Il Comune di Milano in prima linea nel contrasto all’emergenza


Daniela Mesini | 23 Aprile 2020

Si ringraziano per le informazioni e le riflessioni fornite, Daniela Attardo e Alessandro Cassuto del Comune di Milano.

 

Il Comune di Milano è stato letteralmente travolto dall’emergenza Covid-19.

Tutti gli sforzi si sono concentrati sulle attività che, nell’attuale momento, rivestono carattere di priorità ed urgenza, con particolare riguardo ai più fragili. I servizi non essenziali sono stati rimandati o riconvertiti. Questa la linea data dall’amministrazione in queste concitate settimane, che vedono il servizio sociale in prima linea a fianco dei sanitari e della Protezione Civile1.

 

Ma andiamo per ordine, seguendo l’articolazione proposta dalla Circolare n. 1 del 27.3 a cura del MLPS, che dà alcune indicazioni ai servizi, pur lasciando ampio margine di discrezionalità ai territori anche in considerazione dei differenti bisogni e interventi da garantire.

Innanzitutto, il Reddito di Cittadinanza è stato parzialmente congelato. I contributi economici continuano ad essere erogati da INPS, a parte qualche caso di sospensione per lo più per scadenza dell’ISEE, ma le valutazioni multidimensionali del bisogno, la sottoscrizione dei Patti per l’Inclusione Sociale e l’attivazione degli interventi relativi sono stati sospesi. Questo vale sia per le famiglie già in carico che per i nuovi casi.

Prima del lock down le assistenti sociali del Comune avevano iniziato a fare dei colloqui telefonici di analisi preliminare ma a causa dell’emergenza tutta l’attività delle AASS è stata dedicata alla realizzazione di interventi urgenti ed indifferibili intercettati dalla linea telefonica dedicata 020202. Sospeso anche il lavoro di profilazione dell’utenza iniziato dalle assistenti sociali di QuBi2 per catalogare in maniera sistematica le risposte più appropriate date le caratteristiche dei nuclei in carico alla misura.

L’emergenza ha evidentemente costretto i servizi ad una sospensione della componente di attivazione della misura, questo anche per evitare il più possibile gli spostamenti di persone e garantire il distanziamento sociale. Ma anche perché le progettazioni personalizzate non sono considerate una priorità in questa fase emergenziale di necessarie risposte urgenti. Se ne riparlerà tra qualche mese, quando sarà indispensabile un pensiero, a Milano come altrove, rispetto ad una possibile riconfigurazione dell’accompagnamento delle fragilità da parte dei servizi.

 

Con riferimento alle altre tipologie di bisogno vanno senz’altro richiamati i disabili, particolarmente penalizzati in considerazione della chiusura dei Centri Diurni (CDD), dei Centri Socio-Educativi (CSE) e degli Spazi di Formazione all’Autonomia (SFA), oltre che dei Centri di Aggregazione (CAG). Nei loro confronti è stato attivato un potenziamento del monitoraggio a distanza, pur con estreme difficoltà, data la differente intensità assistenziale richiesta ed il necessario raccordo con il sanitario, per tradizione non particolarmente fluido.

Per le persone over-65 enni sole, per le persone affette da patologie croniche o immunodepresse o costrette in quarantena o appena dimesse dagli ospedali e ancora in stato di isolamento ed osservazione sono stati tempestivamente attivati servizi di consegna pasti a domicilio, consegna della spesa, ritiro e consegna farmaci, piccole commissioni ed in alcuni casi servizi di trasporto. Il Comune ha inoltre attivato da qualche giorno, un servizio di sostegno psicologico a distanza e grazie al supporto di 130 operatori della Samsung, un servizio telefonico di assistenza digitale rivolto agli anziani e a tutti coloro che hanno bisogno di supporto per utilizzare smartphone e attivare videochiamate per stare vicini ai propri cari.

