dopo Firenze e Livorno, che prevalgono come numerosità quasi in ogni genere e classe di età, si rileva maggiore presenza di uomini 18-34 anni a Grosseto (21% del totale maschi di tale fascia), ad Arezzo donne over 55 (16,7% del totale femmine di tale fascia) ed a Pisa donne fino a 17 anni e tra 18-34 anni (14,9% e 21% rispettivamente del totale donne di tali fasce).

Interventi e servizi in favore di persone in condizione di povertà estrema e senza dimora

Sulla base del Piano nazionale per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà 2021-2023, le Regioni e le Province autonome hanno dovuto adottare un atto di programmazione regionale dei servizi necessari per l’attuazione del Reddito di Cittadinanza come livello essenziale delle prestazioni e degli interventi individuati dal Piano, compresi quelli in favore di persone in condizione di povertà estrema e senza dimora. L’Atto della Toscana – dopo il percorso previsto dalla normativa nazionale – è stato approvato con Deliberazione di giunta regionale n. 557 del 16/05/2022 e approvato a luglio 2022 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Le risorse del Fondo povertà sono destinate al finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, interventi e servizi in favore di persone in condizione di povertà estrema e senza dimora (di cui quote riservate a Housing first, servizi di posta e residenza virtuale, Pronto Intervento sociale) e care leavers. Alla Regione Toscana, per la Quota povertà estrema, sono stati assegnati 775.600 euro per ciascuna annualità, destinati agli Ambiti territoriali dei Comuni capoluogo e alle zone della Versilia ed Empolese Valdarno, dove il fenomeno risulta piuttosto rilevante. La città metropolitana di Firenze ha una propria quota riservata, pari a 801.600 euro annui.

Di seguito i principali obiettivi ed azioni connesse:

  • LEPS Accesso alla residenza anagrafica: lavoro integrato con gli uffici dell’anagrafe, anche in collaborazione con enti del Terzo settore, Centri servizi povertà e segretariato sociale per rendere effettivo il diritto (scheda tecnica 3.7.2 Piano povertà nazionale) à Avviso pubblico 1/2021 PrInS – Progetti Intervento Sociale (destinati in totale ad ATS toscani 972.000 euro), Intervento B), collegato inoltre all’ottenimento dell’iscrizione al Servizio Sanitario per poter accedere alle prestazioni;
  • LEPS Pronto Intervento sociale: allargamento progressivo di SEUS a tutti i territori (anche attraverso un percorso di formazione e preparazione tecnica, con mappatura delle risorse territoriali) à Avviso pubblico 1/2021 PrInS – Progetti Intervento Sociale, Intervento A);
  • Housing first: sviluppo del sistema housing first e housing led, con l’obiettivo di favorire percorsi di autonomia e rafforzamento delle risorse personali à progettazione PON Avviso 4/2016 e seguenti rifinanziamenti, misure collegate al PNRR Missione 5, Sotto-componente 2, Investimento 1.3, Sub-investimento 1.3.1 (20 progetti per un totale di 13.962.288,41 euro), Avviso pubblico 1/2021 PrInS – Progetti Intervento Sociale, Intervento C);
  • Centri servizi per il contrasto alla povertà: costituzione dei Centri servizi in ciascuna zona in cui sia presente almeno un Comune con oltre 75mila abitanti e/o delle reti di presa in carico integrata (scheda tecnica 3.7.3 Piano povertà nazionale) al fine di favorire l’integrazione con altri servizi, con particolare riferimento a quelli sanitari à misure collegate alla progettazione PON Avviso 4/2016 e seguenti rifinanziamenti, misure collegate al PNRR Missione 5, Sotto-componente 2, Investimento 1.3, Sub-investimento 1.3.2 (20 progetti per un totale di 19.189.002,64 euro), Avviso pubblico 1/2021 PrInS – Progetti Intervento Sociale, Intervento C).

La Rete regionale per l’inclusione delle persone senza dimora

L’obiettivo della Regione Toscana è stato quello di favorire una governance unitaria degli interventi di contrasto alla grave emarginazione adulta e delle persone senza dimora attraverso la costituzione di una rete regionale contro l’emarginazione grave. Il progetto Rete regionale inclusione persone senza dimora, finanziato dal Ministero del Lavoro e Politiche Sociali per interventi di contrasto alla grave emarginazione adulta e condizione di senza dimora nell’ambito dell’Avviso 4/2016, è stato approvato a luglio 2018 per un finanziamento di 1.702.500 euro, rifinanziato nel 2022 per 1.276.875 euro. La Regione ha individuato quali partner attuativi delle azioni di progetto i capofila degli Ambiti territoriali nei quali è presente un Comune capoluogo di provincia, stante la maggiore concentrazione delle persone senza dimora nelle città. Tra i partner anche fio.PSD e Anci Toscana. La città metropolitana di Firenze non risulta tra i partner perché ha un proprio progetto.  

Risultati raggiunti:

  • Rafforzamento della rete dei servizi territoriali tale da permettere una risposta più adeguata ai bisogni delle persone in grave marginalità;
  • Potenziamento dei servizi di presa in carico dei senza dimora attraverso il lavoro delle equipe multidisciplinari (prossima l’approvazione delle Linee guida di integrazione sociale-lavoro, nate attraverso il lavoro congiunto dei territori con Regione);
  • Maggior attuazione e/o e rafforzamento degli approcci metodologici di housing first e housing led;
  • Maggiori occasioni di primo contatto con le persone che vivono in strada attraverso la distribuzione di beni materiali, che diventano uno “strumento” per favorire la relazione con gli operatori, quale primo passo per realizzare progetti di inclusione sociale;
  • Potenziamento dei servizi di bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati (distribuzione di beni di prima necessità), dei servizi di sportello, di segretariato sociale.