Anche i servizi di educativa domiciliare e i Centri Diurni Minori sono stati sospesi e dunque anche nei confronti dei ragazzi è stato attivato un servizio di monitoraggio a distanza, previa distribuzione di device. Il Tribunale per i minorenni, intanto, sta continuando ad emanare provvedimenti di allontanamento coatto, difficile però da realizzarsi in questa fase per via del Covid-19.

 

Quella dei senza fissa dimora è forse stata l’emergenza maggiore che l’amministrazione ha dovuto affrontare, anche in considerazione dei numeri significativi che ha Milano e della necessita di garantire loro, oggi più che mai, un tetto ed un riparo sicuro. In seguito ad alcuni casi di infezione al coronavirus tra gli ospiti di Casa Jannacci3, l’offerta dei posti presso il dormitorio è stata ridimensionata, ed in parte temporaneamente, spostata presso il Centro Sportivo Saini e lo Scalo Romana, dove sono stati allestiti centri di prima accoglienza, attrezzati con brandine e cucine da campo. Inoltre, da qualche settimana, anche gli altri centri solitamente attivi in città di notte o per l’emergenza freddo, sono sempre aperti anche di giorno. Difficile qui garantire la distanza, le precauzioni sanitarie e comportamentali e le uscite dai centri; frequenti le risse tra gli ospiti che certo non giovano alla situazione.

 

Ma veniamo al sostegno alimentare. In seguito all’ordinanza della Protezione Civile n. 658 emanata lo scorso 29 marzo che ha stanziato, a livello nazionale 400 milioni di euro, Milano si è vista destinataria di 7 milioni e 279mila euro. L’amministrazione ha stabilito di suddividere le risorse a disposizione in tre linee di intervento. La prima linea, di 700mila euro, riguarda il rafforzamento dei 7 hub, già attivi in città da oltre un mese, per l’acquisto di beni alimentari e la distribuzione di pacchi viveri. La seconda linea, sempre ammontante a 730mila euro circa, è destinata alle 1.200 famiglie che avevano fatto domanda per accedere alle misure di sostegno al reddito comunale 2019 ma che, pur ammesse in graduatoria, erano rimaste escluse per carenza di fondi. A queste famiglie verrà riconosciuto un buono spesa per due mesi, compreso tra un minimo di 150 euro ed un massimo di 350, al mese, a seconda dell’ampiezza familiare.

 

Infine la parte più consistente, pari a 5 milioni e 848mila euro, verrà erogata, sempre tramite buoni spesa, ai cittadini che si trovano in difficoltà a causa dell’emergenza in corso. L’obiettivo è sostenere le famiglie residenti a Milano, monoreddito o prive di reddito, che vivono in affitto o pagano il mutuo per la prima casa, con una disponibilità sul conto corrente non superiore a 5mila euro al 31 marzo 2020 e che hanno un reddito complessivo familiare inferiore a 20mila euro (redditi 2018) o inferiore ai 40mila euro, se hanno perso il lavoro a causa dell’emergenza, dopo il 1° febbraio 20204.

L’Avviso Pubblico5 per la presentazione delle domande è stato aperto fino allo scorso 15 aprile6, a partire dal 6 aprile. Molto elevato il numero di domande presentate, pari a 35.881 in totale. Di queste le ammesse sono state 15.370 di cui effettivamente finanziate l’87,6%, corrispondenti a 13.475 nuclei, sulla base di una graduatoria che ha tenuto conto di criteri prioritari quali il numero di minori in carico, il numero di anziani di età pari o superiore ai 65 anni, la presenza di persone con disabilità all’interno del nucleo familiare e poi la condizione lavorativa, reddituale e patrimoniale del nucleo. Ultimo criterio il non essere al contempo beneficiari del Reddito di Cittadinanza o di altri sostegni economici della Direzione Politiche Sociali del Comune di Milano.

I buoni, sempre dell’ammontare compreso tra 150 e 350 euro, a seconda dell’ampiezza della famiglia, saranno riconosciuti per 2 mensilità, ed erogati in un’unica tranche, secondo due modalità possibili, selezionate all’atto della presentazione della domanda. La prima modalità, scelta dal 70% delle famgilie, è quella della carta prepagata: tra il 22 ed il 29 aprile la Polizia Locale effettuerà la consegna della carta al domicilio dei richiedenti. La seconda modalità è invece l’accredito tramite l’App Satispay. I buoni dovranno essere spesi entro fine novembre.

 

Oltre ai suddetti interventi e servizi ricordiamo anche che il Comune di Milano ha chiamato a raccolta volontari, aziende e privato sociale per attivare una rete di prossimità ed aiuto concreto nei confronti dei cittadini in questa fase di emergenza sanitaria, anche attraverso la creazione di cataloghi di attività commerciali che effettuano consegna a domicilio suddivisi per zona e di servizi di salute e benessere, di solidarietà, di arte e cultura a distanza.

Da ultimo, non per importanza, anche il Fondo di Mutuo Soccorso voluto dal Sindaco Sala, destinato ai cittadini più colpiti dal coronavirus per la perdita del lavoro e a sostenere la ripresa delle attività cittadine, con particolare attenzione ai piccoli esercizi e agli operatori economici. Proprio per garantire la possibilità di raggiungere rapidamente le singole persone in difficoltà, il Comune ha deciso di collaborare con l’Arcidiocesi di Milano che ha costituito il Fondo San Giuseppe, gestito da Caritas Ambrosiana. Grazie ai contributi del Comune di Milano (2 milioni di euro) e dell’Arcidiocesi (2 milioni di euro), il Fondo San Giuseppe ha a disposizione inizialmente 4 milioni di euro che saranno destinati ai cittadini in difficoltà attraverso contributi economici di entità variabile (tra i 400 e gli 800 euro) in funzione della dimensione familiare erogabili per tre mesi. Il fondo si aggiunge allo stanziamento di 3 milioni di euro già approvato dal Consiglio Comunale ed  aperto alla partecipazione economica di singoli cittadini, di imprese e di associazioni che vogliano dare il loro contribuito.

 

Milano si è mobilitata, non c’è dubbio, e oltre a quanto attivato dall’amministrazione vanno senz’altro ricordate anche tutte le attività ed iniziative realizzate direttamente dal terzo settore, dal volontariato e dall’associazionismo, spesso per il tramite delle fondazioni bancarie7a sostegno del territorio.

Stiamo vivendo un’emergenza epocale, la situazione è critica e lo sarà anche la ripresa, specie per una grande città che vede tradizionalmente concentrati innumerevoli bisogni che in questa fase si sono acuiti ed amplificati. Ma sono tante le energie, le risorse e le persone mobilitate e scese in campo. Sarà cruciale andare avanti in questa direzione e non abbassare la guardia.

  1. Vedi anche l’articolo di Lamberto Bertolè
  2. QuBì è un programma triennale che ha l’obiettivo di rafforzare la capacità di contrasto della povertà minorile a Milano, promuovendo la collaborazione tra il Comune ed il terzo settore ed implementando percorsi di accompagnamento delle famiglie ed interventi mirati in alcuni quartieri della città.
  3. È il principale dormitorio pubblico di Milano, in grado di ospitare 500 persone.
  4. Sono esclusi dall’accesso ai buoni spesa i pensionati che percepiscono una pensione in quanto l’iniziativa è destinata principalmente a coloro che hanno visto un peggioramento delle condizioni economiche dovute alla perdita di lavoro in seguito all’epidemia.
  5. Avviso Pubblico – Deliberazione della Giunta Comunale n.464/2020.
  6. Il termine di presentazione, inizialmente stabilito per il 13.4 è stato poi posticipato in considerazione dell’elevato numero di domande che ha generato problemi di collegamento alla piattaforma. Per ovviare a questa criticità sono stati predisposti due sportelli digitali per la presentazione della richiesta, a seconda dell’iniziale del cognome ed è stato attivato un numero verde con il supporto di un operatore dedicato.
  7. Su tutti almeno un accenno ai quasi 15 milioni di euro di risorse destinati da Fondazione Cariplo alle organizzazioni del suo territorio di riferimento impegnate nel contrasto all’emergenza.