Criticità rilevate:

  • La presa in carico delle persone senza dimora si è rivelata carente sul piano sanitario, soprattutto in riferimento alle frequenti problematiche derivanti dalla vita di strada sul piano fisico, psicologico e delle dipendenze. I servizi sociali stanno intraprendendo azioni di dialogo con i servizi sanitari (es. seminari della Comunità di Pratica in Regione Toscana, promossa in partenariato con Anci Toscana e IRS), ma è necessario lavorare anche attraverso l’azione del “Tavolo Regionale per la protezione e l’inclusione sociale” (DGR n. 917/2021) promuovendo protocolli/accordi e momenti di formazione/scambio che coinvolgano operatori appartenenti ai diversi servizi;
  • La temporaneità dei fondi e la mancanza di tempistiche certe sull’avvio effettivo del nuovo finanziamento hanno inciso negativamente sulla continuità dei servizi e sull’attuazione del progetto di autonomia individuale;
  • L’impegno oneroso per la rendicontazione dei finanziamenti ricevuti ha inciso pesantemente sul tempo di lavoro degli operatori coinvolti a vario titolo nel progetto.

Approfondimenti sulla marginalità estrema in Toscana

Di seguito gli approfondimenti che la Regione Toscana ha realizzato negli ultimi anni in tema di marginalità estrema:

  • Rapporto dell’Osservatorio Sociale Regionale sulle povertà e l’inclusione sociale 2021 – Indagine su Housing first in Toscana (Anci Toscana in collaborazione con fio.PSD): per comprendere caratteristiche, punti di forza e criticità dell’applicazione del modello nei diversi territori toscani, al fine di poter fornire elementi conoscitivi utili ad una eventuale futura programmazione regionale dei servizi per persone senza dimora;
  • Rapporto dell’Osservatorio Sociale Regionale sulle povertà e l’inclusione sociale 2022 – Indagine preliminare su senza dimora, salute e accesso alle cure in Toscana (Anci Toscana): volta a colmare almeno in parte un bisogno conoscitivo sul tema della salute delle persone senza dimora e dei percorsi – mancati o compiuti, desiderati o negati – di accesso alle cure;

Il 16 marzo 2023 a Firenze si è inoltre tenuto il convegno “Diritto alla salute e all’abitazione, quali percorsi per le persone senza dimora?” con interventi di esperti, presentazione di esperienze locali e nazionali e gruppi di lavoro sui temi “Abitare: housing first, housing temporaneo e altre soluzioni alloggiative” e “Percorsi di cura per le persone senza dimora: l’integrazione tra sociale e sanitario e le barriere di accesso ai servizi”.

Rispetto al tema relativo all’abitare, il leitmotiv è stato “ripartire dalla casa ma con modelli di accompagnamento mirati sulla persona”. Di seguito le principali riflessioni emerse:

  • Percorso di accompagnamento calibrato sulla singola persona e basato sulla relazione: è la persona che progetta il proprio percorso, l’operatore supporta, aiuta a definire e accompagna, senza porre dei vincoli alla permanenza nell’alloggio;
  • Centralità della casa come punto di partenza per progetti di autonomia, come spazio di vita dignitoso e personalizzato per rendere più solidi i percorsi;
  • Co-abitazione come opportunità per sperimentare la possibilità di uscire dalla struttura verso un alloggio condiviso, per rendere più sostenibile un eventuale affitto;
  • Diffusione dei luoghi di accoglienza, in modo che siano vicini ai luoghi di vita e lavoro, per rendere gli utenti protagonisti dei percorsi di inclusione;
  • Difficoltà nel reperimento di alloggi: scarsa disponibilità di alloggi pubblici per emergenza abitativa e conseguente ricorso alle albergazioni di emergenza, molto costose; occorre quindi fare uno scouting immobiliare sia sul privato che sul pubblico ed incentivare interventi intermedi tra l’edilizia residenziale pubblica e le soluzioni abi-tative private;
  • Importanza della mediazione tra inquilini e proprietari: molte conflittualità tra proprietari e inquilini nascono dal fatto che la tenuta della casa non corrisponde alle aspettative del proprietario;
  • Necessità di definire dei criteri in grado di discriminare l’housing first da altre tipologie di intervento (es. housing temporaneo).

Di seguito le riflessioni emerse invece relativamente all’integrazione con i servizi sanitari e il superamento delle barriere all’accesso:

  • Abbassamento della soglia di accesso puntando su quello che prevede la normativa in riferimento alla residenza e quindi lavorando insieme agli uffici dell’anagrafe;
  • Necessità di cambiare mentalità e creare percorsi specifici con il coinvolgimento della parte sanitaria;
  • Barriere sui luoghi di accesso: importante che ci siano più punti di accesso connessi tra loro, anche tramite “figure ponte” intermedie rispetto alle assistenti sociali (es. tutor), che aiutino le persone a stare dentro la rete e accompagnino le persone fragili anche nel superamento delle barriere di linguaggio;
  • Barriere metodologiche e di competenze: per supportare le persone senza dimora serve maggiore elasticità e più tempo a disposizione; spesso alla grave emarginazione viene assegnato personale neoassunto o a tempo determinato o con poca esperienza;
  • Necessità di investire in una formazione integrata, multidisciplinare e specifica per la marginalità;
  • Equipe multidimensionali per l’inclusione, che devono essere strutturate, con sistemi informativi che dialogano e con disponibilità di mappature dei servizi e dei percorsi esistenti sul territorio.